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9 Maggio e gli armeni nella Seconda Guerra Mondiale . Pietro Cuciukian
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LA SECONDA GUERRA MONDIALE E GLI ARMENI,… così per ricordare!
Pubblicato da Partito Comunista d'Italia Federazione di Varese in 16 maggio 2014
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LA SECONDA GUERRA MONDIALE E GLI ARMENI*
di Pietro Kuciukian
*(discorso tenuto all’iniziativa, svoltasi a Milano il 9 maggio 2014 per celebrare i partigiani sovietici caduti in battaglia, dal console armeno di fronte al monumento e, su richiesta, ci ha gentilmente fatto pervenire e noi, volentieri, lo pubblichiamo)
parata a mosca 9 maggio 2014
Fino a poco tempo fa in Armenia vivevano ancora 3000 vecchi combattenti della seconda guerra mondiale, quasi tutti novantenni e 1000 vedove di guerra. In occasione del 65°anniversario della vittoria nella guerra patriottica, molti degli ex combattenti armeni si sono recati a Mosca, nella Piazza Rossa per la grande parata militare. Le spese di viaggio e soggiorno sono state sostenute dal governo armeno; vestivano le antiche uniformi e portavano sul petto le loro decorazioni. In Armenia i veterani sono trattati con riguardo: ricevono una pensione consistente per i servizi resi alla patria. Hanno una riduzione del 50% sulla telefonia e sugli affitti, hanno medicinali e trasporti gratuiti. Una volta all’anno, si possono recare gratuitamente a visitare un paese della Federazione Russa presso località termali e case di riposo. In Armenia si svolgono parate, numerose conferenze, proiezione di filmati, restauro di monumenti dedicati alla vittoria sul nazi- fascismo.
La Germania nazista invade l’Unione Sovietica con l’Operazione Barbarossa il 22 giugno 1941, durante la seconda guerra mondiale. Schiera 4,5 milioni di soldati su un fronte di 2900 km, 600.000 mezzi motorizzati e 750.000 cavalli. Nel gennaio del 1942 l’avanzata tedesca fu arrestata sulla linea Arcangelo-Astrakhan, ma la situazione dell’URSS rimase precaria, poiché i nazisti avevano occupato le più importanti aree economiche del paese. Malgrado questi successi, i tedeschi furono arrestati a Mosca e non riuscirono più a creare un’offensiva lungo l’intero fronte. Il fallimento dell’Operazione Barbarossa spinse Hitler ad altre offensive all’interno dell’URSS che tuttavia fallirono: l’assedio di Leningrado, l’Operazione Nordlicht, la battaglia di Stalingrado. L’Operazione Barbarossa fu la più grande operazione militare della storia dell’umanità, sia per il numero delle perdite umane che per il potenziale militare, e il suo fallimento segnò un punto di non ritorno nelle fortune del Terzo Reich, ma soprattutto aprì il fronte orientale dove vennero impiegate molte più forze che in ogni altro teatro di guerra nella storia del mondo. L’Operazione Barbarossa e le zone orientali divennero il luogo delle più grandi battaglie, delle più grandi atrocità, delle più grandi perdite di vite umane, delle più orribili condizioni di vita, sia per i sovietici che per i tedeschi; la situazione del fronte influenzò sia il corso della seconda guerra mondiale, sia la storia del XX secolo.
La resistenza dell’Unione Sovietica, che aveva proclamato la Grande Guerra Patriottica in difesa della propria patria, fu molto più accanita di quanto si aspettassero i nazisti. Fino al dicembre del 1941, due milioni e mezzo di prigionieri sovietici furono catturati, i più morirono di stenti, malattie, maltrattamenti. Ma quello che doveva essere un blitzkrieg, una guerra lampo, si risolse in una estenuante guerra di posizione, con la produttività industriale tedesca impreparata ad una lunga guerra. La guerra del fronte orientale durò quattro anni e i numeri esatti delle perdite non saranno mai noti: circa 7 milioni di militari sovietici, 20 milioni di civili sovietici, 5 milioni di morti dell’Asse. La causa del fallimento dell’attacco nazista, simile a quello napoleonico è dovuta principalmente alla sottostima del potenziale di mobilitazione dell’Armata Rossa, che riuscì a mettere in campo circa 500.000 coscritti al mese. I tedeschi erano anche convinti che il sistema comunista crollasse al primo impatto, mentre il potere sovietico rimase all’altezza della situazione e non fu mai in pericolo. Mano a mano che i tedeschi avanzavano sperando di diffondere il caos, i sovietici smantellavano le fabbriche e le ricostruivano dietro le linee, incrementando le capacità tecniche e produttive. Il trattamento inumano dei tedeschi verso i prigionieri sovietici e le crudeltà verso la popolazione causarono un odio profondo che contribuì ad alimentare la resistenza e i sacrifici dei civili.
