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06 10 13 - ARMENIA: ERDOGAN CAUTO SU BRACCIO DI FERRO CON PARIGI
da l'ESPRESSO;
Tayyip Erdogan e' cauto sulle misure da adottare in risposta al disegno di legge sul genocidio armeno che il parlamento francese di prepara a votare. Mentre alcune decine di manifestanti hanno protestato davanti all'ambasciata francese ad Ankara, il premier turco si e' per il momento limitato a ricordare a Parigi le atrocita' compiute quando era una potenza coloniale e in particolare il massacro di 45mila algerini all'indomani della fine della Seconda Guerra Mondiale.
A scatenare la crisi diplomatica che puo' minare le ambizioni europeiste di Ankara e' stato un disegno di legge proposto dai socialisti, e che giovedi' sara' votato dal parlamento francese, in cui si propone di punire con un anno di carcere e una multa di 45mila euro chiunque neghi il genocidio armeno.
Il conservatore Ump al governo ha dato liberta' di voto ai propri deputati ed e' previsto che una sessantina di deputati del partito di Jacques Chirac voteranno a favore mentre gli altri si asterranno, portando cosi' all'approvazione del progetto presentato dall'opposizione. "Non puo' esserci alcuna giustificazione nel considerare un crimine il fatto di dire che una bugia e' una bugia" ha detto Erdogan. La Turchia ha sempre negato che la morte di un milione e mezzo di armeni sia frutto si un sistematico genocidio avviato da Ankara nel 1915, attribuendola piuttosto scontri religiosi tra armeni cristiani e turchi musulmani. "La Francia dovrebbe guardare a quello che e' successo in Senegal, a Gibuti, in Tunisia, Algeria e Guinea" ha aggiunto. Tuttavia il premier ha escluso il ricorso a una politica del botta e risposta. "Alcuni amici ci dicono che dovremmo fare rappresaglia" ha detto Erdogan, "ma noi non siamo di quelli che cancellano le sozzure con alte sozzure. Noi le laviamo con acqua pulita". In gioco ci sono piu' di sette miliardi di euro di interscambio commerciale.
Ma, a sorpresa, non mancano le voci di dissenso nei confronti della legge in via di approvazione anche all'interno della comunita' armena. Il disegno di legge e' stato sostenuto da esponenti di spicco della minoranza di 400mila armeni che vive in Francia, ma lo stesso patriarca armeno Mesob II ha invitato Parigi alla moderazione.
"Tutte le iniziative che limitano la liberta' di espressione" ha detto,
"avranno un effetto negativo sul dialogo tra la comunita' armena e i turchi e finira' per alimentare nazionalismo e razzismo in entrambe le parti". Sulla stessa linea l'editore armeno Hrant Dink, cittadino turco, condannato per aver fatto riferimento in un articolo all'idea nazionalista turca di un'etnia non contaminata dal sangue armeno. "Sono pronto ad andare in Francia e violare questa legge" ha detto, "non dobbiamo essere il pomo della discordia nell'assurdo
confronto tra due Stati". (AGI)

V.V

 
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