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06 10 20 - Special Olympics
Rita Pabis e Hagop Haiatian;...
Raccontano di magnifiche esperienze di amore, di impegno, di dedizione e di solidarietà in un evento straordinario che si è tenuto a Roma per la prima volta:I Giochi di Special Olympics-European youth Games, dal 30 Set.al 5 Ott.....

IL 5 Ottobre si concludevano a Roma i Giochi di Special Olympics-European Youth Games dei quali vi avevamo informato in numerose occasioni durante gli ultimi mesi. Una ottima organizzazione, accompagnata del sostegno e dell''impegno di migliaia di persone tra volontari. medici, allenatori, giudici di gara, giornalisti e tanti altri, ha permesso di aprirsi al mondo disabili mentali (1400 atleti) dai 12 ai 21 anni provenienti da 55 paesi (tra cui L'Armenia, presente con 6 atleti e 4 accompagnatori ). medaglie!)
Assente da Roma per motivi famigliari non ho potuto godere personalmente il magnifico evento del quale ho potuto vedere al mio ritorno uno scorcio alla TV che trasmetteva la cerimonia di chiusura.
L'atmosfera festiva, la gioia degli atleti e l'entusiamo del pubblico che ho potuto percepire e le impressioni eccellenti dei nostri inviati-volontari (in allegato l'esperianza di Rita Pabis e del volontario l'Ing.Hagop Hayatian) hanno testimoniato della riuscita di questi Giochi e dei giorni indimenticabili che hanno vissuto insieme ai magnifici ragazzi che hanno gareggiato "con tutte le loro forze..." .
A nome della nostra Associazione, L'Associazione della Comunità Armena di Roma e del lazio, vorrei ancora una volta ringraziare tutti i responsabili ed organizzatiori dei Giochi dello Special Olympics European Youth Games senza dimenticare un cordiale saluto di riconoscenza per il Sindaco di Vallerano per la generosa ospitalità dimostrata alla delegazione armena nei 2 giorni precedenti alla gara cosi come alla Societa OTIS che aveva adottato con generosità la nostra delegazione!
Seta Martayan
Presidente
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Rita Pabis;
La mia esperienza agli Special Olympics European Youth Games 2006.

Dal 30 settembre al 5 ottobre scorsi si sono svolti a Roma gli Special Olympics European Youth Games 2006. L’Associazione della Comunità Armena di Roma e del Lazio è stata coinvolta per assistere la delegazione di 6 atleti e 4 accompagnatori da parte della Repubblica di Armenia.

“Che io possa vincere, ma se non riuscissi,
Che io possa tentare con tutte le mie forze”

Rita Pabis;
Roma, 8 ottobre 2006;
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Special Olympics-
European Youth Games Roma 2006
Ricordi del assistente DAL per l’Armenia
Yacoub Artine (Hagop) Hayatian

