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050803 - Simona Marchini:... una testimonianza internazionale sulla etnia degli armeni,per questo sono già in contatto con Antonia Arslan la deliziosa autrice della ”Masseria delle allodole”.
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Lunedì 1 Agosto 2005 Chiudi chiudi finestra
Un Chaplin in cartellone
Simona Marchini: il prossimo anno sarà per Mozart
di LUIGI FOGLIETTI
TODI - Cala il sipario su questa edizione 2005 del ”TodiArteFestival”. Le luci della ribalta non stagliano più sui fondali degli spazi usati come scene per gli spettacoli quella "ombra" che li ha accompagnati quale fil rouge. Anche l'ombra ormai è assorbita totalmente dal buio.
Ma non è tanto lontana. Si parla infatti del prossimo settembre, già si intravede la nuova luce della programmazione della edizione 2006 che potrebbe essere nel segno di Mozart, nel duecentocinquantesimo anniversario dalla sua nascita.
La soprintendente Simona Marchini è soddisfatta. Ma la domanda è d’obbligo: sta già guardando avanti?
«Certo. Essendo l'anno mozartiano penserei ad un ”Così fan tutte” o ad un ”Don Giovanni” - ma come al solito tutto dipenderà dalla cassa. Certo che, dopo il successo della ”Cenerentola” di quest'anno, e la soddisfazione che mi hanno dato alcuni osservatori locali nell'annoverarmi nella storia musicale cittadina per averla portata per la prima volta a Todi, la tentazione è forte e potrei farmi un altro regalo. E' ancora prematuro, ma mi piace pensare ad ospitare uno spettacolo straniero, ne vorrei uno delizioso del nipote di Chaplin».
Altre idee in embrione?
«Vittoria Ottolenghi ha già in mente un galà sul tema ”Danzare una canzone”, coreografare cioè pezzi celebri. Amedeo Amodio, una altra cosa con fanciulli prodigio. Per il teatro, ad esempio, una testimonianza internazionale sulla etnia degli armeni, per questo sono già in contatto con Antonia Arslan la deliziosa autrice della ”Masseria delle allodole”. Però è necessario che ci sia sempre una maggiore partecipazione, perché il festival di Todi non è solo della Marchini, ma di tutti. Per creare un ulteriore spirito di coesione faremo incontri e scambi di idee per tutto l'anno, anche con le scuole».
La domanda sul futuro è d’obbligo anche per il sindaco Catiuscia Marini. Sindaco, nel 2006 cosa succederà?
«Il nostro festival cresce di anno in anno e compito del Comune sarà quello di incrementare il sostegno anche economico, congiuntamente ad altre istituzioni pubbliche. In particolare difenderemo ancora una formula di festival che vede in Todi un luogo dove si pensano e si realizzano spettacoli specifici, non siamo e non saremo una rassegna e difendiamo con orgoglio il fatto che con contenute risorse promuoviamo presenze artistiche e qualità degli spettacoli all'altezza dei grandi festival nazionali».
Simonpietro Cussino, responsabile dell'organizzazione del Festival. Dal suo punto di vista, che bilancio può fare?
«Il bilancio dell’edizione di quest'anno, che si è chiusa con il tradizionale ”Arrivederci in musica” dato dalle belle voci liriche di Daniela Donaggio, Giuliano Pelizon, Alessandra Sanmarchi, accompagnati al piano da Andrea Attucci, è altamente positivo. Abbiamo avuto un incremento del 25% di pubblico, con oltre 13 mila biglietti venduti con qualcosa che riteniamo molto importante, cioè la sottoscrizione di ben 155 abbonamenti, di cui 35 da sostenitore, 60 ordinari, 60 ridotti».
Simona Marchini, ritiene sia stato un ”festival di qualità” o una via di mezzo?
«E' tempo di riflessioni su quello che è stato ed allo stesso tempo di prospettive. Siamo qui con molto coraggio e con altrettanta tenacia a dire con convinzione della qualità alta e della costante tenuta del festival che non ha mai avuto cadute in nessuna delle tre sezioni: teatro, musica e danza».
Catiuscia Marini, non ritiene che ci sia troppa aria di auto-legittimazione?
«No, ringrazio veramente tutti per la qualità del festival. Come sindaco di Todi
posso dire che è un festival particolare, difeso tenacemente, difesa la formula e la qualità tutelandone il marchio. Appare cresciuto anche nella capacità di ospitare cose nuove con le poche risorse che abbiamo a disposizione. Crediamo di essere tra i festival più importanti anche perché ce lo dicono gli attori e le persone che ospitiamo, per la formula del lancio dei giovani».
E con quali risorse si svilupperà il Festival?
«Occorre incrementare risorse pubbliche importanti. Questo sarà anche il discorso che faremo nel momento del rinnovo della convenzione a Simona. E ciò anche alla luce di alcune trite polemiche apparse su un giornale locale che si chiedeva perché i soldi pubblici qui sono pochi senza però domandarsi come vengono spesi tanti soldi pubblici in altri festival dove le risposte sono minori. Un’ultima cosa: c’è una grande soddisfazione per la risposta del pubblico».
Quindi Simona Marchini è confermata?
«Nei prossimi mesi la giunta si appresterà a rinnovare il mandato a Simona, mandato che naturalmente riguarderà i tempi legati al mio».
Qualcuno dice che è un festival di parte.
«Falso, questa manifestazione non è, e non deve essere considerata di una parte politica. Testimonianza ne sono state le presenze istituzionali di maggioranza e di minoranza al galà di danza, serata sponsorizzata dalla Regione Umbria».
Patrick Rossi Gastaldi, direttore artistico della prosa. Sono sufficienti gli spazi che offre Todi?
«Il nostro festival non è una rassegna e tutto nasce appositamente per esso. A bilancio devo dire di essere sereno per il lavoro fatto per costruire queste proposte che sono nate per Todi. Per il futuro vedo tanti spazi bellissimi in giro per la città che vorrei utilizzare e poi spostare verso la notte alcuni momenti».
Massimo Fargnoli, direttore artistico della sezione musica. Costano molto gli artisti?
«Il festival è cresciuto all'interno della sua struttura in tutte le sue branche; ma non cresce purtroppo dal lato delle risorse, tanto che alcuni artisti vengono a titolo di amicizia».
Giannetto Serafini, city manager. La città, ”sente” il festival?
«Ritengo che quest'anno il Festival abbia avuto una svolta significativa per i contenuti e per il rapporto on la città. Devo dire grazie anche ai miei collaboratori come Carla Capoccia e Gianmarco coppetti e all'ufficio cultura con Francesca Pazzaglia e Marco Caporali».
V.V
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