Zatik consiglia:
Iniziativa Culturale:

 

 

Sesto incontro dell'anno fra i presidenti di Armenia e Azerbaijan per discutere di Nagorno Karbakh
da Peace Report 26/11/09
Sesto incontro dell'anno fra i presidenti di Armenia e Azerbaijan per discutere di Nagorno Karbakh Il calendario degli appuntamenti tra i presidenti di Armenia e Azerbaijan ha spuntato la sesta data nel corso del 2009. Serzh Sarkisian e Ilha Aliyev si sono incontrati domenica nella sede del Consolato generale francese a Monaco di Baviera, Germania. A fare gli onori di casa, il francese Bernard Fassier che con il russo Yuri Merzlyakove e lo statunitense Robert Bradkte presiede il Gruppo Minsk dell'Osce con il difficile ruolo di mediatori nel conflitto dormiente (ma non troppo) tra le due repubbliche caucasiche per il Nagorno Karabakh.

I propositi di Baku. La vigilia non è stata caratterizzata da quel clima di comprensione e dialogo che dovrebbe accompagnare un meeting che ha come obiettivo il raggiungimento di una soluzione pacifica. Aliyev è arrivato nella capitale bavarese con il tintinnare dele sciabole: "Se l'incontro di Monaco non produrrà risultati - aveva detto sabato il presidente azero a un gruppo di profughi del Nagorno - le nostre speranze per una negoziazione svaniranno e l'unica opzione per difendere il nostro territorio sarà il ricorso alle armi".
Non è un mistero, d'altra parte, che Baku sta investendo molto del suo prodotto interno per l'acquisto di armamenti e il rafforzamento delle linee di contatto con le milizie dell'enclave armena.

Le cose non dette. L'incontro, durato quattro ore, è stato definito dai mediatori "costruttivo", un termine che nel vocabolario diplomatico vuol dire
tutto e niente. Alla fine dei colloqui, la stampa presente ha dovuto accontentarsi di una laconica dichiarazione scritta del Gruppo Minsk in cui venivano "apprezzati i progressi fatti riguardo a qualche questione, anche se altre rimangono ancora aperte". Aliyev e Sarkisian hanno evitato la sala stampa e nessun accenno è stato fatto a quali potessero essere le questioni ancora aperte che ostacolano la firma di un accordo da formularsi sulla base dei Principi di Madrid e dell'Aquila. Quello che si sa è che i due presidenti hanno istruito i loro rispettivi ministri degli Esteri per il prossimo incontro dell'1 e 2 dicembre prossimi ad Atene.
Mentre a Monaco si discuteva in "maniera costruttiva e approfondita", lungo la linea del confine de facto, domenica, si continuava a sparare e l'agenzia di stampa azera ha riportato l'uccisione di un civile nell'area di Goranboy. Nel gioco delle parti, le autorità del Nagorno Karabakh hanno smentito la notizia e rilanciato accusando l'esercito azero di aver sparato ripetutamente contro le postazioni delle milizie armene. Le denunce di disinformazione rimbalzano continuamente da Yerevan a Baku e da Baku a Stepanakert, la "capitale" dell'enclave.

L'opzione armata. I mediatori del Gruppo Minsk continuano la loro pressione per far giungere le parti a un accordo comune che escluda in maniera assoluta l'opzione di una ripresa del conflitto su larga scala. Se l'Armenia sembra essere interessata al mantenimento dello status quo, l'Azerbaijan ha fretta di risolvere la situazione per riaffermare il principio dell'integrità territoriale. Durante un incontro con un membro della Camera dei Lord britannica, il vice presidente del parlamento azero, Zyiafet Askerov, ha presentato un quadro politico in cui Yerevan starebbe cercando di addormentare i negoziati per rimandare nel tempo la soluzione del conflitto e dove la comunità internazionale starebbe commettendo l'errore di guardare alla questione dalla posizione di osservatori mettendo sullo stesso piano gli occupanti (l'Armenia) e gli occupati (la nazione azera). Fattori questi che, secondo Askervov, non darebbero all'Azerbaijan altre possibilità se non quella di difendere il proprio territorio con le armi.
Roma, 26 nov. - (Adnkronos) - Il Ministro per i Beni e le Attivita' Culturali, Sandro Bondi, ha incontrato questa mattina il Ministro della Cultura armeno, signora Hasmik Poghoyosan. Nel corso del colloquio il Ministro Bondi ha confermato l'impegno dell'Italia nel settore del restauro che in Armenia vede gia' impegnati, grazie alla collaborazione con il Ministero per gli Affari
Esteri, diversi professionisti nel campo del recupero di affreschi, monumenti e manoscritti.

