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Tocchi il turco e muori- Il libro dei sussurri- Il difficile dialogo sul Karabakh -Pallottole e muri-Baku nel Consiglio di Sicurezza- Il Gruppo di Minsk- Il viaggio di Sarkozy-
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di Maria Luisa Stasi - 15.11.2011
La legislazione turca espone un professore di storia al costante timore di essere perseguito penalmente per le sue opinioni sugli avvenimenti del 1915 relativi alla popolazione Armena, limitando la sua libertà di espressione in violazione dell.art. 10 della CEDU. E. quanto ha deciso con sentenza la Corte europea dei Diritti dell.Uomo lo scorso 25 ottobre, richiamando nuovamente l.attenzione sul grado di tutela delle libertà fondamentali in Turchia.
Altug Taner Akçam, turco-tedesco residente ad Ankara, negli anni, in qualità di docente di storia, ha condotto ricerche e pubblicato articoli su quanto accaduto lo scorso secolo agli Armeni dell.impero ttomano. Com.è noto, per le autorità turche non si trattò di genocidio. Al punto che per alcuni gruppi estremisti ed ultranazionalisti, il semplice ricorso a tale espressione costituisce un vero e proprio oltraggio alla .turchicità.. Reato punibile con la reclusione da sei mesi a tre anni ai sensi dell.art. 301 del codice penale nazionale.
Nell.ottobre del 2006, in un editoriale pubblicato sul quotidiano turco-armeno AGOS, il Prof. Taner Akçam criticò aspramente il processo penale instaurato nei confronti del connazionale Hrant Dink, giornalista del medesimo quotidiano accusato di aver violato proprio l.articolo 301. La pubblicazione costò all.autore ben tre denunce, che si conclusero con un nulla di fatto.
Tuttavia, il professore decise di rivolgersi alla Corte di Strasburgo, lamentando che le accuse rivoltegli avevano destabilizzato la sua vita personale e lavorativa: i media lo definivano .spia tedesca. o .traditore.,
riceveva lettere di insulti e minacce di morte ed il timore e l.ansia causati da questi avvenimenti lo avevano portato, nel giugno del 2007, ad interrompere le sue scritture sugli Armeni.
Lo scorso ottobre, la Corte ha riconosciuto che, nonostante le modifiche apportate negli ultimi anni, i termini della normativa turca in materia di lesa .turchicità. sono eccessivamente vaghi e non consentono agli individui di regolare le loro condotte o di prevedere le conseguenze dei loro atti.
Pertanto, afferma la Corte, l.art. 301 costituisce una continua minaccia alla libertà di espressione garantita dalla CEDU.
Procedimenti sulla base di tale articolo sono stati in passato intentati nei confronti di autori di fama internazionale, quali Orhan Pamuk e Elif .afak. Nel primo caso, il Ministero della Giustizia non ha concesso l.autorizzazione a procedere, mentre nel secondo, la corte penale di Beyo.lu ha ritenuto che il romanzo .La bastarda di Istanbul. fosse frutto di finzione e pertanto le affermazioni dei suoi protagonisti non potessero costituire un.offesa alla turchicità..
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Tragedia armena e amore per la vita nei sussurri di Vosganian
Martedì 15 Novembre 2011 12:39 Non fosse altro che per avvicinare una tragedia ai più sconosciuta vale la pena leggere Il libro dei sussurri di Varujan Vosganian, scrittore rumeno di famiglia armena. Il genocidio del suo popolo a opera dei Turchi è certo uno dei capitoli neri della storia meno conosciuti. Si dirà, gli Armeni non hanno troppi santi in paradiso, fors.anche meno dei popoli rom su cui pure è stata sottolineata da pochi volenterosi la penuria di studi che ne raccontino le sciagure.
Il primo episodio grave a carico del popolo armeno è datato alla fine dell.Ottocento, ma quello più atroce porta l.anno 1915. I Turchi, con l.aiuto dei Curdi (adeguatamente sobillati dalla rassicurazione di spartirsi il loro territorio), punirono il legittimo desiderio di autonomia degli Armeni (nella stragrande maggioranza cristiani) incendiando i loro villaggi e passandone migliaia per le armi. Vosganian ricostruisce queste vicende, le fanfare di guerra che annunciavano l.arrivo dei predatori, la quiete domestica adusa alla paura, la consapevolezza di essere destinati a una vita instabile, incerta.
Difatti, venti anni dopo la storia si ripeterà in maniera ancora peggiore e in un certo senso definitiva. Secondo lo psicoanalista Luigi Zoja, autore di un libro recente e capitale sulla Paranoia, i piani di sterminio dei nazisti sugli ebrei erano .preventivi., quelli dei Turchi sugli Armeni nacquero dall’inconscio collettivo.
