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Questione Armena: la Diaspora chiama l’Italia risponde
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http://www.lsdmagazine.com/questione-armena-la-diaspora-chiama-litalia-risponde/9681/
2 Febbraio 2012 175 Visite Nessun Commento
Negli ultimi mesi molte sono state le iniziative in Italia che hanno avuto per argomento il Genocidio Armeno del 1915, il cosiddetto “Metz Yèghern“ovvero il Grande Male, operato dal governo dei Giovani Turchi. Durante la prima guerra mondiale (1914-1918) si compie, nell’area dell’ex impero ottomano, in Turchia, il genocidio del popolo armeno (1915 – 1923), il primo del XX secolo. Il governo dei Giovani Turchi, preso il potere nel 1908, attuò l’eliminazione dell’etnia armena, presente nell’area anatolica fin dal 7° secolo a.C. Attraverso le testimonianze dei sopravvissuti e le stime degli storici, morirono i due terzi degli Armeni presenti nell’Impero Ottomano, circa 1.500.000 di persone. Molti furono i bambini islamizzati e le donne inviate negli harem.
La deportazione e lo sterminio del 1915 vennero preceduti dai pogrom del 1894-96 voluti dal sultano Abdul Hamid II e da quelli del 1909 attuati dal governo dei Giovani Turchi. Le responsabilità dell’ideazione e dell’attuazione del progetto genocidario vanno individuate all’interno del partito “Ittihad ve Terraki” (Unione e Progresso). L’ala più intransigente del Comitato Centrale del Partito pianificò la strategia dei massacri, e delle lunghe marce forzate, attraverso una struttura paramilitare. I politici responsabili dell’esecuzione del genocidio furono: Talaat, Enver, Djemal. Mustafa Kemal, detto Ataturk ossia padre dei Turchi avrebbe in seguito avallato e completato l’opera dei Giovani Turchi, con nuovi massacri, e negandole responsabilità dei crimini commessi.
Tra 2011 e il primo mese del 2012 si sono moltiplicate le iniziative sul territorio italiano in memoria del primo genocidio del XX sec. a quasi cento anni da quei fatti. Durante il 2011 sono state pubblicate ben 8 opere aventi per argomento temi relativi al “Metz Yeghern” ed esattamente: ”In cerca di un regno. Profezia, nobiltà e monarchia in Armenia tra Settecento e Ottocento” di Aldo Ferrari della casa editrice Mimesis di Milano; “Il libro dei sussurri” di Varujan Vosganian della Keller editore, “Terra ribelle. Viaggio fra i dimenticati della storia turca” di Joseph de Bellaigue, della EDT La Biblioteca di Ulisse; “Come sabbia nel Vento” di Sonia Raule e Vasken Berberian della Sperling & Kupfer; “La Chiesa armena Storia, Spiritualità, Istituzioni ” di Riccardo Pane, della ESDM. Neri Pozza ha inoltre pubblicato “Armenia” di Gilbert Sinoué e Barbés Editore ha dato alle stampe “Una storia armena Vita di Arshile Gorky” di Matthew Spender.
Si sono avute, inoltre, alcune singolari novità prima fra tutte: “Come l’olmo e l’edera” di Laura Efrikian della MGC edizioni In cui la ex moglie di Gianni Morandi racconta la storia d’amore dei suoi nonni di origine armena. Si è avuto inoltre il ritorno alla scrittura della scrittrice Antonia Arslan alla narrazione del genocidio del popolo armeno, dopo la malattia. “Il Libro di Musch”, questo il titolo dell’opera edita da Skira editore, tratta un episodio storico, visto attraverso gli occhi di un piccolo gruppo di fuggiaschi che trasportano e custodiscono un antico libro in cui sono contenute le memorie della loro villaggio annientato per sempre dai massacri turchi.
Vi è infine un saggio miscellaneo sull’intellettuale armeno Hrand Nazariantz vissuto a Bari dal 1913 al 1962 anno della sua morte. Fuggito da Costantinopoli Nazariantz, giornalista e saggista turco-armeno si fermò nel capoluogo pugliese da cui avrebbe diffuso in tutta Italia una sensibilità filo armena, ed essendo il primo autore allofono della lingua italiana, avrebbe fondato a Bari il Villaggio Armeno di Nor Arax per accogliere i profughi provenienti dai campi raccolta della Grecia. Titolo del volume è “Hrand Nazariantz, fedele d’Amore” a cura di Paolo Lopane edito per i tipi FAL Vision editore.
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Tag: Antonia Arslan , Hrand Nazariantz , Laura Efrikian , Paolo Lopane
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