Confesso che non ero al corrente dell’esistenza né dello Special Olympics e delle sue finalità né dell’European Youth Games di Roma 2006 finché l’Associazione della Comunità Armena di Roma e del Lazio, circa a fine Settembre 2005, non fu contattato dallo Special Olympics di Roma. All’Associazione veniva chiesta la collaborazione con l’organizzazione dei giochi con una persona in grado di parlare sia l’armeno che l’italiano, possibilmente giovane, per accompagnare la delegazione armena, che avrebbe partecipato all’European Youth Games, durante la loro permanenza in Italia
I giovani Italo-Armeni,(nipoti della diaspora armena) purtroppo, non parlano l’armeno per colpa di…(i miei figli danno la colpa a me!!). I pochi giovani provenienti dalla giovane Repubblica di Armenia , prevalentemente studenti lavoratori, non erano disponibili ad affrontare un compito così impegnativo.
A metà agosto 2006 l’Associazione non aveva ancora trovato un giovane con i requisiti richiesti dallo Special Olympics. L’arrivo delle delegazioni delle nazioni partecipanti ai giochi era programmato per il 28 Settembre per essere successivamente ospitati dalle “Host Town”. Giustamente l’organizzazione aveva già designato la funzione di DAL (Delegation Assistant Lieson) per l’Armenia alla dolcissima Valentina Gasperini che parla l’inglese sperando che qualcuno della delegazione armena pure parlasse l’inglese.
Caso (adesso devo dire fortuna)volle che un mio precedente impegno saltasse tale da lasciarmi libero di impegni la prima settimana di Ottobre.
La mia disponibilità ad affiancare Valentina dall’Apertura alla chiusura dei giochi è stata accettata con molto entusiasmo dall’organizzazione.
La delegazione armena dal giorno dell’arrivo fino al giorno di apertura dei giochi è stata ospitata dalla cittadinanza di Vallerano in provincia di Viterbo. Ho fatto la conoscenza della voce di Valentina il giorno dell’arrivo della delegazione per sapere se aveva problemi di comunicabilità. Nessun problema il capo delegazione parlava l’inglese.
Posso solo riportare, non essendo stato testimone oculare, sulla squisita ospitalità ricevuta dalla delegazione armena da parte del sindaco e dei consiglieri di Valleranno in nome di tutta la cittadinanza. Durante tutta la settimana che sono stato con la delegazione spesso si è parlato della memorabile ospitalità di Vallerano.
Il giorno 30 Settembre, giorno dell’apertura dei giochi, già dalle 16,30 stavo nello splendido stadio dei marmi di Roma in attesa dell’arriva da Vallerano della delegazione armena per conoscere i giovani campioncini. Finalmente, verso le ore 18,00 riesco incontrare Valentina e la delegazione e fare le reciproche conoscenze. Ero emozionato, e mi emozionavo sempre di più vedendo le facce dei ragazzi con espressioni di meraviglia e contentezza perché a Roma avrebbero avuto la compagnia di una persona che parla l’armeno anche se leggermente diverso dalla loro.
Le delegazioni vengono chiamati in ordine alfabetico per incolonnarsi ed essere pronti per la sfilata nello Stadio dei Marmi per l’apertura dell’European Youth Games di Roma 2006. Poco prima dell’ingresso nell’anello dello stadio la delegazione a sorpresa viene raggiunta sia dal Sindaco di Vallerano che dall’ambasciatore della Repubblica di Armenia il Dr. Rouben Shougarian., come a voler significare la consegna da parte del Sindaco di Vallerano dei suoi ospiti all’Ambasciaotere di Armenia che a sua volta , a chiusura della cerimonia di apertura, gli consegnerà agli organizzatori dei giochi.
La cerimonia di apertura dei giochi è stata ricca di interventi da parte di personalità del mondo politico,sportivo e dello spettacolo, di proiezioni di video,di spettacoli musicali, di spettacoli acrobatici e per finire con un spettacolo pirotecnico da mozzare il fiato. All’uscita dallo stadio ho captato la voce dell’Ambasciatore che parlando con il telefonino diceva al suo interlocutore “una manifestazione eccezionale”.
Domenica 1° Ottobre: Alle 8,30 stavo già al Centro Sportivo di Acqua acetosa. Il centro è enorme. Il primo impatto è di smarrimento. Una marea di atlete e atleti, accompagnatori , parenti e semplici spettatori sono in cerca dei vari luoghi di svolgimento delle gare. Una marea di volontari, disseminati per tutta l’area, subisce l’assalto della folla e della loro più svariate richieste. E’ un babele di lingue.
Riesco a contattare Valentina che ha pernottato nello stesso albergo della delegazione e la raggiungo sui campi di atletica leggera. Mi chiedo come avremmo fatto senza i telefonini.
La delegazione armena è così formata:
 Israelyan Artak (capo delegazione)
 Mikayelyan Slavig (responsabile atleti)
 Andreasyan Aram (allenatore e fisioterapista)
 Chahvedian Sveltana (rappresentante)
 Manukyan Lusinè (nuoto,specialità dorso, 13 anni)
 Hakobyan Ruben (nuoto,stile libero,15 anni)
 Harutunyan Hranush (getto del peso e salto in lungo, 15 anni)
 Gevorgyan Merujhan (getto del peso e salto in lungo, 14 anni)
 Asatryan Shushanik (100 metri e salto in lungo, 14 anni)
 Aloyan Hassan (100 metri e salto in lungo, 13 anni. In rappresentanza della minoranza Curda) .
In mattinata si svolgono le gare eliminatorie del getto del peso sia maschile che femminile. Sono impegnati Hranush e Merujhan. Entrambi vengono qualificati per disputare le finali.
La giornata è splendida, le ottobrate romane non si fanno smentire. In giro domina l’allegria, gli incitamenti, il tifo, gli applausi indifferentemente per tutti i partecipanti. In queste gare sono tutti vincitori, la classifica serve solo per fini statistici. Questi sono “special olympics”, giochi destinati a disabili.
I giovani atleti gareggiano per superare i propri impedimenti che la sorte gli ha riservato; gioiscono, e con loro tutto il pubblico quando riescono a concludere una gara e magari superare un loro precedente limite.
