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Omar Khayyam e Regione Toscana.
Relazione dell'Ambashatore Hosseini al convegno organizzata dalla Regione Toscana Merc. 26 ott. del 2011 nella Sala Gigli alla presentazione delle “Quartine” di ’Omar Khayyâm. Marco Carraresi: “Dialogo e confronto culturale rafforzano la pace” per Omar Khayyam;

Nel nome di Dio;

Hakim Omar Khayyam Nishaburi noto anche come al-Khayyāmī (o al-Khayyām) e’ nato nella citta’ di Nīshāpūr in Iran nel 1048 ed è stato un filosofo, matematico, astronomo e poeta persiano del tempo dei Selgiuchidi Universalmente noto, Khayyam è stato oggetto di studi, pubblicazioni e seminari in molti paesi del mondo e molto spesso e’ stata considerata solo la dimensione letteraria, sottovalutando gli apporti fondamentali che egli diede all’evoluzione di materie scientifiche come la matematica e l’astronomia.

Pertanto oggi Khayyam è più conosciuto come poeta per le sue celeberrime Rubayat , che come scienziato. L’opposto di quanto avvenne ai suoi tempi.

Nonostante le difficoltà del tempo riesce a scrivere vari libri su aritmetica, algebra e musica prima dei venticinque anni. Nel 1070 a Samarcanda riesce a scrivere il Trattato sulla dimostrazione dei problemi di algebra, il suo libro più importante.
George Sarton considera Khayyam tra i più grandi matematici del medio Evo e considera il suo Trattato sull’ Algebra tra i più importanti della sua epoca. Nella prima metà del XVIII sec. Girolamo Saccheri, matematico italiano costruisce il suo postulato delle rette parallele in base alle opere di Khayyam sull’ argomento. E secondo J.L.Berggren chiunque studi l’ algebra khayyiamiana troverà estremamente chiare le sue tesi.

A partire da un problema geometrico giunge a porsi il problema della soluzione dell'equazione cubica . Di questa equazione trova una soluzione numerica approssimata e stabilisce che questa equazione può essere risolta mediante le coniche ma non è risolvibile facendo uso esclusivamente di riga e compasso, in tal modo anticipa un risultato di 750 anni dopo.

Egli inoltre imposta in modo molto generale la problematica della trasformazione dei problemi geometrici in problemi algebrici e della soluzione delle equazioni cubiche. Egli si rende conto che le equazioni cubiche possono avere soluzioni multiple, precedendo i lavori degli algebristi rinascimentali italiani. Si occupa anche del triangolo di Blaise Pascal e dei coefficienti binomiali. Affronta anche le difficoltà poste dal V postulato di Euclide e dimostra alcune proprietà delle geometrie non-euclidee.

Omar Khayyam costituisce una parte inseparabile dell'impressionante storia della scienza iraniana ed islamica.

A Esfahan, ospite del sultano Selgiucchide Jalal-al-Din Malek-Shah crea il calendarioJalali che, secondo gli astronomi e i matematici è più preciso del calendario gregoriano. Si dice che il calendario solare ideato da Omar Khayyam mostra un errore nel calcolo dei giorni e dei mesi solo una volta ogni 10.000 anni.

Fondò un osservatorio astronomico ad Isfahan, dove per 18 anni guidò gli astronomi dell'osservatorio nel conseguimento di risultati di altissima qualità: la compilazione di accurate tavole astronomiche e la riforma del calendario.

Al di fuori degli ambienti matematici Omar Khayyām è noto per la sua attività poetica, benche appaia certo che egli non fu un poeta professionista: probabilmente componeva nei ritagli di tempo e per un pubblico ristretto di amici e intenditori. Sotto questo aspetto egli è noto per le bellissime Quartine (Rubayyāt), che contengono temi, assai profondi, come ad esempio: una meditazione originale sulla morte e sui limiti della ragione umana "impotente" di fronte al mistero dell'esistenza;

Circa 100 quartine furono tradotte in inglese da Edward Fitzgerald nel 1859, che ne diede una interpretazione in chiave edonistica e epicurea ottenendo - malgrado la loro scarsa fedeltà al testo originario - una vasta popolarità che fini per oscurare la pur profonda attività scientifica di Khayyam.

L'estensione del "corpus khayyamiano" è tuttavia materia di discussioni e controversie non ancora risolte: i non pochi manoscritti contengono dalle poche decine fino a un migliaio di quartine. Varie sono pure le opinioni sulla lettura della sua opera: secondo alcuni i temi sono quelli apparenti, cioè quelli di uno scetticismo radicale, legato anche alla considerazione della caducità delle cose umane, e il tema del "carpe diem"; secondo altri i temi apparenti nascondono contenuti mistici e le immagini terrene e soprattutto bacchiche sarebbero da interpretarsi allegoricamente.