L’invasione iniziò in un’estate asciutta, avanzò rapidamente per poi diminuire progressivamente di intensità in seguito al clima umido e freddo, al rallentamento dei rifornimenti, alla diversa misura delle rotaie e alle condizioni delle strade, sabbiose in estate, fangose in autunno, innevate pesantemente in inverno, inadatte ai carri tedeschi equipaggiati con cingoli stretti, mentre quelli sovietici, i T34, erano molto più mobili. Anche i cavalli tedeschi alti e atletici erano superati dai bassi e tozzi cavalli russi con zoccoli che potevano grattare il suolo ghiacciato per trovare l’erba. Inoltre la truppa non aveva adeguati vestiti protettivi e quando la temperatura arrivava a 30 gradi sottozero, i soldati dovevano ricorrere ai giornali da mettere sotto le giacche e bruciavano preziosa benzina per riscaldarsi. I sovietici,al contrario, avevano calde uniformi, stivali imbottiti e cappelli di pelo. Le armi tedesche e i motori funzionavano male per il freddo a causa dell’olio inadatto. Per immettere negli obici i proiettili, i tedeschi dovevano rimuovere il grasso ghiacciato, mentre i sovietici avevano coperte per tenere caldi i motori, oli fluidi, liquidi antighiaccio. Hitler aveva ordinato di dare la precedenza nei trasporti al carburante e alle armi piuttosto che al vestiario. La convinzione di Hitler di poter piegare i sovietici con una guerra lampo si tradusse in una disfatta. Già nel dicembre del 1941 con una resistenza dispiegata dai sovietici su un fronte di 160 km, fu chiaro che la controffensiva avrebbe potuto riuscire, mentre Hitler, avendo paura di una disfatta come quella di Napoleone, impartiva l’ordine: ”Resistere o morire”.
Nel 1944 iniziò la controffensiva sovietica con l’operazione “Bagration” che si concluse con la presa di Berlino. Un calcolo approssimativo dei morti provocati dalla seconda guerra mondiale è di 70 milioni, dei quali circa 30 milioni furono sovietici.
La partecipazione dell’Armenia Sovietica, la più piccola delle repubbliche, alla guerra contro la Germania nazista fu immediata e sostenuta da forti motivazioni. L’Armenia è stata risparmiata dalla distruzione che ha colpito la maggior parte degli stati occidentali, poiché il nazismo non ha mai raggiunto il Caucaso meridionale malgrado gli sforzi per arrivare al controllo dei pozzi di petrolio di Baku.
L’Armenia ha svolto un ruolo preciso per aiutare gli alleati sia attraverso la produzione industriale , sia attraverso l’agricoltura. Gli armeni avevano subito il genocidio del 1915 perpetrato dai turchi alleati ai tedeschi, conniventi ai massacri. Inoltre gli armeni, in caso di entrata in guerra della Turchia, storica alleata della Germania, speravano di riconquistare l’Armenia perduta con le province di Kars, Van, Erzerum, Mush, assegnata loro dal trattato di Sévres, mai ratificato dalla Turchia. L’Armenia inviò in guerra 600.000 uomini, 5 divisioni di fanteria, 4 marescialli, 60 generali. Anche la Chiesa Armena e la diaspora armena da tutto il mondo mandarono denaro per la guerra, guerra che per gli armeni divenne doppiamente patriottica. La metà dei militari armeni, 300.000, è deceduta nella difesa dell’Unione Sovietica e dell’Armenia. Nella conquista di Berlino ha combattuto la 89° divisione armena Tamanyan.
