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09 06 2009 - Consiglio Comunale di TARANTO:“riconoscimento genocidio degli ARMENI”
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ORDINE DEL GIORNO
Ai sensi del REG.TO SUL FUNZIONAMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE DI TARANTO
Presentato dai sottoscritti Consiglieri
OGGETTO: “riconoscimento genocidio degli ARMENI”
IL CONSIGLIO COMUNALE DI TARANTO
PREMESSO CHE:
• L’art 1 dello Statuto della nostra città recita che “Taranto è una comunità aperta a uomini e donne anche non residenti e di diversa cittadinanza” e che “Taranto è città operatrice di pace”;
• Nella città di Taranto risiede una "piccolissima comunità” di origini armene ed esiste una chiesa dedicata a quella terra (Sant'Andrea degli Armeni);
• È sentimento comune nella nostra storia millenaria la contrarietà ad ogni forma di totalitarismo, di discriminazione etnica e razziale, di soppressione della libertà, di violenza verso persone di altra razza o idea;
• Taranto sostiene le libertà religiose ed i diritti civili di tutti gli esseri umani;
• Tra i crimini storici più feroci e disumani c’è il GENOCIDIO, perchè ha come scopo non solo il massacro delle persone, ma anche l'eliminazione del patrimonio genetico di un popolo, di una intera cultura; è questo un crimine contro l'umanità, la natura, il futuro; quello più tristemente noto è quello ebreo perpetrato dai nazisti durante la seconda guerra mondiale.
CONSIDERATO CHE
lo sterminio del popolo armeno è stato riconosciuto come un genocidio dalla sottocommissione dei Diritti dell'Uomo dell'O.N.U. nel 1985, dal Parlamento Europeo nel 1987, dalle risoluzioni e deliberazioni di Parlamenti di numerosi paesi europei e di moltissime città e regioni italiane;
Il governo turco continua ancora oggi a rifiutare di riconoscere il genocidio ai danni degli armeni ed è questa una delle cause di tensione tra l’Unione Europea e Turchia, mentre una recente legge francese punisce con il carcere la negazione del genocidio armeno.
RIASSUNTI I SEGUENTI BREVI CENNI STORICI SUL GENOCIDIO IN OGGETTO:
Nel quadro del primo conflitto mondiale (1914-1918) si è compiuto nell’area dell’ex Impero ottomano, in Turchia, il genocidio del popolo armeno (1915 – 1923), il primo del ventesimo secolo. Con esso il governo dei Giovani Turchi, che prese il potere nel 1908, attuò l’eliminazione dell’etnia armena, presente nell’area anatolica fin dal 7° secolo a.C.
Nella memoria del popolo armeno, ma anche nella stima degli storici, perirono i due terzi degli armeni dell‘ Impero ottomano, all’incirca 1.500.000 di persone. Molti furono i bambini islamizzati e le donne inviate negli harem.
Il genocidio degli armeni può essere considerato il prototipo dei genocidi del ventesimo secolo. La pianificazione avvenne tra il dicembre del 1914 e il febbraio del 1915 con l’aiuto di consiglieri tedeschi, alleati della Turchia, all’interno del primo conflitto mondiale. L’obiettivo era di risolvere alla radice la questione degli armeni, popolazione cristiana che guardava all’occidente.
Il movente fondamentale è da ricercarsi all’interno dell’ideologia panturchista, che ispirava l’azione di governo dei Giovani Turchi, determinati a riformare lo Stato su una base nazionalista, e quindi sull’omogeneità etnica e religiosa. La popolazione armena, di religione cristiana, che aveva assorbito gli ideali dello stato di diritto di stampo occidentale, con le sue richieste di libertà e uguaglianza avrebbe potuto costituire un ostacolo e opporsi al progetto governativo.
La motivazione principale del genocidio, dunque, perpetrato dal governo turco, fu di tipo politico. L’obiettivo degli ottomani era la cancellazione della comunità armena come soggetto storico, culturale e soprattutto politico. Non secondaria fu la rapina dei beni e delle terre degli armeni.
Il il 24 aprile del 1915 tutti i notabili armeni di Costantinopoli vennero arrestati, deportati e massacrati. A partire dal gennaio del 1915 i turchi intrapresero un’opera di sistematica deportazione della popolazione armena verso il deserto di Der-es-Zor. Il decreto provvisorio di deportazione è del maggio 1915, seguito dal decreto di confisca dei beni, decreti mai ratificati dal parlamento. Dapprima i maschi adulti furono chiamati a prestare servizio militare e poi passati per le armi; poi ci fu la fase dei massacri e delle violenze indiscriminate sulla popolazione civile; infine i superstiti furono costretti a una terribile marcia verso il deserto, nel corso della quale gli armeni furono depredati di tutti i loro averi e moltissimi persero la vita. Quelli che giunsero al deserto non ebbero alcuna possibilità di sopravvivere, molti furono gettati in caverne e bruciati vivi, altri annegati nel fiume Eufrate e nel Mar Nero.
CONSIDERATO INOLTRE CHE
il 24 Aprile di ogni anno è l'anniversario per ricordare il genocidio armeno.
TUTTO CIO’ PREMESSO E CONSIDERATO,
IL CONSIGLIO COMUNALE DI TARANTO
ESPRIME piena solidarietà al popolo armeno per il riconoscimento della verità storica e per la difesa dei suoi diritti inviolabili;
RICONOSCE la necessità che l'opinione pubblica mondiale intervenga a favore del popolo armeno così come ha fatto verso l'olocaustoebraico;
CHIEDE che il Parlamento Italiano riconosca il Genocidio degli Armeni sulla base delle risoluzioni già assunte dall'O.N.U., dal Parlamento Europeo, dal Congresso degli Stati Uniti d'America e da numerose nazioni di tutto il mondo.
Taranto, aprile 2009.
Mary Avakian
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