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La Camera dei deputati italiana ha adottato a larga maggioranza una Risoluzione bipartison che chiede alla Turchia di riconoscere il genocidio degli armeni e di ristabilire relazioni diplomatiche e commerciali con la Repubblica confinante.
È ora che la Cortina di ferro sia abbattuta anche alle frontiere tra Turchia e Armenia e che vengano riconosciuti e tutelati i diritti civili delle minoranze armena e curda, nel rispetto delle Risoluzioni dell'Onu e delle mozioni del Parlamento Europeo e del Consiglio d'Europa. Riconosciuti finalmente gli sforzi del Capogruppo Giancarlo Pagliarini.
Caro direttore, l’abbiamo fatta!! Grazie anche alla preziosa campagna di informazione del tuo giornale l'altro ieri la Camera dei Deputati ha riconosciuto il genocidio armeno. Ed è andata anche più in là. Infatti abbiamo sottoscritto il principio che la Turchia non potrà entrare nell'Unione Europea se non riconoscerà il suo passato ed ammetterà il genocidio del 1915. Pensa che pochi giorni prima del voto della mia mozione depositata nel 1998 che riconosceva esplicitamente il genocidio, alcuni colleghi di destra e di sinistra avevano improvvisamente depositato altre due mozioni sul popolo armeno, diverse nella forma ma identiche nella sostanza, perché tutte e due evitavano accuratamente la parola genocidio. In quei testi si parlava di scontri sanguinosi, di gravi perdite, di conseguenze drammatiche, d’eccidi e sofferenze atroci, ma, quasi ci fosse un preciso ordine dall'alto, si evitava sempre la parola genocidio. Non ne ho le prove, naturalmente, ma sono pronto a scommettere qualsiasi somma su una cosa: quelle, due nuove mozioni erano state direttamente o indirettamente ispirate da qualcuno molto vicino al governo, che forse temeva incidenti diplomatici o addirittura ritorsioni economiche da parte della Turchia. Alla fine la Camera ha approvato un nuovo testo "bipartisan"che è stato firmato da tutti i capi gruppo dell'Ulivo e della casa delle libertà (vedi Allegato1).
In quel testo come prima cosa la Camera ha preso atto del fatto che il 15 di Novembre il Parlamento europeo di Strasburgo aveva discussa una relazione preparata dalla Commissione intitolata "relazione sui progressi realizzati dalla Turchia verso l'adesione all'UE". Il testo, originale di quella relazione era stato modificato dal Parlamento europeo e il testo finale includeva l’invito al governo, ai parlamento turchi a riconoscere pubblicamente il genocidio armeno.
I deputati di Montecitorio hanno impegnato il governo italiano a lavorare e, adoperarsi, in coerenza con le decisioni I del Parlamento europeo, per "creare le i condizioni per la pacifica convivenza e la ) corretta tutela dei diritti umani "nella ! regione del Caucaso. Questo significa due cose ben precise. Primo: la frase "in coerenza con i principi sopra esposti "significa che oltre ai principi approvati dal Parlamento europeo il governo potrà naturalmente ispirarsi anche ad altri principi, ma non potrà disattendere i principi di Strasburgo, perché il suo comportamento dovrà essere coerente con tali principi. E sul piano pratico questo significa che in futuro il governo italiano dovrà dare parere negativo all'eventuale adesione della Turchia all'UE finché essa non accetterà l'invito del Parlamento europeo a riconoscere pubblicamente il genocidio degli armeni.
Evidentemente se la Camera dei Deputati invita la Turchia a riconoscere il [genocidio, significa che la Camera a sua volta riconosce il genocidio, questo è ovvio.
Secondo: se la Camera ; dei deputati invita il governo ad adoperarsi per "creare le condizioni per la pacifica convivenza e la corretta tutela dei diritti umani significa che a giudizio dei Deputati in quella regione non vi sono le condizioni per una pacifica convivenza e che i diritti umani oggi non sono tutelati correttamente. Infatti tra l'altro. In Turchia c'è ancora la legge che prevede la pena di morte.
In conclusione con la risoluzione approvata la sera di Venerdì 17 Novembre i deputati italiani:

1. Riconoscono il genocidio armeno

2. Concordano con il voto del Parlamento europeo e con la sua logica conseguenza per cui la Turchia non potrà aderire all'UE finché non riconoscerà pubblicamente il genocidio. Questo per la verità il Parlamento europeo lo dice dal 18 Giugno 1987. Non possiamo accettare nell'UE un paese che non riconosce il suo passato.

3. Dichiarano che in quella zona del mondo non sono tutelati i diritti umani, e che di conseguenza impegnano il governo ad adoperarsi perché in futuro vengano efficacemente tutelati.

Giancarlo Pagliarini