Di sicuro, dopo l.arresto e la fucilazione di alcune centinaia di famiglie armene di Costantinopoli nell’aprile del .15, tutti gli altri appartenenti alla comunità dovettero abbandonare i luoghi in cui vivevano e percorrere centinaia di chilometri per fuggire alla furia dei Turchi.
Vosganian, che è stato in passato un componente importante del governo del suo paese, ora senatore, in questo che viene considerato un libro fondamentale dell’odierna Romania (l’editore è Keller), racconta vicende private e pubbliche di una popolazione mite e sommessa, dalla storia tragica della quale avrebbe
volentieri fatto a meno (sui morti le cifre sono incerte). Nelle minuziosi ricostruzioni storiche e soprattutto nelle memoria di una famiglia costretta ad abbandonare le sua terra, emerge difatti un silente ma acuto amore per la vita.
Il libro a tratti potrebbe sembrare una saga, ma non lo è, perché la storia che racconta non può consolare granché, nonostante il tono non sia mai acceso, polemico. Descrive i vecchi quartieri dei poveri antenati in cui .i segretivenivano raccontati a bassa voce, sussurrando.. Odori, cibo, storie raccontate dagli anziani per deliziare i più piccoli e insegnare quel che c’è da insegnare. Poveri ma amanti della lettura, colti. Il tono passa dal malinconico all.elegiaco, non si nega il sorriso lieve; il ritmo non sempre felice. La tragedia incombe (.Nessuno può dire di sapere davvero cosa sia il silenzio, se non sente sulla schiena il crepitare dell.arma che viene caricata.), e in un certo senso non finisce con il genocidio di un secolo fa. Non mancano i
collaborazionisti, infatti, come sempre, persino i negazionisti che hanno le loro intollerabili ragioni - una sola: l.opportunismo. Del resto, non tutti sono in grado di imparare la lezione, quella di cui scrive Vosganian:
I guerrieri del mio popolo mi trasmisero la forza di essere sconfitto, poiché solo i vinti muoiono davvero per lo loro idee..
Michele Lupo
Varujan Vosganian
Il libro dei sussurri
Keller Editore
pagine 480
18,50 .
Il difficile dialogo sul Karabakh
Ilenia Santin | Yerevan
14 novembre 2011 0 Commenti
Scontri sulla linea del cessate il fuoco rendono difficile la continuazione del dialogo diplomatico sul Nagorno Karabakh. Proseguono tuttavia la diplomazia della società civile e gli sforzi internazionali per un accordo di pace.
Senza esito le prove di riavvicinamento tra Armenia e Turchia dopo il terremoto di Van Nel suo discorso alla 66° sessione dell.Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il 23 settembre scorso, il presidente armeno Sargsyan ha lanciato un atto d'accusa contro l'Azerbaijan: .L.assenza di volontà da parte azera di raggiungere un accordo e la sua posizione 'o tutto o la guerra' impediscono qualsiasi progresso nei negoziati.. Il presidente armeno si è dichiarato inoltre preoccupato per il .diffondersi dell.armenofobia tra le giovani generazioni., affermando che .dichiarazioni bellicose e minacce di guerra da parte azera si sono intensificate e le violazioni del cessate il fuoco, che continuano a colpire le vite di persone innocenti, sono diventate sempre più frequenti. Qualsiasi avventurismo da parte azera . ha sostenuto Sargsyan .
spianerebbe la strada al riconoscimento formale da parte armena dell.indipendenza del Nagorno Karabakh..
Pallottole e muri
Sul fronte, intanto, continuano le schermaglie: il 6 ottobre tre soldati . uno armeno e due azeri . sono morti in uno scontro a fuoco. Baku ha intrapreso l’iniziativa della costruzione di un muro nel villaggio di Ota Gerbend, nella regione di Aghdam. La barriera . lunga 700 metri e alta 3 . si tenderà lungo il confine sudoccidentale col Nagorno Karabakh e .servirà a proteggere gli azeri dagli spari provenienti dalla parte armena., ha riferito la Radio Pubblica Armena il 13 ottobre. Il portavoce della presidenza del Nagorno Karabakh, David Babayan, ha definito la costruzione del muro .in qualche modo bene accetta, poiché definisce il confine., mentre il portavoce dell.esercito del Karabakh, Senor Hasratyan, ha dichiarato all.agenzia ArmInfo che .le forze armate del Nagorno Karabakh non hanno mai sparato e mai spareranno contro i residenti azeri: le pallottole armene sono per i combattenti azeri che continuano a violare il cessate il fuoco..
