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06 02 06 - Arch Kambiz , Risposta alla risposta su tema "Armeni e Armenita' "
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Ricevo la Sua E-mail del primo febbraio 2006 e volentieri rispondo. Possa essere, questa, l'inizio di uno scambio chiarificatore.
1 - lo non La conosco di persona e non ci siamo ancora incontrati. Ma la discussione non riguarda la Sua persona bensì il Suo operato, per quello che è noto.
2 - A giudicare dalle Sue (non) risposte alle critiche e suggerimenti provenienti dai membri della diaspora, mi è sembrato che Ella investisse il ruolo di portavoce del Pontificio Collegio Armeno di Roma. Se la mia impressione è errata non me ne dia colpa. Riconsideri il Suo comportamento.
3 - Ella non desidera affrontare pubblicamente le tematiche esposteLe dalla diaspora. Né è incline a rendere noto l’evoluzione delle varie denunce penali ricevute per abuso edilizio nell’Ospizio della Nazione Armena. Io credo, invece che la trasparenza sia una virtù.
4 - Ella giudica “argomentazioni prive di fondamento” i precisi episodi di discriminazione segnalati e qualifica “disputa vergognosa” la richiesta di celebrare il Natale Apostolico o la funzione funebre ad una artista armena .
5 - Denunciare la discriminazione e discuterne non lede affatto all’immagine della comunità né offende gli armeni in Italia, …... Al contrario: negare l’evidenza disgrega la diaspora; parlarne aiuta all’avvicinamento dei vari riti intorno alla medesima chiesa.
6 - Portare la discriminazione alla conoscenza dei Padri Spirituali degli armeni non offusca l’onorabilità delle istituzioni che rappresentano. Al contrario: implorare “l’Alto Arbitraggio” del Pontificio Collegio Romano ed esortarlo ad un intervento risanatore è il segno di profondo rispetto e speranza nei confronti di questa secolare istituzione.
Egr. Sig. Rupen Attar
Alle precise tematiche d’interesse collettivo e ai circostanziati episodi di discriminazione, per tutta risposta, Ella si lascia andare ad una sterile retorica e predica paternalistica fuori tema che mal celano la Sua pungente avversità verso la minoranza discriminata. Questo atteggiamento danneggia l’istituzione che Ella rappresenta. Una franca discussione, invece, è motivo di riavvicinamento.
La scelta, come la responsabilità che ne deriva, è Sua.
Con solidarietà alla Nazione Armena
Roma, 4 febb. 2006
Kambiz Dowlatchahi
V.V
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