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050927 -Erdogan: ĢIl terrorismo islamico non esisteģ
da la Padania- =Alla vigilia dei negoziati Turchia-Ue
Antakia - A una settimana dall’appuntamento cruciale per l’avvio dei negoziati sull’ingresso della Turchia nell’Unione europea, fanno scalpore le dichiarazioni del premier turco Tayyip Erdogan, che, aprendo i lavori di una conferenza ad Antakia (ex Antiochia), ha dichiarato: «il terrorismo islamico
non esiste». Queste le parole usate da Ergodan nel discorso inaugurale della prima sessione dell’“Incontro delle civiltà di Hatay”, una tavola rotonda che da ieri continuerà fino a venerdì con la presenza e la partecipazione dei capi religiosi di quasi tutte le confessioni presenti in Turchia, di 8 ministri turchi e di circa 40 ambasciatori in rappresentanza dei rispettivi Paesi.
Il premier turco ha sottolineato che è «è inaccettabile parlare di terrorismo islamico» perché «il terrorismo non può essere ascritto ad alcuna religione».
«Dobbiamo dire di no allo scontro delle civiltà e delle religioni e sì al dialogo» ha affermato Erdogan aggiungendo che «la formula da seguire è quella del pluralismo nell’unità e dell’unità nel pluralismo». Dichiarazioni che stridono con le questioni “aperte” tra la Turchia e le minoranze presenti nel Paese, come gli armeni e i curdi, e con il nodo non ancora sciolto del mancato
riconoscimento dell’isola di Cipro.
Nelle ultime settimane la “questione armena” è stata ampiamente affrontata dalla stampa a seguito di due episodi che hanno suscitato numerose polemiche in Europa e negli Stati Uniti. Il primo riguarda lo scrittore turco Orhan Pamuk messo sotto processo dalla magistratura turca per aver osato parlare del genocidio degli armeni. L’accusa rivolta a Pamuk, che rischia fino a tre anni di prigione, è quella di “Aver pubblicamente denigrato l’identità turca”.
«Trentamila turchi curdi sono stati uccisi qui, e pure un milione di armeni - aveva dichiarato l’intellettuale turco in un’intervista ad un giornale svizzero - Quasi nessuno ne parla. Provo a farlo io». Il processo contro Orhan Pamuk è stato fissato per il 16 dicembre, e cioè l’anniversario della decisione del Consiglio europeo di avviare i negoziati di adesione con la Turchia.
L’altro episodio che ha aumentato i dubbi sul rispetto dei diritti umani in Turchia è legato a un convegno sul genocidio perpetrato novant’anni fa da governo turco ai danni della popolazione armena ma che è stato cancellato per ben due volte su ordine della magistratura di Istanbul. Alla fine, la conferenza si è svolta domenica in forma abbreviata in un clima di tensioni e polemiche.
Nel frattempo l’Unione europea ha nuovamente sollecitato Ankara a normalizzare le relazioni con l’Armenia, attualmente inesistenti anche perché gli armeni vogliono che Ankara riconosca il “genocidio” della quasi totalità (1,5 milioni) degli armeni anatolici (cristiani) mentre il governo turco continua ad affermare che in quei massacri non più di 300-500 mila armeni persero la vita.

V.V

 
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