Ci si fraternizza tutti con tutti, è un continuo “ dammi i cinque”, si è diventati tutti poliglotti. Per i ragazzini non esistono barriere linguistiche. Ho personalmente assistito ad una catena di quattro ragazzine e ragazzini comunicare in quattro lingue diverse tra di loro non perché erano poliglotti ma perché bastava che due di loro masticasse un’altra lingua che il gioco era fatto.
Al primo pomeriggio Hassan, Shushanik, Merujhan e Hranush devono cimentarsi per la qualificazione ai finali di salto in lungo quindi si deve pranzare presto.
Su un lato del campo di atletica, in un capannone è stata allestita una mensa per gli atleti che serve un pasto caldo completo in confezioni sigillati. Ci sbrighiamo a pranzare.
Quando l’ultima atleta termina i salti di qualificazione è gia pomeriggio inoltrato. Tutti i quattro ragazzi sono stati qualificati per le finali. Siamo tutti contenti ed eccitati ma anche stanchi ed ubriachi di sole.
Saluto la signora Sveltana che l’indomani mattina presto lascerà la delegazione e partirà per un’altra missione. Mi congedo anche io dando appuntamento per l’indomani mattina.
Abito in un quartiere che si trova diametralmente all’opposto dei campi sportivi di acqua acetosa. Devo prendere quattro mezzi per arrivare a casa impiegando circa un ora ( se dovessi prendere la macchina sicuramente impiegherei almeno due ore e non so quante multe).
Durante il tragitto comincio a tirare le somme sulla giornata trascorsa e filosofare. Ero entrato in un mondo nuovo per me. Avevo realizzato che le persone che, incontrandole per strada, sciuscitavano commiserazione e pietà in me, in realtà non volevano né pietà e né essere commiserati, bensì assaporare la gioia di vivere, essere amati e dare amore.
Sento ancora la carezza della bimba, non so di che nazionalità, che mi dà “il cinque” e mi abbraccia accarezzandomi e cercando le mie carezze. Quando ripenso mi si lacrimano gli occhi
Penso alla brevità della vita rispetto all’eternità, a quell’attimo fuggente che ci è stato donato. Penso che il concetto di felicità non esisterebbe se non ci fosse il dolore e deduco che la vita è fatta di gioie e dolori mentre la morte è solo dolore. Mi convinco che ognuno di noi ha il diritto e il dovere di vivere per godersi quella piccola parte di felicità che il destino ci ha riservato e nessuno può arrogarsi il diritto di toglierci tale diritto. La felicità è fatta di piccole cose. Penso anche che chi è stato privilegiato dalla sorte e fà felice uno meno fortunato di lui non fa altro che accrescere la propria dose felicità.
Interrompo bruscamente i miei pensieri, l’autobus si è fermato alla fermata sotto casa, scendo e mi accorgo che ho “smarrito” il portafogli con tutti i miei averi e documenti.
Lunedì 2 Ottobre: raggiungo la comitiva sui campi di atletica verso le 11,00. Con grande meraviglia mia in poco tempo, nella prima mattinata, ero riuscito a sbrigare tutte le pratiche burocratiche e bancarie necessarie conseguente lo “smarrimento” del mio portafogli la sera precedente.
Il programma prevedeva che sia Shushanik che Hassan dovevano gareggiare per le qualificazioni dei 100 metri. Purtroppo ero arrivato tardi ma fortunatamente anche loro erano stati qualificati per le finali.
Approfittando di una pausa delle gare di nuoto in atto, Aram, l’allenatore,aveva portato Lusinè e Ruben a prendere confidenza con la piscina perché l’indomani toccavo loro gareggiare per le qualificazioni.
Io mi divertivo a guardare il movimento di adolescenti intorno alle nostre bellissime fanciulle e le loro strategie per entrare in comunicazione con esse. Altrettanto facevano i nostri giovanotti con le ragazze. E’ bello vedere tanta genuina ed innocente allegria.
Dopo pranzo ci rechiamo allo stend dedicato al tempo libero dei ragazzi. L’organizzazione ha previsto di tutto, animatori, lezioni di ballo collettivo, giochi di abilità, pittura, computer collegati ad internet e persino l’angolo ,gettonatissimo, dove veniva distribuito lo zucchero filato.
Mentre i ragazzi giocano, Slavig, il responsabile dei ragazzi, mi ha raccontato di essere il direttore di una scuola speciale, mista, per disabili intellettuali e con notevoli problemi famigliari, a Yerevan. Tutti i ragazzi presenti ai giochi sono allieve ed allievi della scuola. La scuola ha 120 alunni che coprono la fascia di età che vanno dagli 8 agli 18 anni perché percorrono tutto il percorso scolastico d’obbligo, naturalmente con minore severità di una scuola normale. Essendo una scuola solo per interni, per legge dovrebbe chiudere il sabato e riaprire il lunedì in modo che gli alunni trascorrano con i genitori, se ne hanno uno, o con chi ne fa le veci. Spesso, però, capita che nessuno arriva a prelevare l’alunno o che l’alunno preferisce rimanere a scuola creando problemi di natura burocratica e di coscienza al direttore.
Slavik, poi, mi ha fatto capire con molta discrezione che gli alunni necessitano di vestiario e se la comunità armena della diaspora poteva venire incontro a questa esigenza. Preferisce un aiuto in termini finanziari per l’acquisto dei materiali perché le scarpe e il vestiario saranno gli alunni stessi a confezionare in quanto facente parte del programma di istruzione.Infatti al termine dei corsi scolastici i ragazzi possono essere inseriti in calzaturifici mentre le ragazze come sarte nel industria tessile.
Slavik, per farmi capire l’entità di produzione che si poteva avere con un piccolo finanziamento mi ha portato l’esempio del loro attuale unico finanziatore, uno della diaspora americana. Con il finanziamento di 1000$ (meno di 800€) annuali producono le scarpe e il vestiario per 40 alunni ( 20€ per alunno all’anno !!)
Per chi volesse esaudire questo appello, di seguito riporto l’indirizzo e il numero di telefono della scuola, dove Slavik è direttore, per mettersi in contatto. Non ha un indirizzi e-mail perché la scuola non dispone di computer !!.
Mikayelyan Slavik
Director of Special scool N°6
Avan Adjarian street,N°40
Yerevan- (Armenia)
Telefono scuola: prefisso di Armenia e Yerevan seguito da 613210
Telefono casa: prefisso di Armenia e Yerevan seguito da 611908

