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festa della rivoluzione Repubblica Islamica dell’Iran - بمنا سبت جشن انقلاب اسلا می _ 22 بهمن
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In Fondo Leggete la lettera Del Senatore Casini;
11 febb. 2015 – Vahe
بمنا سبت جشن انقلاب اسلا می _ 22 بهمن
Fajr : festa della rivoluzione Repubblica Islamica dell’Iran
Roma 8 febb. 2015 – Vahe
La Repubblica islamica Iraniana nasce a seguito dei risultati di un voto plebiscitario con una maggioranza del quasi 98%.
La Rivoluzione iraniana, come tutte le rivoluzioni, nasce dalla fiducia e dalla speranza, oltre che dal sacrificio delle vite umane e di un popolo che paga il caro prezzo del successo.
Anche gli iraniani non potevano aspettarsi che il passaggio da una dittatura militare a una democrazia fosse diverso.
Ne è una prova la massiccia partecipazione di masse oceaniche di iraniani alle urne e la loro mobilitazione ovunque nel mondo per festeggiare la realizzazione di ideali agognati e condivisi da anni.
Una storia millenaria, che ne fa la più antica civiltà del mondo, ha reso gli iraniani un popolo molto unito ed estremamente legato alla propria terra.
Nel corso dei secoli, la conoscenza e il rispetto reciproco per le diversità hanno permesso un arricchimento socio-culturale degli iraniani che ha fatto da collante e ha contribuito alla realizzazione di un patrimonio culturale e architettonico inestimabile. Ogni opera architettonica, ogni monumento religioso, ogni biblioteca sincretizza diverse componenti etniche, linguistiche e religiose. Persino nei cimiteri si può leggere una testimonianza di unità nell'omaggio che tutti gli iraniani tributano ai sacrifici degli eroi e dei martiri della libertà del paese che hanno lottato contro una guerra imposta e manovrata da paesi terzi.
I paesi terzi sono gli stessi che hanno decretato di sanzionare il paese con un embargo durato oltre trent'anni e che ne ha indebolito l'economia mirando al cuore del sistema. Non solo la sanità, ma una serie lunghissima di settori sono stai danneggiati dal susseguirsi di crisi economiche che non avrebbero lasciato scampo nemmeno a un'economia sana.
Se per assurdo Saddam Hussein avesse vinto la guerra, come sarebbe ridotto oggi il nostro paese? Si sarebbe sicuramente sgretolato in tante forme regionali, così come auspicato per secoli da diversi paesi, fino alle neonate repubbliche dei nostri confinanti. Sarebbe accaduto come per le rivoluzioni fuori stagione degli altri paesi, che si sono ritrovati indeboliti all'interno anche a causa della perdita di leader potenti.
Sicuramente in Iran le primavere, artificiali o veritiere che siano, non hanno funzionato come si poteva pensare.
Il mio approccio da iraniano con gli italiani è avvenuto durante gli anni caldi dell'università che sfociarono nel '68, quando le grandi sfide sociali coinvolgevano gli stessi italiani, ma soprattutto gli studenti iraniani insieme ai greci o forse ai iracheni .
Per gli iraniani frequentare i circoli di libertà e giustizia, attratti dalle lotte dell'antifascismo, dagli ideali di giustizia e libertà, rappresentava l'opportunità di conoscere i valori fondanti di una democrazia, di scoprire una comunanza nelle cause e nelle ragioni delle reciproche lotte.
Gli universitari iraniani hanno potuto rivestire un ruolo centrale perché da Roma o da Firenze, sfruttando la grande organizzazione federativa, hanno potuto dislocarsi in Francia, in Germania, in Inghilterra e negli Stati Uniti creando una rete di collegamenti grazie anche a seminari, studi e pubblicazioni che hanno reso possibile ai nuovi arrivati come me, di comprendere il senso di una lotta democratica per una democrazia che non aveva er non ha l’alternative.
Ho avuto anche la fortuna di scrivere un libricino per la UPTER, l'Università della terza età, richiesto dal Comune di Roma per analizzare e conoscere le misure per l’integrazione degli immigrati secondo le diverse caratteristiche delle comunità residenti in Italia.
Il libro è intitolato “50 anni della presenza della comunità iraniana in Italia e a Roma”.
L'aiuto di amici è stato fondamentale per ricostruire le varie fasi della nostra storia. Sfortunatamente, per mancanza di fondi, il libro non è arrivato alla pubblicazione, ma sono autorizzato a renderne pubblico il contenuto. Il titolo coincide con il mio arrivo in Italia cinquant'anni fa, nel 1964.
Subito dopo la rivoluzione, molti iraniani si sono trasferiti all'estero. Si parla di 5 milioni di persone che non sono finite in carcere, ma hanno avuto l'onore, per le loro capacità intellettuali e professionali, di entrare a buon diritto negli ingranaggi della ricerca, della diplomazia, nella ricerca scientifica e nella vita amministrativa e diplomatica di alcuni paesi.
Parte della popolazione non mussulmana, invece, e soprattutto gli armeni, guardavano impauriti alla storia del XX secolo, memori del genocidio armeno. Il 24 aprile 2015 sarà commemorato anche in Iran il 100º Anniversario del Genocidio Armeno.
La fuga dei cervelli dall'Iran verso tutto il mondo può apparentemente sembrare una situazione conveniente per tutti, ma alla lunga si può rivelare un'esportazione gratuita di capitale prezioso sul piano sociale. I paesi del terzo mondo, infatti, sono più esposti al rischio di dover esportare capitale umano in cambio di prodotti occidentali.
Io personalmente sono 10 anni che tento di rientrare in Iran, per portare nel mio paese, ricchissimo di siti architettonici e archeologici, il bagaglio di conoscenze apprese nel campo del restauro dei monumenti.
L'Iran potrebbe avere un ruolo attivo sui tavoli delle trattative, potrebbe aprire una fase nuova di dialogo interreligioso e interculturale tra le civiltà. Nello specifico, però, è indispensabile il dialogo e il confronto interreligioso e interlaico.
Sono questi due fronti mai sperimentati prima che potrebbero far da volano per un dialogo e un confronto reale che porti a superare anche le crisi che continuano a susseguirsi.
. Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci. Mahatma Gandhi;
Con stima Vahe M, Vartanian
Membro dell’Associazione Forum della Comunità Straniere In Italia ;
e
Associazione Italo Armena ZATIK
Via Santa Croce In Gerusalemme n° 106 – Roma
Vartanian2009@gmail.com
Lettera dekl Sen. Pier Ferdinando Casini
Con una lettera il Senatore Pier Ferdinando Casini risponde positivamente ad una mia riflessione del 11 Febb. 2015 , sull’anniversario della Rivoluzione Islamica della Repubblica Iraniana, in particolare si sofferma sui punti da me indicati del confronto interreligioso e sociale;
Risposta – Roma il 12 Febbraio 2015-
vahe
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