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050924 - Genocidio armeno, Bruxelles “sgrida” Ankara
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da LA PADANIA
Ankara -L’ennesima sospensione della conferenza organizzata da ieri e per tre giorni da due Università di Istanbul sui massacri degli armeni del 1915-16, è diventata già un nuovo problema sulla via della Turchia verso la piena membership nell’Ue. La Commissione europea ha già infatti condannato la decisione - presa da un tribunale amministrativo - e sembra determinata non fare sconti ad Ankara nonostante il «rincrescimento» del governo turco e l’annuncio che la stessa conferenza si svolgerà oggi in altra sede.
Oltre alla questione armena, la Turchia deve fare i conti con altri problemi irrisolti, come il riconoscimento di Cipro, le discriminazioni contro i curdi ed il prossimo processo di dicembre allo scrittore Orhan Pamuk, “colpevole” solo di avere dichiarato in un’intervista di ritenere probabile che negli anni finali dell’impero ottomano «furono uccisi un milione di armeni». Ankara sostiene che a morire furono solo alcune centinaia di migliaia di armeni e respinge la definizione di genocidio per quei massacri.
La conferenza, che doveva tenersi, da ieri fino a lunedì, all’Università del Bosforo era già stata cancellata in maggio, dopo che il portavoce del governo e ministro della Giustizia, Cemil Cicek, definì «traditori» sia gli organizzatori, sia gli storici turchi che avevano accettato di parteciparvi, creando così un «inaccettabile clima di insicurezza», che indusse gli organizzatori a rinviare sine die la stessa conferenza.
La questione armena sembra avere le caratteristiche della classica “buccia di banana”, su cui può scivolare l’ambizione della Turchia di vedersi riconosciuta membro a pieno titolo dell’Ue.
V.V
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