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firma dello storico accordo di normalizzazione tra i due Paesi
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il secolo XIX
che i contenuti dei discorsi ufficiali dei ministri degli Esteri di Turchia e Armenia avrebbero messo a rischio la firma dello storico accordo di normalizzazione tra i due Paesi che non avevano rapporti diplomatici dal 1993.
I quotidiani turchi e la diplomazia statunitense hanno rivelato che il riferimento al genocidio armeno da una parte e al Nagorno Karabakh dall'altra hanno messo in dubbio la sigla che è stata raggiunta grazie alla mediazione del segretario di stato Usa Hillary Clinton, presente alla cerimonia, posticipata di alcune ore per evitare la chiusura definitiva dei negoziati.
I discorsi che il ministro degli Esteri turco Ahmet Davatoglu e il suo omologo armeno Edward Nalbandian, avrebbero dovuto leggere dopo la firma, sono stati all.origine dello scontro. La notizia dell.abbandono del tavolo è arrivata a Clinton quando la sua auto si era appena fermata nel parcheggio dell'Università di Zurigo. Il segretario di stato Usa ha deciso così di telefonare a entrambi sottolineando l.importanza della firma. Clinton ha parlato tre volte con Nalbandian e quattro con il capo della diplomazia turca.
Dopo circa due ore, una nuova bozza dei discorsi e un incontro faccia a faccia tra il ministro armeno e Clinton i negoziati hanno portato i loro frutti
e si è potuto procedere con la firma del protocollo. Il segratrio Usa ha
sottolineato alle due parti che si trattava di firmare quello su cui avevano
già negoziato nei mesi scorsi, un accordo «che deve essere fatto». Per evitare
ulteriori polemiche, nessun discorso è stato pronunciato dai due ministri al
termine della cerimonia alla presenza del ministro degli Esteri russo Sergei
Lavrov, del collega francese Bernard Kouchner e del capo della diplomazia Ue
Javier Solana. Prima di tornare ad Ankara Davutoglu ha dichiarato ai
giornalisti: «Non ho potuto dormire stanotte. Stavo per firmare un accordo che
ha una responsabilità storica».
Il retroscena: discorso turco a rischio rottura poi ricomposta È stato il
contenuto del discorso che avrebbe dovuto tenere il ministro degli Esteri turco
Ahmet Davutoglu a spingere il suo omologo armeno a bloccare ieri la firma a
Zurigo dello storico accordo fra Ankara e Ierevan per la ripresa delle relazioni diplomatiche. Solo una lunga mediazione del segretario di stato Hillary Clinton, presente alla cerimonia, ha permesso di sbloccare la situazione e far firmare l.accordo con diverse ore di ritardo. Secondo fonti diplomatiche americane, poco prima delle 17 la Clinton era già arrivata all'Università di Zurigo per la cerimonia, quando il ministro degli Esteri armeno Edouard Nalbandian ha fatto sapere che non avrebbe firmato, a causa del discorso che avrebbe fatto Davutoglu. Il segretario di stato aggiunto americano per gli affari europei ed euroasiatici, Phil Gordon, ha raggiunto Nalbandian in albergo, mentre la Clinton rimaneva dentro la sua auto parcheggiata. Dopo un primo inutile colloquio, Gordon è tornato dalla Clinton. Questa dall'auto ha cominciato un giro di telefonate. Dopo un.ora ha raggiunto in albergo Nalbandian e l.ha riportato all.Università per la firma. Per evitare problemi, è stato deciso che nessuno dei due ministri degli Esteri tenesse discorsi.
Nalbandian tuttavia ha atteso ancora un.ora e mezzo prima di raggiungere il luogo della cerimonia, e ha sempre mostrato un.aria tesa, senza mai sorridere.
«Più volte ho dovuto dire a tutte le parti coinvolte `e´ troppo importante, se la cosa fallisce, non potete più tornare indietro»` ha raccontato in seguito la Clinton. Il segretario di stato americano ha mostrato comprensione per il collega armeno: ´`Aveva delle profonde inquietudini e voleva essere certo che la gente le comprendesse. Noi gli abbiamo fatto sapere che non solo le comprendevamo, ma che eravamo coscienti di quanto questo fosse duro, ma che andava fatto´`.
Turchia-Armenia: Azerbaigian condanna accordo - L.Azerbaigian ha condannato l'accordo di normalizzazione fra Armenia e Turchia e ha ammonito su una possibile instabilità nel Caucaso meridionale. La cristiana Armenia e l.islamico e turcofono Azerbaigian hanno un annoso contenzioso sulla questione del Nagorno- Karabakh, l.enclave armena nel Paese vicino, che ha causato sanguinosi conflitti. «La normalizzazione delle relazioni fra Turchia e Armenia, prima del ritiro delle forze armene dai territori azeri occupati, contrasta con gli interessi dell'Azerbaigian e getta un.ombra sulle relazioni fraterne fra Azerbaigian e Turchia», ha detto il ministero degli esteri azero in un comunicato. «L.Azerbaigian considera che l.apertura delle frontiere fra Turchia e Armenia rimette in discussione l.architettura della pace e della stabilità nella regione», aggiunge il testo. Il conflitto del Nagorno-Karabakh ha avvelenato le relazioni dell'Armenia sia con Ankara sia con Baku. Al termine di una guerra di sei anni (dal 1988 al 1994), Ierevan ha assunto il controllo dell'enclave a maggioranza armena.
Gelo tra Israele e Turchia per cancellazione esercitazioni aeree L.esercito
israeliano ha denunciato la decisione della Turchia di cancellare le esercitazioni annuali delle forze aeree a causa della partecipazione di Israele. Le relazioni tra i due Paesi si sono deteriorate dopo le accuse scambiate in seguito agli scontri di Gaza dello scorso inverno. Le esercitazioni sono state rimandate «a data da destinarsi» a causa della
decisione turca «di non consentire la partecipazione dell.aeronautica israeliana», ha reso noto l.esercito in una nota. Le operazioni avrebbero dovuto coinvolgere anchemilitari dei Paesi Nato, tra cui anche Stati Uniti e Italia, continua il comunicato. Secondo altre fonti interne all.esercito israeliano, rimaste anonime, le manovre sono state cancellate dopo che Washington ha annunciato che non avrebbe partecipato se Israele fosse stata
esclusa.
G.C
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