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UNA TARGA IN ONORE DEL POETA ARMENO VISSUTO TRA NOI
Scritto da Gianluca Zaccheo Sabato 28 Gennaio 2012
Una targa per ricordare il ‘figlio adottivo’ Hrand Nazariantz. <7b>E’ quella che il sindaco Mimmo Birardi e il consigliere comunale e coordinatore del movimento culturale ‘Rete sud’, Gianfranco Laricchia, hanno scoperto mercoledì scorso, in piazza Aldo Moro, proprio accanto al portone principale del palazzo municipale.

Ad affiancare i due rappresentanti delle istituzioni, tra gli altri, anche il console della Repubblica di Armenia in Italia, Pietro Kuciukian, appositamente arrivato da Milano per l’occasione, rappresentanti del mondo politico e culturale armeno, ma anche autorità locali come il comandante della locale caserma dei Carabinieri, Rocco Colacicco, e quello della Polizia municipale, Giuseppe Ivano Eramo.

La giornata, promossa con il patrocinio della repubblica di Armenia, al fine di ricordare il poeta dello stato eurasiatico al quale è stata conferita la cittadinanza onoraria alla memoria del nostro paese, è poi proseguita nel borgo antico, in via Farini 18, dove è stato deposto un fascio di fiori all’ingresso di quella che agli inizi degli anni Sessanta è stata la casa di Nazariantz.
L’appuntamento si è poi concluso con un incontro-dibattito, dedicato al poeta armeno che sfiorò la consegna del premio Nobel in letteratura nel 1953 (poi assegnato a Winston Churchill), andato in scena nei locali dell’ex pretura. “Nazariantz – ha spiegato a tal proposito Elio Greco, che conobbe lo scrittore armeno qualche decennio fa a Bari – negli anni Cinquanta frequentava il caffe letterario ‘Del Sottano’, in via Putignani. In quegli anni era un serio candidato al premio Nobel – ha proseguito Greco – ma poi il riconoscimento fu dato a Churchill non perché a Nazariantz mancassero i consensi, tutt’altro, ma perché invece vi fu una decisa presa di posizione sostenuta dalla Turchia”.

Nel corso della manifestazione, infine, il console armeno, Pietro Kuciukian ha portato anche il saluto dell’ambasciatore del suo paese, Rouben Karapetian.

Vahè Vartanian

 
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