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06 02 16 - Cristiani insieme per un mondo più giusto
Si è aperta a Porto Alegre la nona Assemblea generale del Consiglio ecumenico delle Chiese. Samuel Kobia (Cec):spiritualità e dialogo per «fare» la storia.
Kasper ha portato il saluto del Papa

Di Fabrizio Mastrofini

C'erano quattromila persone l'altro ieri a Porto Alegre, in Brasile, all'apertura ufficiale dei lavori della nona Assemblea generale del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) sul tema «Signore, nella tua grazia trasforma il mondo».
La prima giornata è trascorsa in un clima di festa e tra i molti messaggi di saluto spiccava quello di Benedetto XVI, portato dal cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio consiglio per l'unità dei cristiani. Nel suo saluto il Papa sottolinea l'importanza di «continuare il viaggio della speranza»
ecumenica e di incentivare gli sforzi per «raggiungere il giorno in cui i cristiani saranno uniti nel proclamare il messaggio evangelico della salvezza per tutti».
Il cardinale Kasper ha ribadito che l'impegno ecumenico, per la Chiesa cattolica, è «irreversibile», mentre il primate anglicano Rowan Williams ha ribadito l'importanza della riunione e il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha invitato a pregare per un mondo più unito.
Ieri i lavori sono entrati nel vivo con la relazione di apertura di Aram I, patriarca di Cilicia degli Armeni, secondo il quale le Chiese possono costruire, «un ecumenismo credibile e significativo», tanto più necessario in un periodo storico contrassegnato da insicurezza ma anche dalla «tenace ricerca» di un
significato che trascende la vita dei singoli.
Subito dopo, il segretario generale del Cec, il reverendo Samuel Kobia, ha evidenziato come il movimento ecumenico sia profondamente radicato nella spiritualità, a sua volta capace di alimentare un fattivo impegno per realizzare la giustizia nel mondo e mettere in rapporto centro e periferia, per offrire una testimonianza concreta di ascolto e comunione tra le Chiese distribuite in contesti differenti.
Il pastore luterano brasiliano Rui Bernhard, segretario esecutivo dell'Assemblea, ha indicato tra gli obiettivi del raduno «migliorare il dialogo
interreligioso e dimostrare in tal modo a tutte le religioni che non si devono costituire discriminazioni tra di esse. Ogni persona di buona volontà può unirsi ai nostri sforzi per migliorare il dialogo e per rafforzare il cammino ecumenico qui, in Brasile».
L'Assemblea - per la prima volta in America latina - si chiuderà giovedì prossimo.
Ospitata presso l'Università cattolica di Porto Alegre, alterna relazioni, dibattiti e gruppi di studio. Questi ultimi sono dedicati a differenti questioni: dal ruolo delle donne nella società e nelle Chiese, ai temi dell'ambiente e della giustizia sociale, con particolare riguardo proprio alla situazione del Sud America. L'appuntamento è anche una vetrina per diversi progetti di cooperazione. Proprio prima della sala principale, sette
organizzazioni ecumeniche internazionali - tra cui «Oikocredit», «Ecumenical advocacy alliance» e «Ecumenical Church loan fund» - hanno attrezzato un'area comune per far conoscere le loro iniziative umanitarie e a favore delle popolazioni povere.
Poco più in là è lo stand di «Changemaker», progetto avviato dalle Chiese protestanti di Norvegia e Finlandia sui temi del cambiamento climatico, commercio internazionale, diritti umani e lotta all'aids. «Mobilitiamo i giovani - spiega Camilla Sandbakken, norvegese - per iniziative di
sensibilizzazione politica e per realizzare dei cambiamenti». Accanto, ecco «Clean clothes campaign», organizzazione olandese fondata nel 1990 per migliorare le condizioni dei lavoratori tessili nel Sud del mondo.
In India «Church's auxiliary for social action» conta 29 confessioni, ortodosse e protestanti, attive nel campo dell'assistenza e dello sviluppo. Tra i loro impegni la ricostruzione delle zone distrutte dallo tsunami del 26 dicembre 2004. Come ha spiegato ieri nella preghiera iniziale Anastasio, patriarca
ortodosso di Albania, in conseguenza dell'incarnazione i discepoli di Cristo «hanno l'obbligo e il privilegio di impegnarsi per il miglioramento del mondo».

V.V

 
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