Martedì 3 Ottobre. Questa mattina devono gareggiare Lusinè e Ruben. Già dalle nove del mattino abbiamo preso posizione sulle tribune per tifare. L’impianto è bellissimo, è immerso nel verde e il cielo azzurro e limpido di Roma perfeziona lo scenario. La musica e gli “speekers”rallegrano l’ambiente già di per se vivace. Sento il commento al telefono cellulare di un spettatore italiano che si meravigliava che al nord pioveva perché a Roma faceva 29°C.
Tra i nostri ragazzi e la tifoseria italiana si instaura un patto, quello di tifare tutti il o la concorrente armena in gara e viceversa. Mossa astuta, perché avevano conquistato la maggioranza delle tifoserie.
Ruben e Lusinè superano le qualificazioni per le finali.
Dopo pranzo, il pomeriggio è a nostra disposizione (era l’occasione buona per portare i ragazzi a fare un giro per Roma ma i regolamenti non permettevano) decidiamo di approfittare dell’opportunità offerta dall’organizzazione per effettuare un controllo medico a tutti i ragazzi nelle sei specialità previste
All’atleta che effettuava i sei controlli veniva dato in omaggio un pallone di calcio. E’ stato questo premio la molla per convincere i ragazzi a sottomettersi ai controlli.
Come tutti i bambini avevano timore dei medici e con la scusa che i medici non parlavano l’armeno ero continuamente conteso. A dire la verità anche i medici spesso hanno chiesto la mia assistenza per comunicare con i ragazzi, ero sballottato da una parte all’altra, ad un certo punto mi sono trovato a parlare armeno con un medico e questi mi guardava divertito.
Con il passare del tempo i ragazzi diventavano sempre più ansiosi di finire le prove perché circolava voce che i palloni erano in esaurimento. Dopo due ore tutti i sei ragazzi avevano completato i controlli e avevano fatto in tempo a conquistare il loro pallone.
Mi sono congedato dando appuntamento per l’indomani, giorno di inizio delle gare di finale.
Mercoledì 4 ottobre: giornata intensa. Tutti i componenti della squadra sono impegnati in gare di finali. In mattinata nel campo di atletica si svolgeranno le finali del getto del peso sia maschile che femminile, contemporaneamente in piscina si svolgeranno le finali di nuoto e nel pomeriggio sono si effettueranno le finali di 100 metri piani.
Per forza maggiore ci dividiamo in due gruppi, Valentina con il capo delegazione Artak, Aram l’allenatore e i due ragazzi vanno in piscina mentre Slavig ed io con i quattro ragazzi ci avviamo al campo di atletica.
Scende in campo Merujhan, facciamo un tifo infernale. Il primo lancio è ottimo, supera i 7 metri e 30 centimetri, il miglior risultato fino ad allora. Il secondo lancio lambisce la fettuccia degli otto metri, è un boato, misura irraggiungibile, ma impietosamente il giudice arbitro alza la bandiera rossa annullando il lancio. Il regolamento prevede che, l’atleta dopo il getto debba uscire dalla pedana dal lato diametralmente opposto del lancio e non lateralmente come aveva fatto Merujhan Decisione giusta ma troppo fiscale per questi livelli di gare. La misura del primo lancio viene superato di 2 centimetri da un altro concorrente. La terza serie di lanci lascia immutata la classifica. Merujhan è medaglia d’argento e c’è grande euforia in tutti noi. La cerimonia di premiazione viene effettuata immediatamente dopo la gara.
Hranush è già scesa in campo, è una corsa dal settore delle premiazioni alla pedana del getto del peso. In pochi facciamo un baccano per cento persone. Il primo lancio sfiorai i 7 metri, è un ottimo lancio. Siamo tutti trepidanti. Al secondo lancio Hranush si migliora e guida la classifica parziale. Il terzo turno di lanci non modifica la classifica. Baci ed abbracci. Nell’arco di poco più di un ora l’Armenia aveva conquistata la sua seconda medaglia, ma questa volta quella d’oro.
Artak, il capo delegazione, che stava nella zona piscina, non è stato informato della conquista delle medaglie per fare, successivamente una sorpresa. Cosa che non riesce perché è lui a telefonare per annunciare che Lusinè, nella gara di dorso, aveva conquistata la medaglia d’argento e Ruben per un soffio aveva perso la medaglia di bronzo nella gara di stile libero. Così viene a sapere delle altre due medaglie conquistate dalla squadra.
Dopo pranzo Shushanik e Hassan scendono in campo per disputare le finali dei 100 metri piani femminile e maschile. La corsa di Shushanik è perfetta, ma le avversarie non scherzano. Questa volta non arrivano medaglie ma un buon piazzamento.
Slavig confida in un buon piazzamento per Hassan , non osa pronunciare la parola medaglia. Hassan corre i 100 metri con una grinta formidabile. Aspettiamo che lo speeker annunci l’ordine di arrivo ufficiale, non vogliamo illuderci con le nostre valutazioni. L’annuncio ufficiale comunica che Hassan è medaglia d’argento.
Il bilancio di medaglie della prima giornata di gare superava ogni aspettativa.
Giovedì 5 Ottobre: Ultimo giorno degli European Youth Games di Roma 2006. In mattinata si svolgeranno le ultime gare di finale e in serata si terra la cerimonia di chiusura dei giochi. Hranush, Shushanik, Merujhan e Hassan devono cimentarsi nelle gare di salto in lungo.
