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/LA MILANESIANA COMPIE DIECI ANNI
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Adnkronos) - Lunedi' 22 giugno gli incontri si aprono all'insegna del tema ''Il bello e l'invisibile''. Come avverra' in apertura di ogni serata, saranno
proiettati quaranta secondi dal film Ghiro ghiro tondo, del regista di origine armena Yervant Gianikian e di Angela Ricci Lucchi, che hanno dato vita a una
''cinepresa analitica'' in grado di riesplorare in profondita' le inquadrature offerte dal normale scorrimento della pellicola sullo schermo. Le immagini
proiettate mostrano una serie di giocattoli ammaccati, risalenti all'epoca delle guerre mondiali, che compongono una specie di mondo miniaturizzato da cui
emerge l'ombra dei fascismi. Nella serata, introdotti da Ferruccio de Bortoli, direttore de ''Il Corriere della Sera'', sono chiamati al confronto con
l'Invisibile Robert Hughes, Michael Cunningham e Erica Jong.
Robert Hughes, scrittore e critico d'arte australiano, e' autore fra gli altri di ''La cultura del piagnisteo'', saggio pionieristico di critica del
sistema scolastico occidentale e di un'accettazione ingenua del multiculturalismo.
Michael Cunningham, vincitore del Premio Pulitzer nel 1999 per il romanzo Le ore, costituisce una presenza incisiva nella letteratura contemporanea. Le sue
opere sono caratterizzate da una grande forza evocativa, che unisce una profonda sensibilita' personale a suggestioni letterarie del passato (Virginia Woolf, Walt Whitman).
Erica Jong, l'autrice di ''Paura di volare'', che da anni coniuga l'espressione del mondo del desiderio con una feroce critica dei sistemi politici antidemocratici, ricevera' per l'occasione il Premio Fernanda Pivano.,che da quest'anno, entra nella Milanesiana per segnalare e ribadire le grandi
voci della cultura americana, secondo gli interessi che animano da sempre Fernanda Pivano. A seguire un concerto di Juliette Gre'co, musa dell'esistenzialismo francese, profondamente legata al mondo della letteratura
dal Canton TICINO
21 giugno 2009 - 11.17 La Turchia protesta contro la prima cittadina
L'ambasciata turca in Svizzera ha inviato una lettera di protesta alla
presidente della Camera bassa Chiara Simoneschi-Cortesi per le opinioni
espresse sul massacro armeno tra il 1915 e il 1917, all'epoca dell'impero
ottomano.
A destare malumore è stato il discorso tenuto davanti all'associazione
Svizzera-Armenia il 24 aprile a Ginevra, in occasione della giornata della
memoria. Secondo i rappresentanti diplomatici turchi, il pensiero espresso
dalla deputata democristiana non rispetta la posizione ufficiale del governo
svizzero su questa spinosa questione.
Chiara Simoneschi-Cortesi ha confermato l'esistenza della lettera - rilevata
dalla NZZ am Sonntag - ma ha precisato che il suo discorso era perfettamente in
linea con la posizione del Consiglio nazionale (Camera bassa) che nel 2003
aveva accettato un postulato sul riconoscimento del genocidio armeno (oltre 1,5
milioni di morti) da parte dell'Impero Ottomano.
Le relazioni tra Svizzera e Turchia sono state caratterizzate da alti e bassi
nel recente passato. Ankara non aveva gradito la decisione presa nel 2003 del
Consiglio nazionale e, due anni più tardi, si era nuovamente irritata a causa del procedimento per negazionismo avviato contro il politico turco Dogu Perincek. Il nazionalista era stato condannato dalla giustizia vodese, sentenza poi confermata nel dicembre 2007 dalla Corte suprema svizzera.
La vertenza aveva avuto anche un colpo di scena nell'ottobre 2006: l'allora ministro di giustizia e polizia Christoph Blocher, in visita in Turchia, aveva criticato l'articolo del Codice penale svizzero che reprime la discriminazione razziale e le affermazioni negazioniste. Le sue affermazioni avevano suscitato un polverone. Il governo svizzero ha sempre difeso quella norma.
swissinfo.ch e agenzie
G.C.
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