Il Centro Studi Caucasici: Inizi e Fondazione
Le prime attività che saranno alla base della fondazione del Centro nascono dall'incontro di un gruppo di studiosi e architetti italiani e armeni che, facendo capo al Politecnico di Milano, a partire dall’anno accademico 1967-68, organizzano delle missioni di ricerca sull’architettura armena in Anatolia. Le missioni trovano un valido sostegno presso la Direzione Generale della Cooperazione Scientifica e Tecnologica del Ministero degli Affari Esteri italiano.
Del primo gruppo di studiosi fanno parte il prof. arch. Adriano Alpago-Novello, il prof. ing. Harutiun Kasandgian, l'ing. Armen Manoukian e l’arch. Herman Vahramian in Italia, oltre all'arch. Armen Zarian da poco trasferitosi in Armenia.
Nell'autunno del 1968 viene fondata una Sezione di Armenologia presso l'Istituto di Umanistica della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano che presto amplia il campo di ricerca in una prospettiva comparativa; si inizia a formare una raccolta – rara nel suo genere- di rilievi, di materiale fotografico, iconografico, bibliografico, e di documentazione storico artistica sui monumenti medioevali armeni.
Nel 1969, con l’avvio di uno studio sull’architettura georgiana, l’area di ricerca si estende a tutta la regione caucasica e la Sezione assume la denominazione di "Centro Studi Caucasici".
Nel febbraio del 1976 il prof. Alpago-Novello propone alla Comunità Armena di Milano l’idea di dar vita ad un Centro di Studi Armeni, con una propria sede, un proprio personale di ricerca e la propria autonomia di funzionamento e finanziamento per garantire la conservazione ottimale e lo studio continuato del materiale esistente e di quello in via di formazione. Le famiglie Manoukian, Serapian e Pambakian accolgono l’idea e ne assumono l'onere finanziario. Viene così costituito, nel mese di giugno dello stesso anno, il “Centro Studi e Documentazione della Cultura Armena” (CSDCA) con sede a Milano, via Melzi d’Eril n° 6.
Sin dalla sua fondazione il Centro, diretto dal prof. Adriano Alpago Novello, si avvale, in Italia, della collaborazione di numerosi studiosi tra i quali vanno ricordati il prof. Boghos Levon Zekiyan dell'Università degli Studi di Venezia, il dott. Giulio Ieni del Politecnico di Torino, la prof. Gabriella Uluhogian dell’Università di Bologna. Dall'Armenia il Centro riceve la preziosa collaborazione dell'arch. Armen Zarian dell'Accademia delle Scienze dell'Armenia e dell'Istituto Erevan Nachakitz.
La documentazione grafica, fotografica e bibliografica raccolta nel corso delle diverse missioni scientifiche condotte a partire dalla fine degli anni '60 genera una serie di pubblicazioni. Tra queste le più prestigiose sono i DOCUMENTI DI ARCHITETTURA ARMENA, monografie a carattere scientifico che forniscono una documentazione completa su singoli complessi monumentali armeni. L'edizione di ciascun volume (la serie ne comprende 23) richiede un paziente lavoro di collaborazione tra gli studiosi del Centro e studiosi che operano in Armenia: i saggi storico-architettonici che accompagnano le numerose tavole dei rilievi e delle immagini fotografiche sono firmati da ricercatori italiani e armeni. L'editing dell'intera collana è curato dall'arch. Herman Vahramian che a Milano affianca il lavoro editoriale con una intensa attività di promozione culturale (sotto la sigla ICOM) che trova espressione in numerosi convegni e pubblicazioni sulla cultura mediorientale.
Nel maggio 1985 viene fondata da Herman Vahramian, Agopik e Setrak Manoukian la casa editrice Oemme Edizioni. E’ un’istituzione associativa non profit, che non solo affianca il Centro per tutte le attività editoriali ma mette in cantiere una serie di pubblicazioni originali sulla cultura e l’iconografia non solo armena. La ragione sociale della nuova casa editrice richiama volutamente le iniziali di Onnik Manoukian a testimonianza dell'appoggio morale e finanziario che egli diede al lavoro del Centro e alle connesse attività editoriali.
Nel 1992, in coincidenza con lo spostamento della cattedra del prof. Alpago Novello da Milano a Venezia, il Centro Studi e Documentazione della Cultura Armena e la casa editrice Oemme si trasferiscono a Venezia nella Loggia del Temanza, appena restaurata grazie al contributo della famiglia Manoukian. L'edificio, di proprietà del Collegio Armeno Moorat Raphael, diviene così, per gentile concessione dei Padri Mechitaristi, la nuova sede delle due istituzioni che nello stesso anno convergono anche giuridicamente in una unica associazione, l’associazione OM.
A partire dal 1995 l’attività dell’Associazione si articola in tre ben distinte sezioni:
1. La sezione Architettura e Restauro che, accanto al lavoro di ricerca e di documentazione intrapreso da anni, inizia a sviluppare una intensa attività di intervento sul territorio dell’Armenia finalizzata alla promozione di interventi tecnicamente qualificati nel campo della conservazione e del restauro del patrimonio monumentale ivi presente. Accanto alla sede di Venezia nel 1996 si apre una sezione milanese dapprima in via Cherubini 6 e quindi, dal ’99, in corso S. Gottardo, 3. Nel 2001 viene aperta una terza sede a Erevan che viene configurata legalmente come Associazione Non Governativa locale (NGO) e chiamata KAREDARAN Centre for Study and Conservation of Armenian Culture.
2. La sezione Musica con finalità di promozione della conoscenza della musica armena antica e contemporanea: accanto ad iniziative di promozione di eventi musicali, questa sezione ha l’obiettivo di raccogliere materiali sonori originali soggetti al rischio di estinzione.
3. La sezione Iniziative Culturali: in questa sezione rientrano tutte le più disparate iniziative di promozione della conoscenza della cultura armena e dei suoi rapporti con le altre culture. Organizzazione di seminari di studio, mostre di ogni genere, conferenze, pubblicazioni, ecc.
Il 3 dicembre 2003 il Centro Studi e Documentazione della Cultura Armena acquisisce lo statuto di ONLUS acquisendo il diritto a ricevere donazioni fiscalmente deducibili ai sensi di legge e ad aprire le iscrizioni a nuovi soci. Da statuto i nuovi soci potranno essere ordinari, onorari, sostenitori e collaboratori, a seconda del contributo che daranno alle attività dell'Associazione.
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