Mentre mi accingo a raggiungere la comitiva sui campi di atletica, incrocio Rita Pabis, consigliera della nostra associazione, che quel giorno anche lei prestava servizio di volontariato per Special Olympics. L’incontro mi fa molto piacere perché era da molto tempo che non ci vedevamo e anche perché avevamo una tifosa in più .
Le pedane per il salto in lungo maschile e femminile sono posizionate in modo diametralmente opposte, sicuramente non riusciremo tutti a seguire tutte le prestazioni poiché le gare maschili e femminili iniziano quasi in contemporanea.
Merujhan e Hassan essendo coetanei gareggiano nel medesimo gruppo di saltatori mentre le ragazze stanno in due gruppi diversi.
Slavig nutre qualche speranza di medaglie da parte dei ragazzi ma nessuna da parte delle ragazze. Effettivamente la gara maschile è molto avvincente. Quattro atleti si danno battaglia per conquistare una medaglia, Merujhan per quella d’oro e Hassan per quella di bronzo. Il terzo salto di Merujhan è perfetto ed è potente e distacca tutti gli avversari conquistando una bella medaglia d’oro mentre Hassan si classifica quarto.
Seguendo la gara maschile non avevo fatto in tempo a seguire la gara di Shushanik che nel frattempo aveva conclusa la sua gara conquistando la medaglia di bronzo. Slavig non credeva ai propri occhi e la sua meraviglia è stata ancora più grande quando anche Hranush a sua volta conquistava una medaglia di bronzo non preventivato (Io avevo seguito Hranush dal secondo salto in poi e in base ai dati da me rilevati speravo in una medaglia d’oro, evidentemente al 1° turno di salti c’era stata chi aveva fatto meglio di lei).
La partecipazione dell’Armenia a questi giochi di Roma con soli sei atleti aveva fruttato 7 medaglie (n°2 d’oro,n°3 d’argento e n°2 di bronzo). Alla cerimonia di premiazione delle gare di salto in lungo sul podio c’era quasi sempre un rappresentante dell’Armenia.
Ci rimane giusto il tempo per andare al ristorante del centro sportivo e festeggiare in allegria i piccoli campioni. Per le 6 del pomeriggio si deve essere pronti per la cerimonia di chiusura dei giochi che si svolgerà nel campo di calcio del centro sportivo di acqua acetosa.
La delegazione decide di andare in albergo per rinfrescarsi e mi invita anche a me di andare con loro dandomi l’opportunità anche a me di rinfrescare, altrimenti avrei dovuto aspettare al centro sportivo per 4 ore il loro ritorno.
In albergo discorro con Artak, capo delegazione nonché presidente di Special Olympics di Armenia, di “sponsors”e di sponsorizzazioni. Mi dice che il loro “sponsor” per questa manifestazione è la VIVA CELL una società di telefonia dell’Armenia. La sponsorizzazione è consistita nel pagamento delle spese di viaggio e la fornitura dell’abbigliamento sportivo. Comunico che, per questi giochi di Roma, la delegazione dell’Armenia è stata “adottata” dalla società italiana OTIS, noto in tutto il mondo per i suoi ascensori. Un atto cortese verso l’Armenia. Poi spiego che le “adozioni” non sono altro che sponsorizzazioni verso gli organizzatori della manifestazione.
Commentando sui costi di una manifestazione come quella che sta per concludersi si è ovviamente parlato del ruolo importante del volontariato.
Da ingegnere, ho tentato di quantificare il valore delle prestazioni del volontariato. Per fare ciò e tenermi basso nella stima ho preso come riferimento la paga oraria minima sindacale di una collaboratrice domestica (che si aggira intorno agli 8€/ora) il numero dei volontari coinvolti comunicato dall’organizzazione (più di 2500). Considerando una disponibilità di 7 giorni per 8 ore giornaliere si arriva alla bella cifra che supera 1,1 milioni di €. Una cifra sbalorditiva soprattutto se si considera che sicuramente metà dei volontari erano dei professionisti.
Per mia curiosità ho stimato anche l’incidenza delle “adozioni”calcolando un valore di circa 400000€, cioè solo 1/3 del volontariato.
Questi numeri davano ragione all’amico che il giorno dell’inaugurazione dei giochi gentilmente mi aveva accompagnato a caso visto la tarda ora. Aveva asserito che per gli “sponsors”una manifestazione come gli European Youth Games, anche se nobile, ma non di interesse dei “mass media”non garantiva un ritorno finanziario e di immagine appetibile per maggiori investimenti.
Io che, come ho scritto, non conoscevo gli Special Olympics, dopo aver trascorso una settimana strettamente in contatto con ragazzi, accompagnatori, genitori, organizzatori e pubblico sono molto ottimista per il futuro.
Poiché l’Armenia vorrebbe partecipare ai prossimi giochi mondiali, che si svolgeranno in Cina, con un numero maggiore di atleti disabili, lo Special Olympics dell’Armenia sicuramente necessiterà di “sponsors” (come tutti i Paesi poveri) di seguito riporto i parametri per contattare il presidente.
Mr. Artak Israelyan
National Director of Special Olympics Armenia
54 Komitas Ave. apt.34
375051 Yerevan
Armenia
Phon/fax (374 10) 238078
e-mail : specialolympics@yahoo.com
aisraelyan@hotmail.com

