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050929 - TURCHIA; PE NON FA SCONTI E MANDA SEGNALE A GOVERNI/ANSA
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EUROPEAN ARMENIAN FEDERATION
RICONOSCIMENTO GENOCIO ARMENI CONDIZIONE PER ADESIONE
(ANSA) - STRASBURGO, 28 SET - Il Parlamento europeo non fa sconti alla Turchia e chiede atti concreti sul riconoscimento di Cipro e sul rispetto dei diritti umani nel dare il suo diffidente via libera all'avvio dei negoziati di adesione, previsti per il 3 ottobre. Ma oltre ad inviare un evidente segnale politico ad Ankara, Strasburgo ha lanciato un avvertimento anche ai governi, i cui rappresentanti sono proprio
in questi giorni impegnati a chiudere il pacchetto per consentire ai ministri degli Esteri dei 25 di dare il sospirato via libera al tormentato iter negoziale con Ankara.
L'euroassemblea con 356 voti a favore, 181 contrari e 125 astenuti ha detto si' ad una risoluzione comune il cui punto forte e' che il negoziato e' un processo ''aperto'', che non si traduce cessariamente nell'adesione della Turchia.
Ma il Parlamento europeo e' andato piu' in la' del testo messo a punto dai sei gruppi parlamentari principali, chiedendo che il riconoscimento del genocidio degli armeni, compiuto nel 1915, sia una ''condizione preliminare'' all'adesione all'Ue.
Poco prima l'assemblea aveva anche accolto una proposta dei Popolari europei, da tempo divisi fra coloro che, seppur con cautela, sostengono l'avvio dei negoziati, e le delegazioni, in particolare quella tedesca, che sono decisamente schierate per
l'opzione del partenariato speciale.
L'esito del confronto fra queste due componenti del gruppo guidato da Hans Gert Poettering e' stata la richiesta di un ulteriore rinvio del voto sull'estensione del protocollo doganale, firmato dalla Turchia a luglio. Con 311 si', 285 no e
63 astenuti l'aula ha accolto la proposta dei Popolari.
Una scelta subito criticata dal commissario europeo
all'allargamento Olli Rehn, che pur in mattinata aveva usato accenti critici nei confronti dei pochi progressi soprattutto in materia di liberta' di espressione.
Il voto sulla risoluzione comune ha visto inconsuete
alleanze e evidenti spaccature fra i gruppi parlamentari a dimostrazione che a cinque giorni dall'avvio previsto del negoziato i dubbi e le incertezze persistono.
A grandi linee a favore dell'avvio del negoziato, pur con una serie di condizioni e di verifiche, si sono espressi i deputati del Ppe, del Pse, della Sinistra unita, dei liberaldemocratici.
Tradotto in schieramenti italiani, Forza Italia, Ds, Prc e Pdci, Margherita e Radicali. Contrari gli euroscettici, che includono la Lega, e i non iscritti con Alessandra Mussolini e Luca Romagnoli, ma anche gli eurodeputati dell'Udc Lorenzo Cesa, Armando Dionsi e Iles Braghetto. Ha votato no anche Mario Mauro di Forza Italia. Fra gli astenuti i Verdi e come annunciato gli europarlamentari di An, ma anche Raffaele Lombardo dell'Udc.
Fra le spaccature evidenti quella del gruppo del
Liberademocratici, nel quale la delegazione francese dell'Udf si e' dissociata dal voto positivo dato dal resto del gruppo esprimendosi contro la risoluzione. In seguito i liberaldemocratici francesi hanno anche diffuso una dichiarazione nella quale hanno sostenuto esplicitamente l'inopportunita' di aprire i negoziati con la Turchia lunedi' prossimo.
La palla e' ora nelle mani dei governi e anche della
Turchia, che oggi ha ribadito la sua chiusura ad una opzione negoziale che non preveda la piena adesione all'Unione europea.
Ma anche se il rinvio della ratifica del protocollo doganale non implica di per se' uno stop al negoziato e seppure la risoluzione comune non sia vincolante, da Strasburgo oggi e' arrivata la conferma che sulla questione Turchia c'e' la consapevolezza che in gioco e' una nuova visione dell'Europa.
(ANSA).
: 19:34 ans 0197/SE1 @ES69715 R EST S0B ST1 S91 R46 XQKE
CLG
28-SET-05 19:32
V.V
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