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Taranto- Libro di MUSH. in occasione del 24 Aprile - di Jolanda Leccese
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Dedicato a chi ama l’arte, in particolare l’arte al femminile.
Il Libro di Mush
Pubblicato aprile 19, 2012 di jolandaleccese
Categorie: Uncategorized
Etichette:Biblioteca Acclavio, gruppo di lettura Leggere-Leggersi, il libro di Mush, Taranto
IL LIBRO DI MUSH
se ne è parlato in un incontro presso la Biblioteca Acclavio di Taranto
Il 24 aprile gli armeni di tutto il mondo commemorano il genocidio che la terza armata turca compì contro il loro popolo. Un genocidio su cui ancora continua a gravare il silenzio della Turchia rispetto alle proprie responsabilità; un massacro la cui pianificazione avvenne fra il dicembre 1914 e il febbraio 1915, all'interno del primo conflitto mondiale. In nome dell'ideologia panturchista perirono circa un milione e mezzo di persone; l'obiettivo era la cancellazione della comunità armena come soggetto storico, culturale e innanzitutto politico.
Di questo argomento hanno parlato i componenti del gruppo di lettura “Leggere-Leggersi” durante un incontro organizzato presso la Biblioteca comunale della nostra città. Sono lettori che si ritrovano insieme sulla base di affinità, passioni e curiosità comuni e che parlano liberamente, tra di loro dei libri che hanno scelto e letto. Ospite d'onore la prof.ssa Mary Avakian, dell'Istituto Pacinotti, che ha illustrato particolari poco noti delle persecuzioni compiute nei confronti della comunità armena.
All'interno del programma annuale di letture, si è scelto di discutere su Il libro di Mush, l'opera di Antonia Arslan (la scrittrice di origine armena, autrice del best-seller la Masseria delle allodole), recentemente data alle stampe.
Un libro ispirato, nostalgico, realista, che, tra storia e leggenda, narra la vicenda della salvezza del Omiliario di Mush, il più grande manoscritto miniato armeno esistente, miracolosamente sopravvissuto al genocidio di questo popolo.
Calandosi all'interno di una tra le più diffuse delle leggende, che narra che furono due donne a salvare il libro, dividendolo in due, l'autrice ne rielabora liberamente i contenuti, aumentando a cinque il numero dei personaggi, riportando alla luce episodi riferiti alle stragi di Mush, dove furono sterminate circa centomila persone, di cui, fino a pochi anni fa, si sapeva molto poco.
In una notte del giugno del 1915, tre donne, un uomo e un bambino lasciano la valle di Mush, si allontanano dal loro paese distrutto dai turchi delle terza armata.
Camminano tra immagini di morte, massacri, incendi, che appaiano come filtrati attraverso le loro percezioni quasi sensoriali. Scorre in filigrana la storia del popolo armeno, si allarga ad accogliere la rievocazione nostalgica di un passato perduto, la tragicità di un futuro di deportazioni, di servaggio alla mercé dei padroni turchi, di esilio in terre lontane.
Solo una delle tre donne e il bambino giungeranno fino a Yerevan dove il libro sarà consegnato ai monaci del luogo. Oggi, ricomposto nelle sue due parti, si trova nella biblioteca della capitale. Qui continuerà ad essere motivo di orgoglio per il popolo armeno sconfitto e umiliato finché ci sarà qualcuno, come Antonia Arslan, che assuma la responsabilità etica di non restare indifferente davanti al sangue e al fango della storia, finché ci sarà qualcuno che sappia pronunciare le parole ostinate della più antica magia “ora vi racconto”.
Molteplici le indicazioni critiche provenienti dal gruppo che hanno disegnato diversi percorsi di lettura, facendo anche emergere considerazioni sull'importanza delle testimonianze di uomini che, a rischio della propria vita, nella shoah, nei gulag, nell'ex Jugoslavia, si sono distinti per la loro volontà di sottrarsi ai dettami del totalitarismo e della violenza etnica. Come il tedesco Armin Wegner, o, più recentemente, lo studioso turco Taner Akcam che, con immenso coraggio, hanno fornito, in vario modo, le prove del genocidio armeno. Costruttiva, nel gruppo, la presenza dei rappresentanti dell'associazione culturale “Dopolavoro Filellenico” che hanno contribuito ad evidenziare una tematica non secondaria del libro, quella relativa alla comunanza di due popoli, l'armeno e il greco, uniti dal destino atroce della persecuzione da parte dei turchi.
Jolanda Leccese
per il gruppo di lettura Leggere-Leggersi
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Mary Avakian
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