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06 04 19 - La Turchia si allontana dall'Europa? da "Manna"
Sembrava scontato. La Turchia dentro l'UE era già nella testa della gente.
Mancavano solo piccole formalità mentre le grandi questioni sembravano superate. In queste ultime ore le cose si sono complicate ed hanno ripreso fiato coloro che, di fatto, non sono mai stati entusiasti dell’ingresso turco in Europa, come i Francesi.
Il parlamento Europeo si è pronunziato formalmente a favore del processo di inserimento della Turchia ma ha messo tanti di quei paletti che praticamente rende impossibile immaginare una rapida conclusione delle trattative.
La Turchia ne ha fatta di strada in questi anni, accettando di procedere anche sul piano politico con passi in linea con l’UE, ed allora che succede? Succede che secondo il pronunciamento del parlamento europeo, la Turchia prima di cominciare le “vere” trattative per l’ingresso in Europa dovrà riconoscere ed ammettere che quello del 1945 è stato un vero e proprio genocidio nei confronti del popolo armeno e dovrà porsi fine alla questione cipriota almeno sulle cose essenziali: il riconoscimento della Repubblica Cipro e l’applicazione della libera circolazione doganale da e per Ankara.

Le decisioni del parlamento europeo hanno irritato il Governo turco che minaccia di non partecipare al tavolo delle trattative e rilancia: Niente protocollo che prevede una “partnership speciale” ma solo un piano che preveda la piena adesione della Turchia all’UE.

E’ evidente che le cose si sono complicate e che quello che si sta verificando è il risultato di passi che sono stati compiuti senza il consenso che si sarebbe dovuto ricercare più ampiamente. Ci sono Paesi in Europa che non hanno ancora digerito ciò che appare un processo irreversibile, la Turchia europea è una strada obbligata se non si vuole consegnare quell’area geopolitica all’incertezza ed alle pressioni di quei Paesi che sono contrari non solo all’Europa ma anche a tutto l’occidente. La Turchia in Europa sarebbe un ottimo deterrente contro le “mire espansionistiche” della cultura del terrore e dell’odio contro la civiltà occidentale. L’Europa con la Turchia compie un altro passo di quel progetto di casa comune europea iniziata con l’ingresso dei Paesi dell’Est nell’UE.
Per contro è altrettanto evidente il vantaggio per la Turchia derivante dall’essere in Europa politicamente ma anche economicamente. La Turchia che si schierasse contro la propria vocazione europea sarebbe una contraddizione con la sua storia e con la logica applicata in questi anni nella propria mministrazione.
Ci si augura che le trattative non finiscano prima di cominciare, che siano reali e concrete, che facciano superare le perplessità di quella parte di Europei che ancora guarda con diffidenza alla Turchia. La Turchia si deve rendere conto, comunque, che passi destinati a cambiare la storia hanno sempre un prezzo alto e che in fin dei conti, nel mondo e per il mondo, quello del 1945 fu un genocidio dei Turchi contro gli Armeni e che la Repubblica di Cipro è una cosa incontestabile, come lo è la Turchia nell’UE. La Turchia farà bene a difendere le proprie posizioni, in linea con il suo orgoglio nazionale e con la sua storia. Chieda passi che rendano meno dolorose le affermazioni da scrivere nei libri di storia ma non si mostri cieca e sorda. 1/10/05

V.V

 
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