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22 giugno 2012: con la Delibera di C.C. 64 la Città di NARDO' riconosce il Genocidio del Popolo Armeno.
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4 luglio 2012 alle ore 4.13
Un altra città italiana riconosce il genocidio degli armeni negli anni 1895-1922 in Turchia, con un'unanime votazione svoltasi il 22 giugno 2012 nel corso del Consiglio Comunale di NARDO'.
Nardò, dopo Bari, Conversano, Trani e Casamassima è il quinto comune di Puglia che getta un ponte di solidarietà con i fratelli armeni. Un ponte innalzato già da diversi anni sotto lì'egida del comune Patrono, SAN GREGORIO ILLUMINATORE, a Nardò detto appunto l'ARMENO, per il quale si son rafforzati i rapporti fin dal febbraio 2008 in occasione delle solenni celebrazione per il nostro Santo patrono, quando per la prima volta fu accolta a Nardò una delegazione ufficiale in rappresentanza della Repubblica Armena, con la presenza della dottoressa Valentina Kharakanian, e poi ancora nel 2009 con l'allora Rettore del Pontificio Collegio Armeno, mons. Kelekian, oltre ad una cospicua presenza di rappresentanti della comunità Pugliese, tra cui i referenti del Centro Studi "Hrand Nazariantz” di Bari.
Questo il testo dell'Ordine del Giorno Proposto dal consigliere indipendente arch. Donato Giancarlo DE PASCALIS.
Su proposta del Consigliere Comunale Comunale di Nardò
PREMESSO:
Che la città di Nardò dal 30/01/2005 è stata insignita della Medaglia d’oro al Valor Civile per l’accoglienza tra il 1943-47 favore degli ebrei liberati dai campi di sterminio, e che quindi da sempre si è dimostrata sensibile alle questioni in oggetto;
Che da tempo immemorabile il santo protettore di Nardò è S. Gregorio Illuminatore, detto l’Armeno, protettore anche della Diocesi di Nardò-Gallipoli e dell’intero Stato della Repubblica Armena;
Che i rapporti tra le Comunità Armene residenti in Puglia si sono negli anni sempre più intensificate;
Che negli ultimi anni, tra il 2007 ed il 2012, la Festività del Santo Patrono d’Armenia ha avuto una rilevante ripresa grazie ad un Comitato di cittadini che con gli enti civili e religiosi (Curia Vescovile e Comune di Nardò in primis) hanno riportato il Culto del Santo agli antichi splendori, invitando e facendo intervenire nella nostra città insigni personalità della cultura Armena, della Ambasciata della Repubblica d’Armenia in Italia, del Pontificio Collegio Armeno di Roma, e di rappresentanti delle comunità Armene di Martina Franca, Bari e Conversano;
Che in questi continuativi incontri si sono messe le basi per un gemellaggio con la città armena di GYUMRI, colpita nel 1988 come da Nardò da un tremendo terremoto ed sostenuta fortemente dalla comunità Neritina e dalla Curia di Nardò, che nell’estate del 1989 – sotto l’episcopato di Mons. A. Garzia e per tramite della Caritas e dell’allora Pontefice Giovanni Paolo PP. II – manifestarono la propria solidarietà con un contributo di Lit. 45.000.000 “per conforto e sollievo ai fratelli di Armenia”;
CONSIDERATO
Che la città di Nardò sostiene le libertà religiose ed i diritti civili di tutti gli esseri umani;
Che tra i crimini storici più feroci e disumani c’è il GENOCIDIO, perché ha come scopo non solo il massacro delle persone, ma anche l'eliminazione del patrimonio genetico di un popolo, di una intera cultura, giacchè questo è un crimine contro l'umanità, la natura, il futuro; anche se quello più tristemente noto rimane quello ebreo perpetrato dai nazisti durante la seconda guerra mondiale;
Che lo sterminio del popolo Armeno è stato riconosciuto come “genocidio” dalla sottocommissione dei Diritti dell'Uomo dell'O.N.U. nel 1985, dal Parlamento Europeo nel 1987, dalle risoluzioni e deliberazioni di Parlamenti di numerosi paesi europei e di moltissime città e regioni italiane;
Che il governo Turco continua ancora oggi a rifiutare di riconoscere il genocidio ai danni degli Armeni ed è questa una delle cause di tensione tra l’Unione Europea e Turchia, mentre una recente legge francese punisce con il carcere la negazione del genocidio armeno;
Che lo sterminio del popolo armeno è stato riconosciuto come genocidio dalla sottocommissione dei Diritti dell’Uomo dell’O.N.U. nel 1985, dal Parlamento Europeo nel 1987, dalle risoluzioni e deliberazioni di Parlamenti di numerosi paesi europei e di moltissime città e regioni italiani;
Che il Parlamento europeo, il 15 dicembre 2004, ha approvato una risoluzione sulla relazione periodica 2004 della Commissione Europea sui progressi della Turchia verso l’adesione all’Unione Europea e che tale risoluzione affronta questioni che riguardano il popolo armeno in paragrafi significativi, invitando al riconoscimento del genocidio ai danni della minoranza armeno commesso anteriormente allo stabilimento della moderna Repubblica turca;
Che in Italia, a cavallo degli anni 1997-2011, il genocidio armeno è stato riconosciuto da molti enti amministrativi locali, tra i quali i consigli comunali di Roma, Milano, Genova, Firenze, Venezia, Padova, Parma, Ravenna, Rieti, Taranto e Conversano, oltre che dall’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia) e dal Consiglio regionale della Lombardia;
RIASSUNTI I SEGUENTI BREVI CENNI STORICI SUL GENOCIDIO IN OGGETTO:
Nel quadro del primo conflitto mondiale (1914-1918) si è compiuto nell’area dell’ex Impero Ottomano, in Turchia, il genocidio del popolo armeno (1915- 1923), il primo del ventesimo secolo.
