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LEGALITĄ INTERCULTURALE A SCUOLA. FILMS PER CONOSCERE LA STORIA
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Categoria: Osservatorio Adolescenti
Data: 06/01/2010
[http://www.ilmediano.it/wbresize/thumb.aspx?t=jpg&f=~/public/img_articoli/OSSERVATORIOADOLESCENTI_301109.gif&w=486&h=0] Il film "La masseria delle allodole" ha stupito gli alunni-spettatori, perché la tragedia degli armeni massacrati dai turchi è stata completamente rimossa dal dibattito storico-politico.
Di Annamaria Franzoni
Nel corso degli incontri del Progetto "Abitare la Legalità Interculturale", svolto presso il liceo Mercalli nei mesi di ottobre, novembre e dicembre, gli allievi delle istituzioni scolastiche e i giovani del territorio hanno affrontato tematiche legate all’integrazione interculturale attraverso un ciclo di film che hanno reso possibile una attenta riflessione su culture diverse a confronto.
Le storie proposte hanno evidenziato, nei modi più svariati, quanto sia complesso il tema dell’integrazione soprattutto quando entrano in ballo gli interessi economico-politico-sociali che hanno caratterizzato la storia del ‘900, sfruttando la paura dell’altro, dello straniero, del diverso per colore della pelle, per religione o cultura a scopi di prevaricazione sul debole se non di sterminio e genocidio.
È il caso del film "La masseria delle allodole", tratto dal romanzo del 2004 di Antonia Arslan e ambientato sulle colline dell'Anatolia, dove nel maggio 1915 vengono trucidati dai turchi i maschi armeni , adulti e bambini, e da dove comincia l'odissea delle donne, trascinate fino in Siria attraverso atroci marce forzate e campi di prigionia, all’interno dei quali subiscono ogni sorta di violenza e sopruso.
Un genocidio dimenticato, ignorato dalla storia e poco affrontato nella letteratura e nella cinematografia mondiale per tutto il secolo intercorso da quei tragici giorni: la responsabilità dei turchi nella Prima Guerra Mondiale non è da considerarsi inferiore a quella tedesca durante la Seconda, ma, mentre i tedeschi hanno riconosciuto i reati perpetrati dinanzi alla storia e all’umanità, i turchi negano le proprie colpe secolari e chiedono di entrare a far parte dell’Unione Europea senza aver chiesto ufficialmente scusa per aver massacrato decine di migliaia di armeni cristiani, contando probabilmente sul fatto che tali eventi atroci siano caduti nel dimenticatoio.
L’emozionalità forte, esternata nel "dopo film" dai ragazzi che hanno assistito col fiato sospeso alla proiezione, è stata certamente provocata dalle scene fin troppo sconvolgenti che i Fratelli Taviani hanno offerto con grande maestria, ma si è concentrata, in modo evidente, sullo stupore dei ragazzi di ignorare completamente questi eventi storici: è emersa così un’ intensa tristezza per i principi violati, una palese frustrazione derivante dalla consapevolezza che questi fatti sono accaduti davvero e che nessuno ne parli, né ne abbia parlato per circa 100 anni.
Gli armeni nel mondo sono più di sei milioni ed è necessario che il governo turco ammetta le proprie colpe dello sterminio: è un omaggio dovuto ai numerosissimi defunti armeni e un riconoscimento ai sopravvissuti.
Il sentimento unanime emerso in questo focus che ha raccolto in effetti le emozioni dell’intero ciclo di film sull’interculturalità è riassumibile nel desiderio forte di ribaltare i termini di una storia che i ragazzi rifiutano: hanno infatti espresso a gran voce che è inaccettabile, nel terzo millennio, che l’uomo non abbia ancora superato l’incapacità di accettare l’altro indipendentemente dal genere, dalla razza, dalla religione, dalla cultura, dalla provenienza.
da ilmeridiano.it REGIONE CAMPANIA
Autore: prof.ssa Annamaria Franzoni
Autore: prof.ssa Annamaria Franzoni
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