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06 07 22 - TURKIA , nuovo caso denunciato da Pamuk- ora la scrittrice Elif Shafak, rischia tre anni di prigione.
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(20 luglio, 2006) Corriere della Sera
Turchia, nuovo caso dopo Pamuk. Scrittrice accusata di offendere «il buon nome del Paese»
Libro sul genocidio armeno: Elif, incinta, rischia il carcere.
Ha scritto un romanzo che «ha offeso il buon nome della Turchia»: ora la scrittrice Elif Shafak, rischia tre anni di prigione. A pagina 39 A. Ferrari
Sezione: letteratura - Pagina: 039
(20 luglio, 2006) Corriere della Sera
LIBERTA' NEGATE *** Un nuovo caso in Turchia denunciato da Pamuk
Io, perseguitata per una fiction
Elif Shafak, incinta, rischia la prigione Ha descritto in un libro il genocidio armeno
Elif Shafak, 34 anni, è un' apprezzata accademica e una brillante scrittrice turca. Bella, appassionata, sensibile, anticonformista. È sposata con un giornalista, dal quale è spesso costretta a vivere lontana. Lei sta negli Stati Uniti, dove insegna storia mediorientale all' Università di Tucson, in Arizona; lui lavora a Istanbul, come caporedattore del quotidiano economico Referens. Elif, incinta di sei mesi, è una donna coraggiosa e ottimista, ma ora è assai turbata. Non tanto dalla prospettiva di dover subire una condanna a tre anni di prigione per aver «offeso il buon nome della Turchia», minaccia giudiziaria che accomuna ormai decine di intellettuali, a cominciare dal celebre Orhan Pamuk, ma dalla possibilità che il processo avviato sia lungo, estenuante, doloroso, e soprattutto assediato dalle minacce degli estremisti. Anche nel caso il tribunale decida di soprassedere e evitare la sentenza. Che cosa ha fatto di tanto grave Elif Shafak? Ha scritto un romanzo, Il bastardo di Istanbul, che dalla scorsa primavera è ai primi posti delle classifiche. È la storia struggente di famiglie parallele. Da una parte i nipoti di sopravvissuti al genocidio degli armeni, che gli ottomani compirono nel 1915; dall' altra il lavaggio del cervello, fra le mura domestiche, subito da chi in Turchia nega quel massacro, considerando criminale anche un semplice dubbio. Nell' inarrestabile infarto emotivo, si fa strada il desiderio di conoscere la verità, qualunque essa sia. Amica di Pamuk, Elif era in prima fila durante i dibattiti organizzati per manifestare la volontà di interrogarsi sul proprio passato, e per difendere lo scrittore sotto processo. Che ora le restituisce il sostegno, guidando il gruppo di intellettuali che chiedono di abolire una legge iniqua, la numero 301: iniqua per l' interpretazione restrittiva imposta dai fanatici. I quali, con il pretesto di difendere «il buon nome della Turchia», la utilizzano come strumento di repressione generalizzata. La campagna è guidata da un minuscolo drappello di avvocati ultra-nazionalisti, legati ai lupi grigi, sì proprio a quelli dalle cui file uscì Mehmet Alì Agca, l' attentatore di Papa Giovanni Paolo II. Uno dei legali, Kemal Kerincsiz, che pilota la sedicente Unione dei giuristi, è il capofila di questa guerra oscurantista che ha lo scopo di intimidire scrittori, editori, giornalisti, e tutti i difensori della libertà di pensiero. Pamuk rischiava la galera per una coraggiosa dichiarazione politica. «Io invece la rischio per un romanzo, una novella, pura fiction, nulla di autobiografico. Io sono turca al cento per cento e sono fiera di esserlo», dice Elif al Corriere. «Nel reprimere le libertà artistiche noto un inquietante salto di qualità». Il problema è assai grave per almeno quattro ragioni: l' intransigenza e la repressione sono rivendicate da una minoranza di estremisti, che Elif descrive come «marginali», ma con un' aggressività assai pericolosa. L' anno scorso si limitarono a lanciare uova e ortaggi contro chi si riuniva per interrogarsi sul genocidio degli armeni, però potrebbero compiere atti ben peggiori. È già accaduto; perché i nazionalisti puntano a boicottare gli sforzi della Turchia nel suo faticoso viaggio verso l' integrazione europea; perché la società civile è assai avanzata, e mal sopporta la nociva invadenza di un gruppo di fanatici. Il libro della Shafak, elogiato dalla stampa e dagli altri mass media del Paese, circola liberamente e ha venduto in pochi mesi cinquantamila copie. Ma l' ultima e più preoccupante ragione del disappunto è il silenzio del governo islamico moderato di Recep Tayyip Erdogan. Il premier sa molto bene che l' articolo 301 è uno degli ostacoli più seri lungo il cammino europeo del Paese. Ma non dice, e soprattutto non fa nulla. Le ambiguità dimostrate quando si trattava di riconoscere che esiste un «terrorismo islamico», di cui Istanbul ha pagato recentemente un pesante prezzo di sangue, si riproducono anche con la minoranza ultra-nazionalista, che un tempo è servita (e serve ancora) nelle regioni del Sud-est per reprimere l' irredentismo curdo. Elif non ha dubbi: «È proprio questo silenzio del governo a preoccuparmi. Non riflette la volontà di un Paese che subisce attacchi alla libertà proprio perché sta cambiando. Anzi, è cambiato».