Baku nel Consiglio di Sicurezza
Secondo Armenialiberty, l.Armenia si è invece mostrata .impassibile. alla notizia dell.assegnazione all.Azerbaijan di uno dei seggi non permanenti del Consiglio di Sicurezza ONU, a partire dal prossimo gennaio. Durante la seduta parlamentare del 25 ottobre, Eduard Sharmazanov, portavoce del partito
Repubblicano, ha minimizzato l.evento: .La vittoria azera alle Nazioni Unite non avrà ripercussioni sul conflitto poiché i tre Paesi co-presidenti del Gruppo di Minsk sono membri permanenti del Consiglio di Sicurezza e la loro posizione è in sintonia con l.Armenia., ha sostenuto Sharmazanov, riferendosi a quando, nel 2008, USA, Francia e Russia avevano votato contro la proposta di risoluzione sul Nagorno Karabakh presentata dall.Azerbaijan per chiedere il ritiro immediato e incondizionato delle truppe armene.
La diplomazia della società civile Mentre i rapporti tra le parti restano tesi, a livello internazionale si susseguono le iniziative dei mediatori. L..Istituto per l’Analisi e la Soluzione dei Conflitti. della George Mason University (Washington) ha ospitato il 17 ottobre una conferenza internazionale sulla .Valutazione dello stallo nel processo di pace in Nagorno Karabakh., a cui hanno partecipato esperti ed analisti da USA, Armenia e Azerbaijan. Moderata da Thomas de Waal del centro studi Carnegie Endowment, la conferenza ha segnato il primo incontro dopo tanto tempo tra armeni e azeri sul terreno della cosiddetta .diplomazia parallela.
(.track two diplomacy.), messa in atto da attori della società civile per promuovere i contatti tra le parti. .I rappresentanti di entrambi i Paesi hanno raggiunto un sostanziale accordo sulla necessità di ampliare il dialogo e coinvolgere il Karabakh., ha spiegato Richard Giragosian a Mediamax il 26 ottobre. Il direttore del centro studi Regional Studies Center era tra i rappresentanti armeni al simposio: .Noi delegati armeni abbiamo ovviamente difeso la posizione di Armenia e Nagorno Karabakh ma parlare, discutere e dissentire è comunque meglio che sparare o rifiutarsi di stare nella stessa stanza. Come nel caso dei rapporti con la Turchia . ha proseguito Giragosian .
è necessario maggiore dialogo [.] e le possibilità di dialogo e comprensione reciproca sono ora maggiori a livello di società civile..
Il Gruppo di Minsk
Oltre ai progressi registrati dalla .diplomazia parallela., rimane costante l.impegno della .diplomazia tradizionale. rappresentata dal Gruppo OSCE di Minsk. Il 24 ottobre, al termine della loro ultima visita nella regione, i tre co-presidenti del Gruppo hanno rilasciato una dichiarazione congiunta dove annunciavano che .le parti si sono provvisoriamente accordate per investigare sui casi di violazione del regime del cessate il fuoco lungo la linea di contatto e sul confine tra Armenia e Azerbaijan.. Durante la visita, i tre mediatori hanno attraversato a piedi la linea di contatto ad est del Karabakh:
.L.attraversamento ha dimostrato che la linea non è una barriera permanente tra popoli vicini e che quindi un coordinamento militare sarebbe possibile laddove le parti lo volessero..
Il viaggio di Sarkozy
Ad occuparsi personalmente della questione anche il presidente francese Sarkozy, in visita nelle tre capitali sud caucasiche agli inizi di ottobre.
Nella conferenza stampa del 7 ottobre a Yerevan, Sarkozy ha raccomandato alle autorità armene di .continuare il percorso verso la pace con l’Azerbaijan, cosa che incontra gli interessi di entrambi i Paesi. poiché entrambi i popoli hanno bisogno di pace.. Durante la tappa armena, il presidente francese ha colto l’occasione per esaminare anche il processo di riconciliazione con Ankara, raccomandando alla Turchia di .riconoscere come genocidio i massacri della Prima Guerra Mondiale: se la Turchia non facesse questo passo verso la riconciliazione, si potrebbe considerare la proposta di adottare una legge contro la negazione del genocidio. Non spetta alla Francia dare alcun ultimatum [.] perché spero che la società e la dirigenza turca rispondano appropriatamente..
Ankara-Yerevan:
la diplomazia del terremoto Nonostante le pressioni internazionali, nemmeno il terremoto nella provincia di Van è riuscito ad avvicinare Ankara a Yerevan. Pur avendo accettato gli aiuti
offerti da Yerevan . 40 tonnellate di materiale inviate alla città di Izmir per lo smistamento . il primo Ministro Davutoglu ha ridimensionato l’evento: .Gli aiuti non avranno alcun ruolo nel processo di riconciliazione: la posizione turca nei confronti dell.Armenia non cambierà perché dipende da problemi
politici., ha riportato il canale televisivo internet Slaq.am il 28 ottobre.
Durante la seduta parlamentare del 3 novembre, il ministro degli Esteri Nalbandyan ha replicato che .tali dichiarazioni non contribuiscono certo al processo di normalizzazione dei rapporti [.] ma dimostrano che la Turchia continua la sua politica non costruttiva..
G.C
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