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La diaspora dei segni a Venezia
da Opinione,.it
Giugno 2010 - La diaspora dei segni arriva a Veneziadi Elviro Di MeoCosa legano le sculture urbane di Justin Peyser, l.artista newyorchese laureatosi ad
Harvard presso il Department of Visual and Environmental Studies - facoltà che risente negli anni dell.influenza culturale della Bauhaus . e gli ambienti solenni e rarefatti, imbevuti di storia, di Palazzo Ca.Zenobio, a Venezia? Cosa hanno in comune l.architettura di un tipico interno veneziano con le sculture leggere, fatte di latta e saldate, ideate dall.artista? Apparentemente niente, se non si riuscissero a cogliere in quelle composizioni metalliche i segni e i significati, per certi versi allegorici, di antiche diaspore.
Opere che si muovono da lontane derive per incontrarsi in laguna, riunite dallo stesso
Peyser in un ritrovo ironico e mutevole tra le narrazioni seicentesche del Palazzo. .Alla Deriva. è il titolo della Rassegna, in programma dal primo
luglio al prossimo 21 novembre.
Un'occasione di ulteriore confronto culturale e dialettico, caratterizzato dalla pluralità di linguaggi trasversali affidati alla codificazione del potere visivo dell.immagine stessa . potere molto più
immediato di qualsiasi intervento didascalico . che si muove, di pari passo, insieme ad altre iniziative che vanno definendosi, in un momento di grande
vivacità che vede protagonista, ancora una volta, la città veneta; dove regna su tutto, alla pari di un grande occhio spalancato sul mondo, la 12. Mostra
Internazionale d.Architettura, firmata dall'architetto giapponese Kazuyo Sejima.
La Rassegna di Peyser, fortemente voluta dalla Direzione Artistica di Palazzo Zenobio, a cura di Roberta Semeraro, con il patrocinio del Comune e
della Provincia di Venezia, della Regione del Veneto e realizzata dall'Associazione Culturale .La Sesta Arte., grazie al contributo del Collegio Armeno Moorat-Raphael, si compone di otto .sculture piatte. che testimoniano il primo periodo del lavoro di Peyser e di dieci personaggi iconici, a tutto
tondo, rivestiti di rappezzi di metalli diversi e segnati da spesse saldature.
Il coordinamento dell.evento è stato affidato a Tamara Andruszkiewicz. .Queste grandi lamiere tenute in equilibrio da un contrappeso di sabbia posto alla base . scrive la curatrice - portano evidenti sulle loro carcasse vuote i segni della mano che le ha piallate, arrotondate, battute e infine saldate.

Alcune di loro come Doge, Pot Belly Stove e Angela sono rivestite di colore.
(.) I segni diventano macchie e sofferenza di quell.allontanamento avvenuto nel tempo, di quella dispersione che le ha vuotate di contenuto. Peyser conosce per sua storia personale il sacrificio di un popolo che lotta per non perdere la propria identità etnica e culturale ed è solidale con i figli della diaspora armena che abitano questo luogo. (.) L'esperienza di Venezia ha inaugurato nella carriera dell'artista un nuovo umanesimo. Dalle sue superfici piatte è nata la figura a tutto tondo. Pot Belly Stove, come afferma l'artista, potrebbe essere anche una donna incinta e così il suo ventre rigonfio di acqua e fuoco conterrebbe il principio alchemico stesso della creazione.. E proprio negli spazi solenni del nobile palazzo sarà proiettato, per tutta la durata della Mostra, il video ...Alla deriva., diretto da Marco Agostinelli. Un omaggio all'autore, a New York e a Venezia, e ai materiali differenti; che, seppur contrapposti, vivono nello stesso afflato, quali il ferro, il fuoco e l'acqua.
.Il Doge, Platform Shoe, Tricorno e Pot Belly Stove hanno Venezia come referente. Le altre [..creazioni.] . commenta Peyser - sono meno specificamente veneziane. Le sculture sono zavorrate ma le angolature possono cambiare. Siamo un pò sbilanciati nella diaspora, ondeggianti tra due patrie. Mi piace pensare che Angela sia discesa dal soffitto del XVI secolo. La mitra di Bishop
(vescovo) è aperta, così come la indossano gli armeni. Ho lasciato le saldature ruvide e le bruciature della fiamma visibili: andare vagabondando nella diaspora lascia cicatrici..
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