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12 March. 2010- Egoyan: «Julianne e Amanda, amanti davanti alla mia cinepresa»
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da Corriere della Sera
Il regista armeno parla di «Chloe», un melò alla Hitchcok con le due attrici coinvolte in un triangolo amoroso La moglie: bella, sofistica, un lavoro gratificante che non basta e lenire i dolori di una crisi da mezz’età. Il marito: piacente e piacione, carismatico, una fanciullesca incoscienza che gli permette di volare leggero. L’altra: una giovane escort, bellissima e biondissima, tanto determinata quanto spregiudicata. Un triangolo classico, quello di Chloe con Julianne Moore, Liam Neeson e Amanda Seyfried (da venerdì 12 nei cinema italiani), dodicesimo film del regista armeno canadese Atom Egoyan, se non fosse per una sottile inquietudine che pervade tutta la pellicola e porta i protagonisti su territorio sconosciuti e piuttosto pericolosi. Un melò dal sapore hitchockiano, non solo per la trama narrativa, ma per la presenza di due attrici Julianne Moore e Amanda Seyfried, riprese tendo in mente i modelli hioctchockiani, da Kim Novak a Grace Kelly. E portate dalla sceneggiatura e dal regista a girare una scena d’amore saffico che non tutte le colleghe avrebbero accettato. «Chloe è il remake di un film francese con Fanny Ardant», racconta il regista di Exotica, che per la prima volta ha girato un film non scritto da lui. «E' stato liberatorio, avere un testo forte e pericoloso servito da una struttura narrativa molto chiara. Lavorare con le due attrici così pronte a perdere il controllo è stato gratificante. Julianne Moore, l’adoro l’ho vista nei altri film, attrice fantastica, capace di farci entrare insieme a lei nel personaggio. Nel film originale Fanny Ardan è misteriosa, non sappiamo cosa pensa invece con di Julianne conosciamo le motivazione che la spingono: è convinta che il marito la tradisca a e per averne la prova assolda una escort.
E' gelosa, e soffre per un senso di perdita, di solitudine, di inaridimento, sente di essere diventata trasparente per il suo uomo. Amanda, la prostituta, non pensi mai che potrà perdere il controllo, anche lei è convinta di essere in grado di governare la faccenda . Questa è la storia di una situazione in cui tutti si trovano in territori che non conoscono».
CORPI E TESTE - Al centro della storia, c'è una moglie che si sente tradita e che si trova coinvolta in una storia d'ossessione amorosa con uan donna molto più giovane di lei. «Girare la scena d'amore tra loro due non è stato difficile, per fortuna Julianen e Amanada si sono fidate di me, regista maschio, sapevano entrambe che sarebbero state fotografate in maniera stupenda.
L'abbiamo realizzata come fosse una scena drammatica, ci interessava mostrare più che i loro corpi quello che era nelle loro teste». E' entusiasta delle due attrici, Agoyan. «Julianne capisce il melodramma. Il rischio che diventi soap opera è sempre forte, serve un'attrice sensibile e intelligente come lei».
Promossa anche la Seyfried, che starebeb per girare un film nei panni di Capuccetto rosso. «Amanda è un'attrcie molto giovane, già capace di scelte non banali».
HITCHCOCK - Nel film l'ispirazione a Hitchcock è dichiarata. «Lui era capace di manovrare, la struttura narrativa, gli aspetti tecnici, la musica, gli attori. La sua conversazione con Truffaut è la migliore scuola di cinema che possa esistere. Una capacità unica di far passare la bellezza attraverso la cinepresa: si sa non c’è niente di più rischioso di una faccia proiettata sul grande schermo
L'ARMENIA - Canadese d'adozione praticamente ad sempre, Egoyan non rinuncia ai suoi legami con la terra d'origine, l' Armenia. «E' così per tutti gli armeni, sono molto forti le nostre origini, è importante adoperarsi perché la storia resti viva, sappiamo che l’unico modo di esistere è di essere ricordati. Per questo la memoria è così forte nel mio cinema, se ricordi qualcuno non può
sparire».
Stefania Ulivi
G.C.
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