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Zatik
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Iniziativa
Culturale: |
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Ecco come Paolo Virzì racconta l.esperienza delle musiche del film e l'incontro con l'autore:
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Per la colonna sonora di questo mio nuovo film ho chiesto la collaborazione ad un musicista che non conoscevo, ma del quale mi avevano parlato molto bene.
Mi dicevano: vedrai, con lui ti troverai benissimo, avete in comune tante cose.
In effetti, la prima volta che l’ho incontrato, ho sentito subito in lui, istintivamente, qualcosa di molto familiare. Mi ricordava qualcosa, un’aria di casa, non so nemmeno come spiegarlo. Sta di fatto che molto presto, lavorando insieme, è nato tra di noi un sentimento che oserei definire fraterno. Se non fosse che la musica di questo film ricorda certe atmosfere russe, anzi, armene
(questo musicista dev’esser nato in Armenia), come le sinfonie popolari di Kachaturian, o anche americane, come certe melodie da fiaba nera di Danny Elfman (anzi dev’esser nato in America da genitori armeni), avrei detto che un musicista così non può esser nato che a Livorno, proprio nel mio quartiere, che si chiama Sorgenti. Periferia nord, dove il mare non si vede ma se ne sente la nostalgia, un rione di caseggiati popolari stretto tra l’Aurelia, la ferrovia e una campagna tenebrosa, piena di fossi e rigagnoli dall.odore sulfureo, di misteri insolubili, come .Sergino il maniaco dei pratini., o .Luisa la Puppona di Viale Ugo Foscolo., dove oltre le chiome dei pini dei giardinetti svettano le fumiganti ciminiere delle raffinerie che diffondono fin qui l’inconfondibile e dolcissimo tanfo di nafta. E invece, evidentemente, il paesaggio del Paese di questo musicista (forse la New York yiddish di Bernard Herrmann?) deve aver prodotto sulla sensibilità di questo autore una suggestione simile a quella che su di me hanno prodotto le prodezze e le vicissitudini dell’infanzia livornese in un quartiere come Sorgenti.
Comunque lo ringrazio molto, questo bravissimo musicista, perché ha cosparso su questo film una specie di polverina magica, una malìa affettuosa e piena di umana compassione, un misterioso magone che, insomma, non va né su né giù. Ho molto apprezzato l’incrociarsi di grandi orchestrazioni epiche (ma sempre dolci e persino spiritose), con insinuanti melodie che sembrano fischiettate sottovoce e però spezzano il cuore, e che mi pare abbiano dato al film una luce anche importante, senza mai diventare pompose o importanziose. Proprio lo spirito con cui a me piace fare i miei film. Insomma, devo proprio dirlo, mi son trovato molto bene con questo eccezionale compositore che non conoscevo, e ho la sensazione che in futuro lavoreremo di nuovo insieme..
G.C
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