Con esso il Governo dei Giovani Turchi, che prese il potere nel 1908, attuò l’eliminazione dell’etnia armena, presente nell’area anatolica fin dal 7° secolo a.C.
Nella memoria del popolo armeno, ma anche nella stima degli storici, perirono i due terzi degli Armeni dell’Impero Ottomano, all’incirca 1.500.000 di persone. Molti furono i bambini islamizzati e le donne inviate negli harem.
Il genocidio degli Armeni può essere considerato il prototipo dei genocidi del ventesimo secolo. La pianificazione avvenne tra il dicembre del 1914 e il febbraio del 1915 con l’aiuto di consiglieri tedeschi, alleati alla Turchia, all’interno del primo conflitto mondiale.
L’obiettivo era di risolvere alla radice la questione degli Armeni, Popolazione cristiana che guardava all’occidente.
il movente fondamentale è da ricercarsi all’interno dell’ideologia panturchista, che ispirava l’azione di governo dei Giovani Turchi, determinati a riformare lo Stato su una base nazionalista, e quindi sull’omogeneità etnica e religiosa. La popolazione armena, di religione cristiana, che aveva assorbito gli ideali dello stato di diritto di stampo occidentale con le sue richieste di libertà e uguaglianza avrebbe potuto costituire un ostacolo e opporsi al progetto governativo.
La motivazione principale del genocidio, dunque, perpetrato dal Governo Turco, fu di tipo politico. L’obiettivo degli Ottomani, era la cancellazione della comunità armena come soggetto storico, culturale e soprattutto politico. Non secondaria fu la rapina dei beni e delle terre degli Armeni.
Il 24 aprile 1915 tutti i notabili Armeni di Costantinopoli vennero arrestati deportati e massacrati. A partire dal gennaio 1915 i turchi intrapresero un’opera di sistematica deportazione della popolazione armena verso il deserto di Der-es-Zor. Il decreto provvisorio di deportazione è del maggio 1915, seguito dal decreto di confisca dei beni, decreti mai ratificati dal Parlamento.
Dapprima i maschi adulti furono chiamati a prestare servizio militare e poi passati alle armi; poi ci fu la fase dei massacri e delle violenze indiscriminate sulla popolazione civile; infine i superstiti furono costretti a una terribile marcia verso il deserto, nel corso della quale gli Armeni furono depredati di tutti i loro averi e moltissimi persero la vita. Quelli che giunsero al deserto non ebbero alcuna possibilità di sopravvivere , molti furono gettati in caverne e bruciati vivi, altri annegati nel fiume Eufrate e nel Mar Nero.
RITENUTO che la Turchia, al fine di poter far parte dell’Unione Europea, debba riconoscere la responsabilità per tale genocidio e che il riconoscimento del crimine commesso coincida anche con l’interesse del popolo turco;
CONSIDERATO inoltre che il 24 Aprile di ogni anno è l’anniversario per ricordare il genocidio armeno; Tutto ciò premesso e considerato,
IL CONSIGLIO COMUNALE DI NARDO’
- ESPRIME PIENA SOLIDARIETA’ alla Popolazione ARMENA per il riconoscimento della verità storica e per la difesa dei suoi diritti inviolabili;
- RICONOSCE la necessità che l’opinione pubblica mondiale intervenga a favore del Popolo Armeno così come ha fatto verso l’Olocausto ebraico;
- PRECISA che il riconoscimento del genocidio armeno non è un atto di ostilità e di inimicizia nei confronti della Turchia, anzi è un segno di amicizia,in quanto stimolo rivolto alla classe dirigente ed all'intera popolazione turca affinché si liberino di una pesante eredità negativa del passato la quale, fino a che non verrà rimossa, costituirà un ostacolo ad un pieno sviluppo della democrazia e delle libertà civili in quel paese;
- CHIEDE che il Parlamento Italiano riconosca il Genocidio degli Armeni sulla base delle risoluzioni già assunte dall’O.N.U., dal Parlamento Europeo, dal Congresso degli Stati Uniti d’America e da numerose nazioni di tutto il Mondo.
Sentito l'intervento del Consigliere De Pascalis, e del Consigliere Cavallo, così come riportato nell'allegato resoconto stenografico facente parte integrante e sostanziale della delibera;
- Visto l’ordine del giorno sopraesteso
IL CONSIGLIO COMUNALE
- Visto l’ordine del giorno sopraesteso
- Udito il Presidente
- Visto il Regolamento sul funzionamento del Consiglio Comunale;
- Visto il D.lgs. 18.8.2000 n. 267
D E L I B E R A
- Di approvare, come in effetti approva, l’Ordine del Giorno sopraesposto
Giancarlo De Pascalis
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