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Sulla dicisione del parlamento francese a proposito del genocidio degli armeni, 1915
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di farrokh bavar. 25 dicembre 2011 - IRAN
Cui Prodest direbbero i latini, e gli italiani "a chi giova?".
Dalla grande quantità di organizzazioni e istituti europei, statali e no, che hanno già riconosciuto e condannato il genocidio degli armeni nella propria terra verso la fine dell'Impero Ottomano e agli inizi della prima guerra mondiale, si evince che questo non solo non è una nuova questione da affronta ma che ha un gran sostegno e approvazione. Questa decisione pare l'ultima goccia che fa traboccare il vaso. Ma, appunto, a chi giova in effetti questa decisione dei 35 parlamentari francesi secondo cui chi nega il genocidio degli armeni verrà automaticamente condannato? I romani credevano, nel caso di un delitto non fosse da cercare l'arma del delitto ma vedere a chi giovasse. In questo bollore di situazione nel mondo una simile goccia potrebbe far traboccare il vaso in un sistema di vasi comunicanti e creare un pandimonio.
Prima di tutto questo atto avviene da parte di un presidente che da ministro degli interni fu chiamato piromane e svolse una politica da pugno duro che provocò quelle reazioni in base alle quali diventò presidente. Durante la presidenza di Berlusconi, in un incontro con i giornalisti, dietro a una domanda riguardo la situazione italiana, Sarkozy fissò con insistenza e sarcasmo la Merkel e ricevette un sorriso. Pareva che i giornalisti non aspettassero altro e dopo le storielle da mille e una notte, prima con la nipotina di Hosni Mubarak e poi una mondana marocchina, tirarono le scarpe a Berlusconi. Tutti ricordiamo come sono andate le cose da allora fino all'attacco militare contro la Libia ed il golpe bianco o il ribaltamneto in Italia. Quel sarcasmo del signor piromane diventò storico non solo portando alla distruzione della Libia ma a mettere in riga l'anomala Italia con i suoi South Stream e Green Stream.
Non è male ripassare la storia delle due guerre mondiali per giudicare a chi avesse giovato la legge di condanna della negazione di Shoa ed il massacro degli ebrei. Durante la seconda guerra mondiale in Unione sovietica vi furono 24 milioni di persone ammazzate, ed erano proprio i sovietici a sconfiggere il nazismo (che oggi di nuovo si erge in un'altra versione ma sempre per una politica economica centralizzata). Si sa bene del massacro della popolazione ebrea del getto di Varsavia, le deportazioni e assassinii degli ebrei negli altri paesi europei, così come la fuga dei banchieri ebrei negli Usa. Ma quella legge di condanna automatica contro chi non equalizza il massacro degli ebrei in genocidio o l'olocausto diventò uno strumento mortale e una giustificazione per i sionisti e gli imperialisti i quali già da allora, prima ancora del crollo finale dell'Impero Ottomano, stavano ideando un Stato cuscinetto, una testa di ponte tra le poplazioni arabe in ribellione e in liberazione.
La solidarietà e comprensione delle ragioni dei massacri di centinaia di milioni di gente massacrata nel ventesimo secolo a causa degli scontri e delle guerre tra gli Stati capitlaisti creò una coscienza e un risveglio generalizzato tra le masse poplari e una ragione contro la guerra, (come la dice la Costituzione italiana) che però può essere deviata e tratta in inganno da una simile legge punitiva e di condanna automatica, di chi non ammette le cose secondo la formulazione o le ricette degli stessi che provocarono i massacri. La macchinazione per inventare e installare lo Stato di Isreale e farlo riconoscere nel 1947 anche da Stalin si basò sull'abuso e l'usurpazione di queste sensibilità e sentimenti umane dando libero gioco al ricatto e alla condanna ad ogni critica contro il misfatto come se si trattasse di un comportamento razziale e di antisemitismo lasciando campo libero alle giustificazioni delle azioni violenti dello Stato d'Israele.
Lungi da parallelismi tra il sionismo e lo Stato prefabbricato di Israele con l'innocenza della popolazione armena, la quale, se non ci fosse stata la rivoluzione socialista in Russia e non fosse creata la Repubblica socialista armena in Unione sovietica, non saprei che fine avrebbero fatta, l'intento è di sottolineare il carattere dagnino e pericoloso dell'automaticità di tale legge punitiva contro chi la pensa diversamente non tanto nei confronti del fatto stesso, delle interpretazioni dei massacri, decimazioni e vendette contro le minoranze religiose e le popolazioni cristiane armene o musulmane azeri negli imperi Ottomano e Zarista durante la guerra, quanto al motivo nelle mani del Consiglio di Sicurezza dell'Onu di decidere chi sa cosa e prendere di nuovo in contro piede a tutti quanti spianando altre guerre. La differenza tra la formulazione genocidio e massacro sarà in questo che la prima ha una carica giuridica internazionale per cui gli eredi degli ottomani, lo stato turco, deve risarcire il danno pagando non alla Repubblica dell'Armenia e nè alle organizzazioni della diaspora armena bensì a chi decide la Corte internazionale dell'Aaia. Si potrebbe dedurre che, se si avverasse una cosa simile, ciò provocherebbe divisioni tra diversi approcci sia nell'Aemania stessa o tra Armenia e Tuchia, intensificando tensioni tra l'Armenia e Azerbaijan.
