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17 Gennaio - Un pomeriggio con Nezami
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Comunicato per la Iniziativa dell’Istituto Culturale della R.I.dell’Iran . 17 Gen. A ROMA
“ Una serata con il Poeta Iraniano Nezami Gnjavi”
Subito dopo una falsa cittadinanza conferita al poeta Ganjavi il 20 Aprile 2012, ai piedi della statua installata a Roma, dentro Villa Borghese, ho avvertito gli amici e il 2 giugno ci siamo recati sul posto per scoprire il “giallo”.
Il Sindaco di Roma aveva conferito una diversa cittadinanza al poeta iraniano, citando un brano che sarebbe da intendersi come un testamento del Poeta, quando era ancora in vita, nel lontano 1141- 1209. che contrasta la sua volontà e la sua attualissioma cittadinanza; così recita:
Tutto il mondo è un corpo, l’Iran il suo cuore.
Iran, il cuore più prezioso del mondo
(…)
همه عالم تن است و ایران دل
چون که ایران دل زمین باشد
نیست گوینده زین قیاس خجل
میانگیز فتنه میافروز کین
دل ز تن به بود یقین باشد
تو را ملکی آسوده بیداغ و رنج
خرابی میاور در ایران زمین
مکن ناسپاسی در آن مال و گنج
(Nezami Ganjiavi)
Questo significa che il suo passaporto o la sua carta d’identità li deve rilasciare l’Iran, l’attuale repubblica, e non il Sindaco di Roma o qualsiasi altra autorità italiana o di paesi confinanti con l’Iran.
Propongo:
alle nostre autorità di promuovere la richiesta di riprodurre la carta d’Identità Iraniana al cittadino iraniano Nezami Ganjiavi, che è nato da madre kurda e da padre della città di KUM, di nome Abû Muhammad Ilyas ibn Yusuf ibn Zaki Mu’ayyad, quando non esisteva una Repubblica Azera.
Voglio inoltre ricordare che - anche per abbreviare i nomi lunghi - sono tanti i nostri poeti che adottano i nomi delle città amate: Shirazi, Nishaburi, Tusi, Maraghei, Rumi, Ganjavi....., che non sono obligatoriamente solo il nome delle città native, ma nomi “adottati”, come fanno molti altri cittadini, non solo iraniani…
Ricordo che:
il 20 giugno del 2012 abbiamo assistito al dono di 60 copie di antichi manoscritti di diversi autori iraniani, offerti dall’Archivio Vaticano alla neonata Repubblica dell’Azerbaigian o Grande Albania o Aran, secondo Reza Einatollah nel suo libro pubblicato nel 1984 .
All’indomani della distruzione dei Musaici all’interno del Mausoleo del Poeta Ganjavi a Baku, la sig.ra Marzie Afkham, neo-portavoce del governo di Ruhani, ha affermato che le traduzioni delle poesie e dei libri dei nostri poeti non fanno altro che rallegrarci per l’importanza che il mondo dà alla nostra cultura e civiltà, in quanto sono apprezzate dagli altri numerosi paesi.
Ma trasformare le cittadinanze ...!
Il giorno successivo ho inviato un comunicato ai giornali iraniani e ho tradotto il brano sopraccitato in Azero , fermandomi alla parola non traducibile, che corrisponde a Iran e che il poeta in diverse poesie cita con il nome dell’Iran e mai Ganje o Baku, usando sempre la lingua Farsi in tutte le sue opere e non Turco-Azero.
Informo che:
Il 21 marzo 2013 una nutrita delegazione, insieme all’associazione italo-iraniana Alefba, ha consegnato al Sindaco di Roma una petizione con oltre 2.700 firme, con la richiesta di correggere la didascalia ai pedi della statua di Nezami, con cui il Sindaco ha conferito la cittadinanza Azera al poeta iraniano.