Sono le 17,00 e il pullman è pronto per accompagnare le delegazioni dall’albergo ai campi sportivi per la cerimonia di chiusura. Sono le ultime ore che passo con i piccoli atleti. Ci siamo affezionati e fraternizzati in questi giorni tanto è che mi chiamano “yeghpair Hagop”(fratello Hagop)
I distacchi commuovono sempre perciò, decido di accomiatarmi poco dopo l’inizio della cerimonia di chiusura, così almeno lo spettacolo distrae i ragazzi ed io nascondere meglio il luccichio degli occhi nell’oscurità dello stadio.
Arrivo a casa che è tardi. Accendo la televisione e vedo che ancora si è in collegamento con la cerimonia di chiusura ed ecco che all’improvviso vedo inquadrare la delegazione armena. Mi commuovo. Ciao ragazzi.Le foto seguenti mi faranno sempre compagnia. Grazie per gli insegnamenti che mi avete dato.
Grazie Special Olympics di Roma d’avermi dato l’opportunità di darvi una piccola collaborazione, ottenendo in compenso un grande arricchimento, entrando in un nuovo mondo per me.
Ringrazio i vari VIVA CELL e OTIS che sponsorizzano le squadre e gli organizzatori esortando loro di fare di più.
Senza l’apporto dei volontari sarebbe stato possibile effettuare questi giochi? Credo proprio di no. Grazie.
Grazie Valleranno e tutti i comuni della Regione Lazio che hanno dato una generosa ospitalità a questi ragazzi.
Ed in fine Grazie (città di) Roma (la precisazione è d’obbligo per non far torto ai tifosi Laziali) per aver organizzato questi giochi e aver esibito le Tue famose ottobrate