sovieticos_berlin
Fra i personaggi che più si sono distinti vi sono sicuramente gli armeni del Nogorny Karabagh. Fra questi ne ricordiamo alcuni:
Il maresciallo HOVANNES BAGHRAMIAN CRISTOPOR, nato nel 1897 in un villaggio di Yeghizavetpol, oggi Ganjia, e morto nel 1982. Si arruola volontario nel Corpo di spedizione del II reggimento caucasico di frontiera, combatte nella guerra turco – armena distinguendosi nella battaglia di Sardarabad che ha bloccato l’avanzata turca nel 1918. Graduato all’Accademia militare di Frunze, durante la seconda guerra mondiale, dopo l’eroica difesa di Kiev, viene mandato sul fronte di Mosca. Nel 1942 è comandante della 16° armata. Nel 1943 partecipa alla battaglia di Kursk-Orel, poi comanda il primo fronte del Baltico ed entra in Bielorussia con i suoi uomini. Viene riconosciuto per due volte “eroe” dell’Unione Sovietica, poi ordinato maresciallo. Diviene comandante militare della Bielorussia. Dopo la guerra è comandante della regione Baltica, ispettore generale del Ministero della difesa dell’URSS, poi viceministro della Difesa, direttore dell’Accademia militare, comandante delle forze riserviste dell’esercito sovietico. Pluridecorato con le maggiori onorificenze sovietiche: sei ordini di Lenin, ordine della Rivoluzione d’Ottobre, tre ordini della Fascia Rossa, Ordine di Polonia, di Mongolia, ecc.
BABAJANYAN HAMAZASP KHACHADUR, nasce in un villaggio del Karabagh, Chardakhlu,nel 1906. Inizia la sua carriera come comandante di plotone nel 1929, capo operativo della sezione. Nel 1937 si laurea e diviene istruttore militare all’accademia di Yerevan, poi comandante in capo di truppe corazzate sui vari fronti. Sotto il comando di Baghramyan, guida la 20esima brigata corazzata che partecipa alla battaglia di Kursk. Ferito diverse volte, diviene comandante militare in Ucraina dopo aver partecipato alla sua liberazione. Per la sua audacia e coraggio è stato decorato eroe dell’Unione Sovietica, ha ricevuto 3 medaglie di Lenin, 4 Ordini delle fasce rosse, l’Ordine di Sovurov, l’ordine di Kotizov, la Stella Rossa di 2° grado, due ordini polacchi, ecc. Muore nel 1977.
BAGIRYAN (BAGIROV) RUBEN, nasce nel 1908 a Shushi, Eroe dellURSS, comandante di compagnia, ordine della Stella Rossa, nel 1944 dopo una vittoria sul campo riceve una seconda stella rossa. Muore nel 1978.
BAKHSHYAN HAIRAPET nato a Martakert nel 1918 e morto nel 1971. Nel 1938 si laurea a Mosca in Meccanica e Matematica, partecipa alla grande guerra patriottica, poi diviene un famoso ricercatore nel settore della deformazione delle plastiche.
AVAKIAN HRANT ARSEN nato a Shushi nel 1924, ha partecipato alla difesa del Caucaso e alla battaglia di Berlino, Eroe dell’Unione Sovietica, medaglia d’oro al valore, ha ricevuto 3 ordini di Lenin.
AVETIKIAN GRIGOR (1915-1988) , nato a Shushi, partecipa alla grande guerra nella divisione Taman, diviene viceministro degli interni della RSS Armena. Ha ricevuto l’ordine della Stella Rossa.
AVTANDILYAN ARSEN , nasce a Baku nel 1910, comandante del 19° cavalleria, partecipa alla difesa di Mosca. Ha ricevuto l’ordine di Lenin, la Stella Rossa, ed altre decorazioni.
AVTANDILYAN HOVANNES (1923-1945) nasce a Martakert, volontario, muore durante la conquista di Klein. Eroe dell’URSS.
ARZUMANIAN ARKADY (1921-1970) nato ad Askeran, generale, partecipa alle battaglie di Vitebsk, di Velikie Luki, di Vilish. Diviene poi ministro dell’interno della RSS di Armenia.
DADALOV HOVANNES nato nel 1918, generale maggiore.
DANIELYAN IVAN (1901-1943) nato ad Askeran, partecipa alla battaglia del Dniepr. Eroe dell’URSS.