Molti nostri poeti che sono stati “adottati” da altri paesi, trasformando la loro identità e cittadinanza, attraggono immensi interessi culturali e turistici; purtroppo noi non abbiamo utilizzato i numerosi spazi urbani delle diverse città per insediare le figure dei gioielli della nostra letteratura, salvo alcuni rari casi come Hafez, Ferdowsi, Saadi, Abu Ali Sina ( Avicenna ), o Omar Khayyam. Così anche le riprese delle bellissime tradizioni iraniane: “Shabe Sher – Notte di poesie” di Hafez nella veglia del 21 dicembre “Notte di Yalda - Natale del sole ”.
Produrre itinerari culturali tipo serate di poesia nel paese che li ospita e conferire la cittadinanza o carta d’identità alla memoria dei nostri concittadini sarebbe un segnale di civiltà, come un anno fa abbiamo fatto per un Poeta Armeno del Comune di Casamassima, con il conferimento della cittadinanza onoraria alla memoria di Hrand Nazariant’z, poeta armeno di Turchia ( con gli avi Iraniani ), candidato al Nobel nel 1953.
Il nostro vero nucleare sono la nostra ricca cultura e la nostra storia millenaria, che possono essere usati come “bombe nucleari” d’informazione lanciate attraverso iniziative culturali per non far commettere errori a buoni intenditori, che profittano di un deficit di tali iniziative, sopratutto grazie anche all’embargo fratricida che offre spazi e smagliature a chi pesca nel torbido.
Sono convinto che paesi confinanti o neonate repubbliche non possono profittare dagli embarghi in vigore per imporci sanzioni culturali, profittando di squilibri politici per ottenere vantaggi e altre concessioni a scapito della storia millenaria e della cultura Iraniana e di qualche altro popolo; non solo non è un buon servizio alla pace ma fomenta anche la furia popolare.
Il petrolio finisce, ma la storia non si cancella!
Evitiamo Jus Soli tardivi e Jus Culturae obbligatorie, che oggi sono una moda politica Arch. Vahè M. Vartanian.
E –Mail vartanan2009@gmail.com
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http://www.diruz.it/2014/01/13/un-pomeriggio-con-nezami/
Un pomeriggio con Nezami
Antonello Sacchetti
CULTURA
gennaio 13th, 2014
L’Istituto Culturale dell’Iran, nel quadro delle sue attività svolte a promuovere lo scambio culturale e presentare le grandi figure della letteratura e della cultura dell’Iran, in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, organizza il terzo incontro letterario
Un pomeriggio con Nizami Ganjavi
che si svolgerà con la presenza della Prof.ssa Paola Orsatti, docente di lingua e letteratura persiana presso l’Università degli Studi di Roma, Sapienza.
Neẓāmi-ye Ganjavī (1141-1209), è il più grande poeta epico-romanzesco della letteratura persiana, che per la sua capacità miracolosa nel descrivere e immaginare, creò un nuovo stile nella letteratura persiana. L’utilizzo dei concetti gnostici e logici ha donato l’aspetto misterioso alle sue poesie che conduce il lettore a pensare con maggiore profondità.
Nelle sue opere si notano le numerose metafore, i pensieri profondi, i segreti e le passioni. Nizami con la sua ispirazione del mondo iranico, sia prima che dopo l’arrivo dell’islam, è riuscito a donare il senso dell’unità a tutte le nazioni che costituiscono la civiltà dell’Iran.
Tutt’il mondo un corpo pare e la Persia è il suo cuore
Non si vergogna di tal paragone colui che col vanto lo professa!
O Persia! O del pianeta il cuore! Il cor è del corpo la parte migliore.
Venerdì 17 gennaio 2014 dalle ore 16 alle ore 17.30 presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma in Viale Castro Pretorio, 105
Gli interessati sono pregati a comunicare la loro presenza inviando una e-mail all’istituto: istitutoculturaleiran@gmail.com
locandina nizami
V.V.
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