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Il cuore del Nemico
Bijan Zarmandili
http://ilcuoredelnemico.wordpress.com/
Amore, follia e segreti di un kamikaze nella palude del terrorismo mediorientale. Una storia di passione struggente, il ritratto intimo di un martire contemporaneo, come non era mai stato narrato fino ad ora.
Il blog de Il Cuore del nemico
Pagine 256 ISBN 978-88-7394-123-1 13,50 €
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Il cuore del nemico
Commenti Shaid a Kabul Ottobre 6, 2009 di ilcuoredelnemico
Non è ancora chiaro se a uccidere i sei parà italiani e i quindici civili afgani a pochi passi dalla piazza Massud a Kabul sia stato un kamikaze oppure un detonatore manovrato a distanza. E’ circolato comunque subito dopo l’attentato il nome di uno “Shahid”, un kamikaze islamico. Si chiamava Haiyatullah, la Vita di Allah: strano nome per uno che toglie la vita alle creature di quello stesso dio.

Di lui, di Haiyatullah, non si sa nulla, se non le poche righe che il sito www.alemarah.info gli ha dedicato per esaltare il suo “sacrificio da martire combattente”. E’ probabile che qualcuno ritenga che sia un dettaglio inutile conoscere l’identità, i connotati psicologici e caratteriali di un kamikaze, un dettaglio capace di condizionare il giudizio su di lui e persino indurre a giustificare la malvagità della sua colpa.

Eppure sapere chi era Haiyatullah, conoscere quel pensiero ossessivo della morte che lo ha accompagnato fino al luogo dell’agguato, i demoni che hanno popolato la sua mente nel momento in cui ha fatto esplodere i 150 chili di tritolo tra i blindati dei militari e la folla di uomini, donne e bambini, capire le origini e le cause della sua oscura e omicida follia potrebbe servire a riempire un vuoto che si crea ogni volta che entra in azione uno “shahid”, un “martire”.

Forse sul luogo dell’attentato a Kabul c’erano altri Haiyatullah: gli strateghi che li preparano alla morte e gestiscono la loro pazzia dicono che altri “shahid”, decine e decine, sono pronti a provocare nuove stragi. Lo “shahid”, il più tragico dei personaggi di questo nostro mondo caotico, resta il nostro incubo, ma non facciamo nulla per conoscerlo, per entrare nella sua mente e scoprire quale parte di lui è carnefice e quale è vittima. La sua dissociazione, la sua doppia personalità, la sua follia sembra non interessarci e lasciamo che venga moltiplicato, che si rigeneri a causa delle nostre fobie.

Bijan Zarmandili

 
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