Ferrari Antonio
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Elif Shafak was born in France, Strasbourg, in 1971. She spent her teenage years in Spain, before returning to Turkey.
Her first novel, Pinhan (The Sufi) (8th edition), which she published at age 27, was awarded the Rumi Prize, which is given to the best work in mystical/transcendental literature. The novel tells the story of a hermaphrodite mystic – a little known but revered tradition, inside the Sufi orders. The body with both sexual organs is astonishingly linked to the path of the dialectics of life in the outer order. As in Shafak's other works, Pinhan explores and challenges the question of identity at the nexus of physical and metaphysical definitions.
Her second novel, The Mirrors of the City (7th edition), is about the lives of convertors expelled from Spain, and especially, about one particular young Sephardic Jew – gifted with wit, fury and cynicism – who moves to 17th century Ottoman Empire. By bringing together Jewish and Islamic characters in Istanbul, the novel opens up questions on estrangement and deterritorialization.
Titled Mahrem (The Gaze) (8th edition), her third novel is about the interventionist gaze of the Muslim/Jalal God, of the society, as well as of the male lover. The novel traces the steps of the runaway of the female body that must search for its elusive autonomy while being encroached upon by the gazes of others. With an intricate plot and language, the novel travels from Siberia in 17th century to France in 19th century and the story finds its links back to the life of a bulimic woman and to her childhood and sexual abuse in 1980s Turkey, Istanbul. Reprinted many times, Mahrem received the Turkish Novel Award. An English translation of this book will published by Marion Boyars in 2006.
Elif Shafak published her fourth novel, The Flea Palace (9th edition), a humorously narrated story of an apartment building where all the characters and stories are interlaced to develop the theme of "the seen and the unseen degradation" – moral, physical, social as well as cultural – in the heart of the ageing city of Istanbul. In three months time, the book sold over 15,000 copies and for more than nine weeks it was a national best seller.The novel has been translated into English by Muge Gocek, and was published by Marion Boyars in the UK and the USA in Spring 2004. Elif Shafak completed her fifth novel in English. Entitled The Saint of Incipient Insanities, it was published by Farrar, Straus & Giroux in fall 2004.
Elif Shafak is also a social scientist, and graduated from International Relations at Middle East Technical University. She holds MSc degree from Gender and Women Studies, and has her PhD in the Department of Political Science.Her major in Contemporary Western Political Thought and her minor in Middle Eastern Studies, Elif Shafak's academic background has been nurtured by a critical, interdisciplinary and gender-conscious rereading of the literature on the Middle-East & West, Islam & modernity. Shafak's MS thesis on Islam, Women and Mysticism, titled 'The Deconstruction of Femininity Along the Cyclical Understanding of Heterodox Dervishes in Islam' was praised by the Social Scientists Institute. Shafak has taught 'Ottoman History From the Margins', 'Turkey & Cultural Identities' and 'Women and Writing' in Istanbul Bilgi University. Elif Shafak is a Visiting Scholar in Women's Studies at the University of Michigan. She teaches courses on Women & Writing and Queer in the Middle East. Shafak is currently writing for various newspapers in Turkey. She contests the dominant and manipulative discourse of religious orthodoxy and nationalist ideologies. The dominance of established gender patterns and roles has been a central theme in her writings, fiction and non-fiction alike.
Bibliography
Fiction
Pinhan (1998)
The Mirrors of the City
The Gaze
The Flea Palace
V.V
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