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Iniziativa
Culturale: |
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051111- Veltroni e Ataturk per una pace UNIVERSALE...
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Associazione della Comunità Armena di Roma e del Lazio.
Seta Martayan .
Abbiamo appena letto su Adnkronos Cultura del 10 ott. la notizia che "la città di Roma dedica alla memoria di Ataturk fondatore della Repubblica turca, un
monumento sul tema della pace universale, dell'identità e del rispetto per tutti i popoli.."
Con tutto il rispetto e il sostegno per chi vuole celebrare il principio della pace e della convivenza, questa è da considerare una deplorevole iniziativa che non potrà che provocare l'ira di una intera comunità, quella armena, che nell'indifferenza totale durata troppo a lungo, celebra proprio quest'anno il 90° Anniversario di un genocidio quello del 1915 che i predecessori di Ataturk commisero e i suoi eredi continuarono e continuano tutt'ora a negare, l'Europa rimanendo inzittita, accecata dalle lusinghe ed interessi futuri, dimenticando il rispetto dei valori morali ed etici che l'anno distinta.
Modernizzazione non significa necessariamente raggiungimento di un alto livello di civiltà. Non è concedendo il diritto di voto alle donne ( prima di ogni altro paese europeo, come se ne vanta la Turchia), oppure sostituendo col cappello il fez degli uomini, o adottando i caratteri latini, in una parola copiando l'occidente nelle apparenze, che un paese potrà considerarsi aver raggiunto "livello della civiltà contemporanea" come viene definito il cammino intrapreso dalla Turchia nelle motivazioni che leggiamo!
C'è qui la memoria di un intero popolo e delle sue un milione e mezzo innocenti vittime che viene ancora una volta calpestata su pretesto di rapporti di amicizia tra Italia e Turchia definendola già "prossimo" membro dell'UE (realtà toppo lontana da raggiungere ..)
Per accedere all'Europa, la Turchia dovrà sanare la sua passata storia, come ha fatto la Germania: riconoscere il genocidio degli armeni e chiedere perdono!
Solo allora potrà meritare tutti i rispetti ed onori di un paese civile e pacifico.
Sono ancora troppi i diritti negati in quel paese dove esistono i cittadini di serie A e quelli di serie B; dove esistono numerosi tabù, dove giornalisti ed intellettuali vengono regolarmente giudicati ed incarcerati per una parola detta o una frase "proibita" pronunciata...
Gli armeni, tutti figli della diaspora, sparsi dal nord al sud del territorio italiano, hanno trovato in questo paese la simpatia, la solidarietà e conseguentemente il riconoscimento della loro giusta causa quando nella seduta del 6 marzo del 2000 il Consiglio Comunale di Roma riconosce ufficialmente il genocidio del 1915 esprimendo solidarietà "nella lotta per il riconoscimento della verità storica e per la difesa dei suoi diritti inviolabili".
Trovo qui doveroso rileggere insieme una frase della lettera del nostro illustre Sindaco Walter Veltroni, in risposta a una lettera a Lui indirizzata dalla nostra Associazione in concomitanza con la Giornata della Memoria:
"Le istituzioni hanno ben vivo e desto il ricordo di quanto è accaduto agli armeni e non mancheranno di assumere ogni tipo di iniziativa che ne salvaguardi la memoria.."
Ora però con tutta la stima che portiamo al nostro Sindaco e l'apprezzamento per la solidarietà dimostrata nei nostri confronti in varie occasioni, deploriamo questo riconoscimento a Ataturk insieme alle motivazioni in molti punti erroneamente descritte con dati storici a favore del celebrato e a scapito dell'Armenia e del popolo armeno.
V.V
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