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051125 - il santo del giorno
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Il Giornale ; il santo del giorno
Dottore della Chiesa armena, nato verso il 360 in una famiglia principesca, allievo di Narsete il Grande nelle lingue greca, siriaca e persiana, abbracciò dapprima la vita militare e divenne segretario del re, poi si dedicò allo studio delle Scritture e all’ascesi, cioè - come narra il suo biografo - «alla solitudine, al vivere sui monti, alla fame e alla sete, al cibarsi di erbe, alla reclusione nelle tenebre, al letto di setole sul pavimento». Battezzato a 27 anni, a trent’anni fu ordinato sacerdote e si fece monaco. Si dedicò quindi alla predicazione nella provincia di Golthen, dando ovunque esempi di santità e di dottrina. La regione era ancora pagana e Mesrop osservò che la maggiore difficoltà per la popolazione di ricevere la parola di Dio stava nel fatto che questa le era comunicata in lingue straniere come il greco e il siriaco e non nella sua. Apparve così la necessità di dare al popolo armeno le Sacre Scritture e il Rituale nella lingua propria. Ma come? Bisognava per prima cosa creare un alfabeto, che non esisteva. Il re d’Armenia, Vram-Sapuh, consigliò di valersi dell’alfabeto che un certo vescovo Daniele aveva già adottato per la su diocesi armena in Persia. Quell’alfabeto fu insegnato per due anni nelle scuole armene, ma la prova fu negativa; tra l’altro era molto complicato e mancava delle vocali. Mesrop si convinse che bisognava fare del nuovo. Così verso il 410, dopo essere andato a Samosata per avere la collaborazione di un celebre calligrafo nel fissare le forme delle lettere, compose un alfabeto adoperando in gran parte tipi antichi di lettere greche e creandone altre, disegnate appositamente. Fu un successo. Cominciò la traduzione dei testi sacri nella nuova scrittura; cominciò l’apostolato coi nuovi testi in Armenia e nella vicina Georgia. Con l’aiuto del «katholicos» (sorta di vescovo supremo di varie Chiese) Isacco, futuro santo anche lui, e del re Vram-Sapuh, Mesrop aprì scuole, mandò la gioventù armena nei centri culturali dell’epoca, organizzò una capillare evangelizzazione, fu animatore del monachesimo armeno. «Quindi per l’intero tempo della sua vita - scrive il biografo - sia d’estate che d’inverno, di notte e di giorno, sollecito e pronto recò nella sua persona il nome dell’Onniredentore Cristo, in tutti i paesi degli Armeni, dei Georgiani e degli Albani, dinanzi ai re e principi, ai pagani e agli avversari. Infervorò tutte le anime rivestendole di Cristo e rendendole spirituali. Ottenne clemenza per molti prigionieri languenti sotto la vessazione». Sul finire della vita si dedicò nuovamente all’ascesi e, dopo la morte del «katholicos» Isacco, fu vicario patriarcale per sei mesi, cioè fino a quando morì, quasi ottantenne, nel 439. Lasciò dei sermoni teologici e morali e la tradizione gli attribuisce gli inni del tempo quaresimale. * * *
OGGI SI FESTEGGIANO ANCHE: Caterina, leggendaria martire di Alessandria d’Egitto (IV secolo); Imma, badessa a Karlsburg nell’VIII secolo; Gioconda, donna di Reggio Emilia morta nel 466; Bernoldo, benedettino bavarese dell’XI secolo; Mercurio, ufficiale martirizzato a Cesarea di Cappadocia intorno al 250.
V.V
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