La cooperazione culturale tra i due Paesi, inoltre, avra' modo di intensificarsi in vista delle celebrazioni nel 2012 del cinquecentenario della prima edizione a stampa di un libro in alfabeto armeno, avvenuta a Venezia nel 1512 nella tipografia di Hagop Meghapart: e' l'Urbat'agirk, il libro del venerdi', raccolta di preghiere e brani del Vangelo. Il Ministro Bondi si e' impegnato difatti con la collega Poghoyosan a collaborare con il Governo armeno per la migliore riuscita delle manifestazioni previste in Italia per quest'occasione, anche rendendo disponibile una sede adeguata ad ospitare eventuali mostre, eventi e convegni.

La civilta’ armena nei versi di Daniel Varujan e Antonia Arslan
Padova news
25-11-2009

Antonia ArslanNell'ambito della rassegna "Immaginare l'Armenia" promossa dall'Assessorato alla cultura del Comune di Padova si terra' sabato 28 Novembre alle ore 18.00 presso l'Auditorium del Centro San Gaetano a Padova il recital "Nel Paese Perduto. La civiltà armena nei versi di Daniel Varujan e Antonia Arslan."
Realizzato dalla collaborazione di terepia - il teatro di figura e "La Casa di Cristallo" con la musica "Armenian Duduk Echoes" di Claudio Fanton eseguita dal vivo da Claudio e Pietro Fanton. Ingresso libero.
Lo spettacolo e' un omaggio al poeta Daniel Varujan e al suo popolo armeno, e accompagna gli spettatori attraverso i colori, le musiche, i sapori e le
tradizioni della cultura armena.

Durante lo spettacolo, infatti, verranno lette dalla celebre scrittrice padovana Antonia Arslan e prenderanno forma attraverso le piu' raffinate tecniche del teatro di figura e dell'oggetto, alcune poesie del grande poeta armeno che fu ucciso a trent' anni nel fiore del suo genio, in un giorno d'agosto del 1915, in un posto qualsiasi di quella sterminata campagna anatolica, che aveva tanto amato.

"Daniel Varujan - afferma Antonia Arslan - si rivela grande poeta dal cuore antico e dalla sensibilità modernissima con una peculiarità tutta sua: l'
equilibrio fra Oriente e Occidente, la capacità cioè di armonizzare l'esuberante ricchezza di immagini e la concretezza tutta visiva della fantasia
orientale con l'educazione e le suggestioni della cultura occidentale. Nelle sue poesie, piene di colori, di saggezza sapienziale e di fresca vitalità, Varujan riesce a toccare veramente ogni categoria di lettori, tocca le corde profonde dell'animo umano, raccontando la vita, le gioie, le preghiere dei semplici, l'angoscia per il padre scomparso in prigione, l'orrore dei massacri
e la bellezza di un campo di papaveri. In tasca, quando fu ucciso, aveva il manoscritto di quello che è considerato il suo capolavoro Il canto del pane."

Durante lo spettacolo, le caratteristiche letterarie e poetiche di Varujan si armonizzano con le musiche appositamente composte da Claudio Fanton e suonate dal vivo, e con l'espressione corporea dei figuranti, creando un canto fatto di ricordi e sensazioni, di dolore e di speranza

G.C.

 
Il sito Zatik.com è curato dall'Arch. Vahé Vartanian e dal Dott. Enzo Mainardi;
© Zatik - Powered by Akmé S.r.l.