Il nostro socio volontario Hagop Haiatyan riferirà a parte della sua bellissima esperienza diretta con questa delegazione che ha portato a casa diverse medaglie d’oro, d’argento e di bronzo. Mentre io, Rita Pabis, l’altra volontaria, assegnata all’Area Famiglie, proverò a dirvi qualcosa su queste giornate dense di avvenimenti.

Il mio primo impatto è stato con il Family Forum, un importante incontro e confronto con le famiglie dei disabili mentali. Sono entrata in contatto con una realtà in forte emersione dove lo sport fa da cardine per il superamento del disagio, rappresentando il veicolo per una conquista formativa attraverso gli stimoli, il sostegno, l’emulazione, la competizione. Ho incontrato famiglie che attraverso l’inserimento in attività sportive dei propri figli si sono associate per meglio conoscersi, organizzarsi e sostenersi.

L’atmosfera era profondamente gioiosa dove l’essere presente a questo brulicare di nazionalità, giovani e meno giovani, abili e disabili, inni nazionali e musica ritmata, è stato un grande arricchimento.

Gli atleti armeni che hanno gareggiato, con gli sforzi, le ansie e le trepidazioni di qualunque atleta, sono sembrati molto bene inseriti nel contesto. Si sono certamente divertiti pure se in una realtà nuova per loro ma certamente stimolante.

La mia commozione più forte è stata di vedere quanto, con tutte le precauzioni, attenzioni, cautele di un’adeguata preparazione tecnica, questi ragazzi attraverso lo sport esprimano e sviluppino sentimenti una volta per loro impensabili.

Sono grata alla perfetta organizzazione di questi Giochi per avermi dato l’opportunità di entrare in contatto con una seria realtà dedicata al disabile e dove i piccoli traguardi sono grandi conquiste come recita il giuramento dell’Atleta Special Olympics:
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N.B siamo spiacenti di non poter inserire le meravigliose immagini del evento in questa pagina di news, - motivi tecnici- . ZATIK

V.V

 
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