Il metro è il tetrastico persiano da cui deriva il titolo (quartine). Ogni quartina racchiude un concetto compiuto, è composto da quattro versi: il primo, il secondo ed il quarto verso sono legati dalla rima, mentre il terzo era libero. Il poema di Omar è tutto simbolico: il Vino simboleggia l’oblio, la rosa la bellezza della vita, il Vasaio il Creatore, i vasi l’umanità.
Omar, nei suoi Rubaiyat sa essere di una semplicità dolce e idilliaca, di una non comune potenza, di una raffinatezza orientale pur celando sotto la sua amara tragedia.
Le quartine di Khayyam che gli hanno dato popolarità a livello internazionale sono una collezione di poemi di essenza filosofica e natura ontologica in cui Khayyam rivela i suoi punti di vista scettici riguardo alla modalità del mondo materiale e all'esistenza dell'essere umano. E' opinione diffusa che Khayyam avesse un punto di vista pessimista e cinico riguardo al mondo materiale:
Contestualmente le quartine di Khayyam possono essere divise in cinque categorie principali:

1 – i misteri dell'universo;
2 – le cose inevitabili della vita come il destino e l'infedeltà del mondo;
3 – le domande;
4 – la modalità della vita sociale;
5 – i momenti allegri della vita.

Ci sono numerose traduzioni disponibili delle quartine di Khayyam in varie lingue fra cui inglese, tedesco, olandese, francese, italiano, danese e arabo. Nonostante sia a livello letterario di importanza minore rispetto all'opera in poesia "Shahnameh", formata da 60.000 coppie di versi, di Ferdousi che riportò in vita la lingua persiana nell'epoca cruciale della conquista araba della Persia, Rubiyat ha comunque ricevuto molta attenzione in vari paesi e la comunità internazionale ha ammirato Khayyam e reso onore al suo capolavoro artistico.

Le relazioni culturali tra l’ Iran e l’ Italia.

l’Iran e l‘Italia sono tra le più antiche civiltà dell’Umanità e sono da sempre considerate culle di cultura e di civilizzazione nelle aree del medio oriente e del mediterraneo e hanno svolto un ruolo importante nella promozione del livello della cultura delle società a loro vicine. Questi due paesi hanno anche svolto un ruolo molto importante nella diffusione di due religioni monoteistiche nel corso dei secoli scorsi tant’è che l’ Italia è considerata il cuore del cristianesimo e l’ Iran uno dei grandi poli del mondo islamico. Naturalmente due nazioni con così lunghe storie di civiltà e cultura dispongono di importanti potenzialità nello sviluppo dei loro rapporti e fortunatamente uno sguardo ai rapporti bilaterali tra l’ Iran e l’ Italia evidenzia bene queste affinità nei tre settori culturale, religioso e storico.

Le prime testimonianze delle relazioni culturali tra l’ Iran e l’ Italia risalgono al periodo sassanide. Nel 533 fu stipulato un trattato di pace tra Cosroe I ,imperatore sassanide e Giustiniano, imperatore bizantino, in base a cui gli ultimi sette filosofi della accademia di Atene , che si erano riparati nell’ impero persiano , ricevettero il permesso di tornare nei territori dell’ impero bizantino.

Anche nell’ era islamica sono continuate le interazioni culturali tra l’ Iran , grande paese della civiltà islamica e l’ Italia, centro della cultura cristiana.

Nella prima metà del XII secolo il libro al Iqtisad fil’i’tiqad di Mohammad Al Ghazzali fu tradotto in Italia. Le opere di Avicenna e più di settanta importanti volumi di autori islamici e iraniani sono state tradotte in latino da un italiano Gherardo da Cremona. Nel 1350 il Libro Al’ Hawi di Zacaria Razi, fu tradotto in latino su ordine di Carlo I dà Angiò Re di Napoli e di Sicilia. Tra il 1886 e il 1889 la traduzione completa dello Shahname di Ferdousi ebbe luogo attraverso Italo Pizzi famoso iranista . Nel 1933 in occasione del millesimo anniversario della nascita di Ferdousi , una piazza di Roma fu dedicata al sommo poeta e nel 1951 vi fu istallata la statua, che tutt’ora e’ ammirabile.

Numerosi orientalisti italiani, anche dopo la seconda Guerra Mondiale, hanno reso un prezioso servizio nel far conoscere e divulgare la cultura e la tradizione iraniana in Italia. In quegli anni l’ Italia divenne uno degli importanti centri di studi iranologici e ospita un importante congresso mondiale che si svolse nella capitale italiana.