Dal momento che si ha a che fare con dei tipi come Sarkozi ed i gruppi guerrafondai nel Consiglio di Sicurezza, si può anche pensare (come diceva Andreotti) male, forse ci si azzecca meglio. In questo puzzle forse si vuol ritagliare un pezzo del nord est siriano per crearne un altro nuovo stato, più o meno dove, ai tempo dei Memalik Daneshmendidi turcomanni intorno a Sivas, esisteva il regno degli armeni nell'anatolia meridionale. Ci si può pensare a questo sudicio gioco solo perché la prossima vittima dei piani imperialisti pare sia la Siria, altrimenti, pensando al nuovo piano per il nuovo Medio Oriente ed il suo "dolore del parto" si potrebbe pensare anche alla formazione dello stato curdo mediante la separazione delle parti dell'Iraq, della Siria, dell'Iran e potenzialmente della Turchia stessa. Questo sì che assomiglia alla fantapolitica e alla fantageopolitica ma è per non lasciarsi prendere in contro piede ancora una volta e almeno poter dire lo avevamo detto! Così come lo avevamo detto riguardo al complotto contro lo Stato popolare libico e contro l'anomalia italiana, come la Grecia sia come dei bocconi sia come i passi del nuovo piano d'aggressione imperialista. Guerra della Libia non tanto per il petrolio, gas o acqua ma per intimidire, dividere e iniziare la nuova aggressione, sia direttamente con i mezzi militari, sia nelle forme delle rivoluzioni di colore in ogni paese secondo le sue valenze e capacità, cosi come in Siria, in Russia o in Iran stessa.
Non sappiamo che piani abbia in testa il doppio giochista Erdogan, ma presto ne verremo a conoscenza. Importante è impedire e prevenire il fuoco che il piromane intende far avvampare. Il viaggio di un solo giorno del Presidente iraniano Ahmadinejad in Armenia ha questo significato. Il suo viaggio, alcuni mesi fa fu cancellato il giorno stesso dell'appuntamento. Fu sospeso e Nalbandian, il ministro armeno continuò a mantenere i fili e Venerdì, subito dopo quel voto al parlamento vuoto francese il viaggio si è avverato per dimostrare la continuità e lo sviluppo della politica di collaborazione e di integrazione infrastrutturale tra i due Stati contro le provocazioni, ma forse anche per calmare un principio di godura per quel voto. La partecipazione dell'Armenia insiema alla Russia, Bielorussia, Kazakistan, Qirqizistan, Uzbekistan e Tagikistan per definire una coordinamento dell'uso delle basi militari nei propri territori al servizio della Nato mostra il quadro generale dei preparativi contro i piani d'aggressione imperialista, cosi come la lettera di Putin all'omologo cinese sui preparativi di uno scontro militare anche a costo dell'uso del nucleare, e la risposta del presidente cinese in tal senso dopo la cattura del drone americano da parte dell'Iran. Lo slogan "socialismo o barbarie" trova senso e tutti stanno partecipando in questa resa dei conti finale. Alcuni da miopi e da fanatici vendicatori, in realtà l'espressione dello scontro politico in quelle società di classe, come quello che avviene in nome delle elezioni parlamentari in Iran, ed altri con dei piani predefiniti per il Medio Oriente, l'Africa, America Latina e l'Europa stessa. I propositi per sviluppare i programmi di collaborazione e di integrazione tra le due repubbliche, Islamica dell'Iran e l'Armenia fino a un miliardo di dollari sono ottimi e di buon auspicio, ma bisogna anche vedere come integrare la zona ad economi a libera di Jolfa, iraniana (al confine con Azerbaijan, Nekhichevan e Armenia).
La velocità e la spinta degli avvenimenti vanno oltre quel che possa pensare un Sarkozy, tuttavia è chiaro che i piani imperialisti e di Israele contano sulle fratture, le venature e le vecchie ferite per liberarne energie contenute, provocare nuovi focolai sperando di mantener il putrido potere.
Farrokh Bavar
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