La raccolta di poesie
riflette le drammatiche vicende del popolo Armeno all'alba del
XX secolo con tutta la forza e la capacità evocativa di
un figlio di questa terra attraversata da secoli di dominazione
e violenza, e ancora teatro di massacri all'epoca in cui l'autore
scrive, che stanno già prendendo la forma orribile del
genocidio.
L'opera, pubblicata in
lingua Italiana nel 1916 ed in lingua Armena nel 1931, fu donata
dall'autore ad Alessandro Rosso, traduttore del poema nell'edizione
originale. Il Dott. Alessandro Rinaldi, nipote di Rosso, ha donato
a sua volta una copia di queste opere all'Associazione Zatik.
Ringraziandolo a nome della comunità Armena riportiamo
di seguito le sue dichiarazioni:
«Sto esaminando
il contenuto della casa di mia madre, mancata di recente. Ho trovato
tre copie di "All'Armenia" , in lingua italiana e con
illustrazioni, "tre canti per dire i dolori della terra e
i dolori dei cieli", opera di Constant Zarian, Edizioni L'eroica,
La Spezia 1916, una della quali con dedica dell'autore a mio nonno,
morto nel 1917, che li aveva tradotti dall'armeno. Ho trovato
anche una copia dell'originale in lingua armena, edizione 1931,
con dedica dell'autore a mia madre e a mio zio. Se vi interessano,
sarei lieto di consegnarveli dove e quando vi facesse comodo.
In attesa di notizie da parte vostra vi porgo i miei saluti».
Alessandro Rinaldi
Il Dott. Rinaldi ci narra
anche la storia di suo nonno, grazie al quale ha visto la luce
l'edizione Italiana dell'opera di Kostant Zarian:
«Mio nonno
materno G. Alessandro Rosso era originario di Albisola, a quei
tempi provincia di Genova. Morì di malattia a Roma, nel
1917, all'età di soli 29 anni. Era lontano parente di Paolo
Boselli, savonese, all'epoca capo del governo. A ciò va
ascritta la residenza in Roma, in quanto sia lui che suo fratello
erano stretti collaboratori del primo ministro.
Era entrato nell'Accademia di Livorno, ma l'aveva lasciata per
laurearsi in giurisprudenza e dedicarsi alla letteratura e alla
politica. Era molto amico di Silvio D'Amico (storia del teatro)
assieme al quale aveva composto, in anni giovanili, un poema dedicato
a Gerolamo Savonarola. Scriveva molto ed era ritenuto molto promettente.
Era un interventista, vale a dire un fautore dell'entrata in guerra
dell'Italia a fianco dell'Intesa (all'epoca l'Italia era legata
da un patto di alleanza agli imperi centrali). Ho trovato citato
un suo saggio, intitolato "i diritti d'Italia oltre mare",
citato in un volume pubblicato dalla BUR, dal titolo "l'imperialismo
coloniale italiano", scritto da un francese di cui non ricordo
il nome.
Morì di un ascesso al fegato. Oggi si sarebbe indubbiamente
salvato. All'epoca, nonostante avesse a disposizione quanto di
meglio esistesse in fatto di medicina, non fu così. Mia
madre Maria Elisa, mancata di recente a quasi 91 anni, non aveva
ancora compiuto allora il primo anno di vita. Il cognome Rosso
Mazzinghi che sia lei che suo fratello (mio zio) hanno poi portato,
deriva dal fatto che il loro nonno materno Francesco Mazzinghi
(capo del governo militare di Trieste prima dell'annessione ufficiale
all'Italia e creatore del corpo delle capitanerie di porto) li
volle affiliare in quanto orfani di padre».
Alessandro Rinaldi
L'Arch. Vahé Vartanian
s'impegna ad inviare una copia dei volumi alla biblioteca della
Casa Armena di Milano, mentre l'altra copia rimarrà a Roma
in attesa della nascita di una libera biblioteca Armena nella
Capitale. In occasione del 24 Aprile si celebrerà con una
lettura delle poesie di Kostant Zarian e di altri autori.