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Iniziativa
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050723 - Chiesa Armena in Isfahan
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> Importante progetto dell'associazione Anastasis
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> "Restaurare" il dialogo
In fase di completamento il restauro della chiesa armeno cattolica di Isfahan, Iran. Un progetto, condotto dall'Associazione per il recupero dell'arte cristiana Anastasis con la collaborazione del Governo di Teheran, che rappresenta un'importante possibilità di dialogo.
Isfahan - Nella zona di Jolfa, in Iran, la chiamano Hazrat Maryan, in italiano è invece conosciuta come Chiesa del Santo Rosario, un edificio di culto di cui presto sarà completato il restauro. Il progetto di recupero della chiesa si deve all'Associazione Anastasis, un'organizzazione che si occupa del recupero dell'arte cristiana impegnata nell'occasione nel restauro di questo luogo di culto armeno-cattolico in Iran .
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"Si tratta di una Chiesa che porta con sé tutte le caratteristiche europee e cristiane - spiega Augusto Cesaria, ricercatore di fondi per conto di Anastasis - . Vogliamo ripristinarla affinché possa essere utilizzata come luogo di culto ma vogliamo anche utilizzare i locali adiacenti per svolgere attività di scambio interculturale ".
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> Il progetto di riqualificazione di questo edificio, promosso, oltre che da Anastasis, anche dalla diocesi Armeno Cattolica in Iran, dalla Nunziatura Apostolica di Teheran e dall'Istituto di Formazione Politica Pedro Arrupe, pone le sue radici in un incontro avvenuto lo scorso anno presso l'Ambasciata iraniana in Vaticano, quando ad effettuare il primo passo fu proprio il rappresentante diplomatico della Repubblica Islamica. "L'Ambasciatore iraniano presso la Santa Sede ci ha contattato e ci ha suggerito di cercare una chiesa per il restauro, da quel momento abbiamo avviato la trattativa", racconta Cesaria .
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> Il Governo iraniano non si è, però, limitato alla concessione di permessi, ma ha offerto un'attiva collaborazione mettendo a disposizione architetti e maestranze locali; una scelta che potrebbe inserirsi in un tentativo di apertura da parte del regime teocratico di Teheran: "Il governo iraniano, attraverso la sua rappresentanza presso la Santa Sede, ha voluto dare un chiaro messaggio di dialogo, un tentativo, credo, di uscire dal suo isolamento", spiega Cesaria .
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La minoranza armena si era insediata in Iran nel corso del '900 trovando lì quell'accoglienza che mancava in molti Paesi dell'area, la Turchia su tutti, dove, al contrario, ci fu spazio solo per le persecuzioni. La comunità armena e quella cristiana in generale dovettero, però, affrontare le conseguenze della rivoluzione kohmeninista del 1979 cui fece seguito la chiusura delle scuole confessionali non islamiche e di molti luoghi di culto. A distanza di molti anni le cose stanno cambiando; sebbene il regime di Teheran continui ad essere uno dei più antioccidentali del mondo, è possibile vedere oggi dei segnali importanti di cambiamento nel rapporto con l'esterno , come dimostra quest'ultima vicenda.
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> "Questo approccio mostrato nei nostri confronti - spiega Cesaria - rappresenta un inizio di scambio, un tentativo di sviluppo di reciprocità che fa ben sperare. Speriamo che questi rapporti possano continuare con il nuovo corso iraniano ".
> La vittoria dell'ultraconservatore Mahmoud Ahmadinejad porta con sé dubbi e incertezze per il futuro anche e soprattutto, come ricorda Cesaria, in vista di una sostituzione dei funzionari coinvolti nel progetto a cominciare dallo stesso Ambasciatore presso il Vaticano; le speranze e i programmi futuri espressi da Cesaria restano, comunque, in linea con le attività fin qui svolte. "Ci piacerebbe, in futuro, coinvolgere le imprese italiane che volessero fare investimenti in Iran - spiega l'esponente di Anastasis - . Credo che sarebbe l'inizio di uno scambio importante ".
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> News ITALIA PRESS
V.V
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