Zatik consiglia:
Iniziativa Culturale:

 

 

Dono della stele armena alla città, il sindaco: “Testimonianza della nostra relazione fraterna
Pubblicata il 11 Gennaio 2013
È stata scoperta questa mattina, all'interno del giardino antistante "La casa del portuale Nazario Sauro" sul lungomare Imperatore Augusto, la stele "khach kar" (croce di pietra) realizzata dall'architetto armeno Ashot Grigorian e donata dalla comunità armena barese alla città per suggellare l'antico legame esistente tra i due popoli. Nel capoluogo pugliese, infatti, trovarono asilo e ospitalità molti militari e civili armeni scampati alle stragi turche del 1915 e del 1922.
Alla cerimonia hanno partecipato il sindaco Michele Emiliano, il vice ambasciatore della Repubblica d'Armenia a Roma Boris Sahakyan, il presidente dell'Unione degli Armeni d'Italia Baykar Sivazliyan, il rappresentante della comunità armena a Bari Rupen Timurian, padre Garnik Mekhitaryani e padre Tovma Khachatryan della Chiesa apostolica armena d'Italia, il priore della Basilica di San Nicola padre Lorenzo Lorusso, il direttore dell'IPSAIC - Istituto Pugliese per la Storia dell'Antifascismo e dell'Italia Contemporanea - e una corposa rappresentanza di cittadini armeni che ancora oggi risiedono nella città di Bari.
"Un caloroso benvenuto a tutti - ha detto il sindaco Emiliano - e, in particolare, a sua eccellenza l'ambasciatore. Per tutti noi oggi è un giorno molto importante perché diamo testimonianza del rapporto di fratellanza che unisce la comunità barese a quella armena, da sempre capace di dimostrare la propria umanità e civiltà, insite in una cultura millenaria.
Con questa cerimonia rendiamo il giusto onore a una storia bellissima ma anche piena di dolore e malinconia, una storia segnata dalla diaspora e dal genocidio di questo popolo. La storia degli armeni raffigura una grandissima sofferenza e, allo stesso tempo, una lezione di vita impartita a noi tutti affinché vicende drammatiche come quelle che hanno colpito il popolo armeno non si ripetano mai più".
"Personalmente - ha proseguito il sindaco - fin da piccolo ho provato grande interesse per le vostre vicende storiche e per la vostra cultura: avete sempre mostrato grande rispetto per le donne e una grande fede, a voi appartengono molti intellettuali e artisti, e vostra è la straordinaria capacità di tramandare un'identità culturale praticando la pace. Quando per la prima volta ho incontrato Rupen Timurian pensavo fosse solo un grande artista del commercio barese, e invece mi ha insegnato che questi valori sono radicati nella sua stessa identità e che da cittadino barese, senza mai fare di se stesso e del suo popolo delle vittime, è riuscito a custodire questa antichissima memoria.
Bari, città dell'accoglienza, che ha saputo imparare da San Nicola e dai padri domenicani il valore dell'incontro con i nostri fratelli e sorelle come crescita comune, è felice di ospitare questa stele a testimonianza della relazione fraterna tra i baresi e il popolo armeno".

Note storiche sul popolo armeno
Gli armeni sono un popolo le cui terre d'origine, un tempo dieci volte più estese dell'attuale Repubblica d'Armenia, nel corso dei millenni sono state contese da vari Imperi. All'inizio del XIX secolo, il popolo armeno si trovò diviso tra l'Impero Russo e quello Ottomano, da antica data in lotta tra loro.
Durante la Prima guerra mondiale si intensificò la politica di turchizzazione dell'Anatolia e si proseguì nei massacri e nelle migrazioni forzate. Il destino di gran lunga peggiore fu quello degli armeni che furono deportati in regioni colpite dalla carestia tra cui Siria e Libano. Si calcola in centinaia di migliaia le vittime di questa operazione di "chirurgia demografica". "La strage degli armeni-sostiene lo storico Niccolò Pianciolla - fu dunque il risultato di una cosciente politica di annientamento alla quale nessuna altra popolazione dell'impero venne sottoposta. L'ultimo atto dell'abbandono dell'Anatolia si verificò dopo la conclusione della Grande Guerra. Nel 1922, inoltre, l'ingresso delle forze Kemaliste a Costantinopoli ed a Smirne fu seguito da violenze, stragi e da un rovinoso incendio che costrinse gli armeni a rifugiarsi nei grandi campi profughi installati ad Atene ed in particolare a Salonicco". Questi drammatici eventi storici sono oggi oggetto di ampio riconoscimento da parte della Comunità internazionale. La commissione dei Diritti dell'Uomo dell'ONU nel 1985, il Parlamento Europeo nel 1987 e il Parlamento italiano negli anni 1997-1998 hanno riconosciuto le persecuzioni e le stragi nei confronti del popolo armeno.
Il legame storico con la Puglia, inizia nel Medioevo (X secolo) e, precisamente, negli anni in cui Bari era la capitale dei possedimenti bizantini nel Mezzogiorno, una società multietnica e multiculturale ante litteram in cui convivevano pacificamente greci e longobardi, cristiani, musulmani ed ebrei, genti d'Occidente e genti d'Oriente e tra costoro gli armeni. Numerose sono le testimonianze nei documenti del Codice Diplomatico Barese della comunità armena presente a Bari. Il quartiere armeno di Bari si trovava proprio di fronte alla Corte del Catapano; è ancora oggi esistente, nelle forme romaniche, la chiesa dedicata a San Gregorio l'Illuminatore, apostolo del cristianesimo in Armenia (IV secolo). Gli armeni svolgevano un ruolo preminente nell'esercito bizantino, tanto che tra il 1008 e il 1010 molti furono gli armeni che ricoprirono il ruolo di Catapano.
Bisogna arrivare agli inizi del XX secolo e alle tristi vicende dello stermino, perché venga ristabilito un nuovo contatto con la comunità armena. La nostra città si rivelò allora sicuro rifugio per la comunità perseguitata, che qui poté vivere e lavorare in armonia integrandosi nella comunità cittadina e ancora oggi i loro discendenti vivono nel capoluogo pugliese.
http://www.comune.bari.it/portal/page/portal/bari/novitaPortale/notizie?idn=8066

V.V

 
Il sito Zatik.com è curato dall'Arch. Vahé Vartanian e dal Dott. Enzo Mainardi;
© Zatik - Powered by Akmé S.r.l.