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06 03 08 - Per non scordare la tragedia degli armeni
Corriere di Romagna 7/3/06
bagnacavallo - Alice Tachdjian, bagnacavallese di adozione, insieme a suo marito Carlo Polgrossi, ha per l’ennesima volta esposto e rivissuto il genocidio armeno.Con “Pietre sul cuore”, il nuovo libro scritto dall’autrice, ha presenziato alla presentazione che si è svolta nella biblioteca di Faenza.
Donna dall’aria fiera, sicura, di coraggio, che mette quasi in soggezione, che rivela il suo spirito battagliero dell’affermazione del diritto del suo popolo, al quale viene negato il riconoscimento di essere stato sterminato, ma che durante il colloquio rivela simpatia e umorismo. Non si arrende di fronte agli impedimenti che si trascinano negli anni, e ha già visitato e diffuso il suo messaggio in 38 città, tanto che arrivata nel comune di Imola qualche tempo ha attirato l’attenzione dell’ambasciata turca, che ha minacciato il sindaco, perché voleva i nominativi dei presenti all’assemblea e additava gli Armeni
come terroristi, ma il primo cittadino imolese aveva risposto all’attacco dicendo che noi eravamo in Italia, un paese democratico. Nel libro racconta la
storia di sua madre, scampata al massacro, che in sogno dopo la sua morte le è apparsa in sogno e le ha detto: “Vorrei tanto un libro, scritto col cuore, e io
ti aiuterò”. Infatti la Tachdjian, che non si riteneva una scrittrice non ha incontrato alcuna difficoltà nel mettere insieme le pagine, le quali raccolgono le esperienze dei suoi genitori, gli appunti di sua madre, le storie.“Gli Armeni non chiedono risarcimenti economici, solo il riconoscimento della storia”, ha spiegato Polgrossi, professore e pittore, e ha ricordato che in
Turchia hanno persino cancellato dai testi scientifici il nome come noi abbiamo in latino, di una capra, perché riportava la denominazione “armenicus”, non ci sono davvero parole. Alice Tachdjian ritiene di avere una grande ricchezza, perché possiede 3 identità, e dice: “Sono da gestire queste identità così diverse, sono nata e vissuta in Francia, un po’ troppo seria e noiosa, in
Italia sono di cuore, anche troppo, divertenti e sono tutti artisti, a volte non molto affidabili, e ai miei Armeni voglio bene”, e la serata è terminata
con un messaggio positivo così come iniziano le prime righe riportate in lingua armena sul libro: “I giorni d’infelicità come l’inverno vengono e vanno; non
disperate, fine avranno”. Infatti nella quale sono vissuti, nella speranza che possano spendere questo loro arricchimento nel corso della loro esistenza.

Laura Leonardi

Da Ilaria,io ho aderito,valuta tu..

V.V

 
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