Le
corrispondenze di Gesù con Re Apkar di Armenia
(per
i riferimenti cronologici della vicenda cliccare qui)
Durante
la vita di Gesù Cristo,
l’Armenia faceva parte dell’Impero Romano, ed il suo
re Apkar il Coraggioso, appartenente alla dinastia Persiana
degli Asacidi, viveva nella città di Yedesia (Edessa,
attuale Orfa) in Asia Minore. In seguito a forti pressioni politiche
da parte di Roma, Apkar desiderava stringere degli accordi con l'Impero
Persiano. Saputa la notizia che il trono di Persia era conteso tra
i figli dell'attuale regnante (Farhad IV o V), Apkar si recò
in Persia e riuscì a far trovare un accordo tra i successori
al trono, terminando la contesa.
Erode
di Giudea, che considerava Re Apkar un suo rivale, avvertì
Roma che il Re Armeno stava accordandosi con la Persia contro l'Impero
di Augusto. Apkar inviò subito i suoi ambasciatori dal Console
Romano Marinos spiegando il motivo del suo viaggio in Persia e smentendo
le parole di Erode.
Tornando
in Armenia dalla loro missione diplomatica, gli Ambasciatori di
Re Apkar vennero a conoscenza dell'operato di Gesù di Nazareth,
di cui si diceva che compiesse miracoli e prodigiose guarigioni,
e che per questo fosse inviso ai sacerdoti di Israele, al punto
che questi meditavano di farlo uccidere come eretico.
Al loro ritorno a Yedesia, raccontarono al Re Apkar, che nel frattempo
si era gravemente ammalato, ciò che avevano sentito di Gesù,
lui si convinse che il predicatore era realmente Dio o il figlio
di Dio, venuto sulla terra per salvare gli uomini, e decise perciò
di invitarlo nella sua città, per garantirgli la sua protezione
e per farsi guarire dal male che lo affliggeva.
Gesù non potè partire per Yedesia, ma mostrò
la sua gratitudine ad Apkar con una lettera, nella quale gli promise
che sarebbe giunto un uomo inviato da lui per guarire il Re e diffondere
la fede nel popolo Armeno.
La
parola data dal Cristo nella lettera al Re Armeno venne rispettata
dopo la Crocefissione, quando l'apostolo
S.Taddeo, nell’anno 33, giunse a Yedesia, curò Re Apkar,
lo battezzò e diffuse la parola di Gesù in tutta l'Armenia.
Re Apkar, ormai convertito al cristianesimo, non obbligò
il suo popolo a rinunciare alla religione pagana, ma invitò
i sudditi ad accettare la nuova religione.
S.Taddeo
nel frattempo iniziò a costruire le basi del clero cristiano
d'Armenia, nominando il primo Vescovo (Addè), un
artigiano di corone nella città di Yedesia. Addè,
per ordine di Re Apkar, iniziò a viaggiare in Armenia per
convertire la popolazione al cristianesimo.
Taddeo invece partì per Verin Hayk (l'attuale Erzurum)
per battezzare il nipote di Apkar, Principe Sandrok e la
sua famiglia, compresi tutti gli abitanti di Shavarchan
o Artaz, e nominò Vescovo un certo Zakaria. In seguito
partì per Aghvaniz e altrove per predicare.
Re
Apkar, inoltre, vedendo che il suo regno aveva accettato la cristianità,
Scrisse due lettere all'Imperatore Tiberio, denunciando il comportamento
e la cattiveria degli Ebrei ai danni di Gesù Cristo. Scrisse
anche altre lettere al Re degli Assiri Nerseh ed all'Imperatore
Persiano Artaserse (Ardashir), invitandoli ad aderire al Cristianesimo
e ad accettare che gli Apostoli di Gesù viaggiassero per
i loro paesi divulgando la nuova religione. Re Apkar non ricevette
le risposte delle sue lettere e morì nell’anno 36 d.C.
dopo 38 anni di regno. Suo figlio (Ananun – Anonimo) prese
il suo posto, mentre il nipote Sandrok (padre della Vergine San-Dukht)
assunse il trono dell'Armenia del Nord.
Così come durante il regno di Apkar la religione Cristiana
si era diffusa rapidamente, allo stesso modo con la sua morte iniziò
un lento declino, soprattutto perchè le classi sociali più
agiate tornarono alla fede Zoroastriana. Re Sandrok decise di imitare
i suoi nobili ed invitò anche sua figlia a tornare a venerare
lo Zoroastrismo. Questa decise di rifiutare per seguire S.Taddeo
e venne periò con lui martirizzata nel 48 d.C.
Si
reputa che il motivo principale del ritorno alla religione di Zoroastro
fosse il rigido regolamento Cristiano che era stato promulgato dallo
stesso S.Taddeo, su richiesta del clero Armeno, in un codice di
29 articoli. Questo regolamento limitava fortemente le abitudini
dell'aristocrazia Armena, abituata invece alle più flessibili
regole Zoroastriane.
Anche
il figlio di Apkar fece ritorno alla sua vecchia fede, ma quando
chiese al Vescovo Addè di fabbricargli una Corona, questi
si rifiutò categoricamente, dicendo che le sue mani non riuscivano
a lavorare per una persona che riponesse la sua fede nel Fuoco.
L’erede di Re Apkar, nonostante il coraggio dimostrato dal
Vescovo, ne ordinò l'uccisione.
(FINE
PRIMA PARTE - il seguito dell'articolo è in allestimento)
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