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050915 - La stampa USA attacca la Turchia sul ‘caso Pamuk’
Libertà di espressione.
News del 12-09-2005
L'America si indigna per la causa di Orhan Pamuk, l'autore di Neve e Il mio
nome è Rosso messo sotto processo in Turchia per aver osato parlare del
genocidio degli armeni.

Alla vigilia di una nuova tappa di negoziati per l'ammissione nella Ue, i
maggiori quotidiani americani hanno dedicato duri editoriali di protesta contro
la persecuzione di cui è stato fatto oggetto uno dei più applauditi scrittori
turchi dopo che la sezione americana dell'associazione degli scrittori Pen ha
denunciato il caso chiedendo alla Turchia di fare ''immediatamente marcia
indietro''.

Pamuk rischia fino a tre anni di prigione. La sua colpa, secondo la
magistratura del suo paese: ''Aver pubblicamente denigrato l'identita' turca''.
La frase che ha messo Pamuk nei guai in un'intervista a un giornale svizzero
(''30 mila turchi curdi sono stati uccisi qui, e pure un milione di armeni.
Quasi nessuno ne parla. Provo a farlo io'') appare ''mite per un pubblico
americano, ma ha scatenato una tempesta in Turchia, un paese in cui la linea
del governo è che la morte degli armeni furono al conseguenza della guerra, non
di un genocidio, e chi discute pubblicamente la questione lo fa a suo rischio e
pericolo'', ha scritto in un editoriale il Washington post.

Il quotidiano della capitale americana critica come ''vergognoso'' il processo
allo scrittore: 'E' esattamente il segnale sbagliato da mandare all'Europa che
discute sulla sua ammissione'', scrive il giornale chiedendo che le accuse
''siano fatte cadere appena possibile'' e facendo del caso Pamuk un simbolo
della battaglia per le libertà di espressione: ''La Turchia ha fatto passi
avanti importanti negli ultimi anni per proteggerla. Le accuse a Pamuk mostrano
quanta strada deve ancora fare''.

Polemico èstato anche il York Times ha chiesto al primo ministro turco Recep
Tayyip Erdogan di affrontare la questione Pamuk nel suo discorso questa
settimana all'Onu.
''Le accuse contro Pamuk violano gli standard della libertàdi espressione,
pre-requisito chiave per l'ammissione della Turchia nella Ue'', oltre ad andare
''al cuore del suo lavoro di scrittore'': la questione dell'identita' turca -
nota infatti il ‘New York Times' - è al centro di 'Il mio nome e' Rosso', in
cui Pamuk non lascia mai scordare al lettore la diversita' etnica e culturale
del passato della Turchia''.

Il processo a Pamuk è in programma il 16 dicembre: ''Erdogan dovrebbe fermarlo
e il suo governo dovrebbe incoraggiare più libertà di espressione e di
pensiero'', ha scritto il Los Angeles Times, quotidiano di una metropoli che ha
una vasta comunità armena, in un editoriale intitolato ''La guerra della
Turchia contro la storia'' in cui si afferma che ''un primo inizio sarebbe
quello di abolire le leggi arbitrarie che danno al governo il diritto di
imprigionare i 'critici' della Turchia e aprire finalmente un dibattito sulla
questione armena''.

Il caso Pamuk ha fatto ''inorridire'' anche la pagina degli editoriali del Wall
Street Journal finora sempre in prima linea nell'appoggiare gli sforzi della
Turchia di avvicinarsi all'Europa: ''Privatamente - nota il quotidiano di Wall
Street, diplomatici spiegano che l'incriminazione e' un tentativo ispirato
politicamente a danneggiare le chances della Turchia di entrare nella Ue: una
potente minoranza che raccoglie militari tradizionalisti e estremisti islamici
- vorrebbe sabotare il progresso della nazione verso il mondo occidentale''.

V.V

 
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