Nel 1950 ebbe inizio la nuova stagione dei rapporti culturali tra i nostri due Paesi , vi furono sempre più studenti iraniani nelle Università iraniane . Nel 1958 vi fu la firma dell’ Accordo culturale tra Iran e Italia in base a cui il Governo italiano ogni anno concedeva un determinato numero di borse di studio agli studenti iraniani. Poco dopo fu istituito il corso di laurea di Lingua e letteratura italiana nell’ Università (Melli) Shahid Beheshti e nel 1963 fu aperto l’ Istituto culturale italiano a Teheran.

Nel Marzo del 1971 il congresso internazionale degli iranisti dal titolo “Iran nel Medioevo” alla presenza di iranisti da tutto il mondo e con la collaborazione dell’ Istituto culturale iraniana e l’ Accademia dei Lincei di cui un importante risultato fu la creazione di un istituto di Iranistica italiana.

I rapporti culturali tra Iran e Italia sono continuati dopo la vittoria della rivoluzione islamica in Iran e sono in corso buone collaborazioni culturali nel settore archeologico. Si buon infine affermare che le relazioni e interazioni culturali tra gli esperti dei due Paesi siano degne di lode, ma senz’altro meritino ulteriore approfondimento.

Quanto finora detto testimonia la grande storia dei nostri rapporti culturali che ci vede protagonisti attivi nel corso dei secoli e ci ricorda nel contempo che nonostante il pregevole passato, negli anni più recenti per vari motivi, sono state perse alcune preziose occasioni di ampliare le relazioni, molto quindi ancora resta da compiere .

In qualità di rappresentante del Popolo e del Governo iraniano presso tutti Voi , rappresentanti del mondo della cultura , della politica, dell’ economia della Regione Toscana e della Chiesa Cattolica , ribadisco la nostra completa disponibilità ad ogni forma di sostegno dello sviluppo dei rapporti in tutti i settori , sia a livello nazionale che regionale, nonché del rafforzamento dei contatti tra i popoli dei nostri due Paesi, attraverso iniziative di tipo culturale, imprenditoriale e artistico. Desideriamo che l’ Italia mantenga la propria posizione di preminenza nei rapporti tra Iran e Unione Europea e pertanto siamo pronti a dare uno slancio alle relazioni tra i due Paesi.

Auspico che i due Paesi Iran e Italia possano con reciproci sforzi e utilizzando lo strumento della cultura , ampliare più che in passato le relazioni bilaterali e sono certo che ciò fornirà una solida piattaforma su cui costruire e potenziare anche altre future collaborazioni. La bella e storica città di Firenze è gemellata con una delle più belle città iraniane Esfahan e auspico che la Regione Toscana possa presto essere gemellata con una delle regioni iraniane.

Considero doveroso esprimere qualche parola sull’importante e vitale questione della Pace. Argomento su cui la ricca cultura e civiltà iraniana e islamica ha posto grande accento e attenzione.

Cultura e civiltà che da sempre insiste sull’ importanza del rispetto dei diritti umani e della convivenza pacifica tra le diverse fedi religiose e che anche nei fatti concreti ha sempre cercato di creare le migliori condizioni per l’ affermarsi di questi valori .

Essendo la Pace e il principio di Giustizia ad esso sotteso di importanza vitale per l ‘umanita’ e avvertendo da sempre gli uomini la necessita’ e l’urgenza di rendere la Pace e la Sicurezza ben radicate e durevoli nel tempo, gli insegnamenti culturali e i principi delle religioni rivelate e della nobile civiltà umana , individuati i flagelli in grado di danneggiare e minare la Pace , li hanno sfidati. Sono stati sfidati flagelli come l’ avidità, l’ingiustizia, l’ egoismo, la sopraffazione, l’ espansionismo, l’ estremismo, il radicalismo e la violazione degli elementari diritti degli Uomini e dei popoli , affinchè alla fine di questo estenuante e lungo confronto si possano affermare in tutte le società umane principi e valori come la Pace, la Giustizia, l’Etica , la Cultura , la Spiritualità , l’ Uguaglianza e la Fratellanza .
Sperando in quel giorno . >> http://www.consiglio.regione.toscana.it/agenzia-stampa/Comunicati-stampa/comunicato/testo_comunicato.asp?id=15987 >> http://www.consiglio.regione.toscana.it/agenzia-stampa/comunicati-stampa/comunicato/testo_comunicato.asp?id=16010

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