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050911 - Paul McCartney e il DUDUK
di GIÒ ALAJMO
Sir Paul McCartney, il baronetto dei Beatles, torna a far sentire la sua voce con un nuovo album e un tour a quattro anni da "Drivin' Rain".
Il disco, "Chaos and creation in the backyard", esce oggi in tutto il mondo contiene 13 canzoni in cui Paul suona praticamente tutto da solo, batteria compresa: «Ringo - ha detto in un'intervista trasmessa ieri da Radio Capital - sapeva dell'album ma gli ho ho detto di starne alla larga perché la batteria la suonavo io!». Solo qualche raro intervento esterno di archi e percussioni si aggiunge alle tracce registrate una dopo l'altra da Paul, che alla fine di "Anyway" regala anche una ghost track fatta di brevi spezzoni strumentali.
Facile trovare nel disco riferimenti precisi al periodo Beatles come il piano ostinato del primo brano "Fine Line", o la chitarra di "Jenny Wren" che ricorda "Blackbird" «ma è il mio stile - ammette Paul - e non ci trovo niente di male. E poi ho scoperto che lo fa un sacco di gente, perché non dovrei farlo io? Non bisogna vergognarsi delle proprie radici. Sono radici che amo. Mi fa piacere notare che molti gruppi, come gli Oasis, ammirano davvero quello che faccio e che ho fatto. Sì, mi sento un po' come un ex presidente. Non Nixon, però».
"Promise to you girl" è come dice il primo verso, proprio un "guardare indietro nel cortile della propria vita", con un collage musicale che ricorda diversi colori del periodo Beatles facilmente riconoscibili. Scritto in punta di dita come un vecchio gentleman col sardonico sorriso del ragazzo birichino che ancora traspare, l'album è piacevole, originale e suona bene, garzie anche all'apporto del produttore di Radiohead, Travis e Beck, Nigel Godrich, che dall'alto della sua molto più giovane età non ha esitato a scartare un brano che a suo gusto era "una schifezza". E Paul ha accettato il giudizio di questo per lui giovane collaboratore consigliatogli da George Martin.
"Chaos..." è forse il disco più beatlesiano mai prodotto da un ex beatle dal 1970, anno dello scioglimento della band che cambiò il mondo o quantomeno lo cantò. I riferimenti sono continui, intrecciati, nascosti, sommati. In ogni canzone la vena beatlesiana di McCartney compare con un gusto e una leggerezza che spesso erano state abbandonate per una ricerca sonora e armonica meno felici.
Un'edizione speciale dell'album contiene anche un dvd con versioni alternative in studio, interviste e perfino un film animato sulla traccia di "Riding to Vanity Fair", nono brano dell'album.
"Fine line", ha un sapore rock'n'roll, mentre "How kind of you" è lenta e sognante, come immersa nella nebbia scozzese, costruita a frasi e intermezzi, come un cammino che ogni tanto si interrompe e poi si perde all'orizzonte. "Jenny Wren" è una canzoncina delicata in due parti a voce e chitarra acustica, con l'aggiunta nel finale del sapore etnico di un duduk, lamentoso flauto armeno, mentre "At the mercy", alla mercè di una strada affiollata, è una canzone che potrebbe arrivare dagli ultimi anni beatlesiani, nata per caso, da una conversazione e antichi ricordi. "Friends to go", è più elettrica e sostenuta, un po' alla George Harrison, come Paul stesso anmmette, mentre "English tea" è un divertente omaggio, molto elisabettiano all'Inghilterra e alle sue abitudini, e "Too much rain" si ispira invece a "Smile" di Charlie Chaplin, svela McCartney, riempiendola di delicati sapori beatlesiani.
"A Certain Softness" scivola tra lenti e languidi ritmi latini, "Riding to Vanity Fair" è piena d'atmosfera e suona curiosa e dissonante un po' alla maniera di certe cose di Sting, "Follow me" è una bella canzone a tempo medio, mossa e facile, "Promise you girl" è come s'è detto, un collage beatlesiano di quelli che potrebbe costruire Elton John, "This never happened before" è invece una vera bella canzone d'amore guidata dal pianoforte a creare l'atmosfera. Infine "Anyway" è una rilassata canzone di chiusura simile a quelle che Paul al piano ha scritto tante altre volte. Quasi uno standard.
A Miami il 16 partirà il suo nuovo tour americano di 37 date che potrebbe poi portarlo in Europa nel 2006.

La PADANIA

V.V

 
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