DANIELYAN MUSSEGH
DANIELYAN SMBAT
GABRIELYAN RUBEN, nato a Martuni nel 1912, Eroe dell’URSS
HAIRAPETYAN GARABED, nato ad Askeran nel 1921
HAIRAPETYAN GURGEN, nato a Mardakert nel 1914, Eroe dell’URSS
HAYIRYAN ARMEN, Eroe dell’URSS
HAGOPYANTZ KEVORK, Eroe dell’URSS
HOVANISSIAN VLADIMIR, partecipa alle battaglie di Leningrado e di Mosca e muore in battaglia, Eroe dell’URSS.
ISRAELYAN KEVORK
ISRAELYAN SOGHOMON
ISAHAKYAN HOVANNES, nasce a Shushi nel 1904, generale maggiore del 66° Reggimento Cavalleria, riceve l’ordine di Lenin, la stella Rossa, ed altre decorazioni.
ISAKOV HOVANNES STEPAN, nasce nel 1894 a Kars, ammiraglio della flotta sovietica, combatte nelle battaglie navali del Baltico, Eroe dell’URSS, 6 ordini di Lenin.
KAZARYAN ANTRANIK (1904-1992) generale maggiore, partecipa alla liberazione di Könisberg, poi in Manciuria. Eroe dell’URSS.
KASPAROV ASHOT, nasce nel 1909, comandante maggiore dell’aviazione, partecipa alle battaglie di Kalinin, Stalingrado, Leningrado, Bielorussia. Eroe dell’URSS.
KASPARYAN SUREN, nasce nel 1924, eroe dell’URSS
KUDIAKOV (KHAMFERTSYAN) SERGEY, nasce ad Hadrut nel 1902, muore nel 1950. Comandante del 1° corpo cavalleria, sotnik (capo squadrone) dei cosacchi, Comandante del quartier generale. Riceve l’Ordine di Lenin, la Stella Rossa e altre decorazioni.
MANASYAN ISAHAK nasce nel 1917 a Martuni, comandante di compagnia in Bielorussia, in Ucraina, partecipa alla guerra di Finlandia, Eroe dell’URSS.
MINASSOV IVAN (1896-1958), generale maggiore, ha partecipato alla guerra Russo-Giapponese.
MURADIAN ARTEM, nasce ad Hadrut nel 1921, partecipa alla battaglia di Berlino, insignito di 2 Stelle Rosse.
NAZAROV ALEXANDER (1923) , comandante di batterie antiaree, Eroe dell’URSS, ordine di Lenin, e altre decorazioni.
OSSIPOV (HOVSEPIAN) SAHAK nasce a Martuni, dirige l’89° divisione Tumanyan, partecipa alle battaglie di Crimea, Oder, Berlino, Varsavia; insignito della Stella Rossa.
PARSEGHYAN ARTEM, nasce a Martuni nel 1899, generale sul fronte caucasico e sul fronte finlandese, Eroe dell’URSS, 4 Fasce Rosse, riceve la Stella Rossa.
PETROSYAN SUREN, nasce ad Askeran nel 1916, comandante del III battaglione nella battaglia del Dniepr, Eroe dell’URSS, riceve l’ordine di Lenin.
SARDAROV ARSHANK, nasce ad Hadrut nel 1909, generale dell’aviazione nelle battaglie del Caucaso, Taman, Novorissisk, Crimea.
SARKISSIAN SHAHEN
SAFARYAN ARAKEL, nasce nel 1902
STEPANIAN KEVORK (1913-1944) pilota, tenente colonnello: 239 voli, 53 navi affondate, 80 tank distrutti, 600 veicoli, 27 aerei. Per 2 volte Eroe dell’URSS.
SHAHUMYAN IVAN nasce nel 1910 comandante della 69° divisione di fanteria. Dal ‘45-‘47 fa parte dell’esercito sovietico in Germania, Eroe dell’URSS.
TER SAHAKOV RUBEN nasce nel 1906, generale della difesa antiarea della Transcaucasia.
Questi sono solo alcuni degli eroi armeni della Guerra Patriottica contro il nazismo.
https://pdcifederazionevarese.wordpress.com/2014/05/16/la-seconda-guerra-mondiale-e-gli-armeni-cosi-per-ricordare/
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