Il
"pensiero nano" al tempo della globalizzazione
Macché
debole. È proprio nano, il pensiero della nostra era
còlto da Vahramian. Che non è soltanto artista
(e ormai consueto vignettista di Nigrizia) ed (ex) editore,
ma anche un originale osservatore del mondo in trasformazione.
I media hanno per lui il preliminare "compito di creare
un sentimento profondo di sottosviluppo, un complesso d’inferiorità",
quindi gli esseri umani divengono "contenitori degli pseudovalori
che appartengono ai burattinai della modernità senza
progetto". Politicamente, siamo pronti per il friendly
fascism. Il pensiero nano poi si clona producendo anche antagonisti
(vedi Bin Laden), e sorgono "nelle periferie occidentali
focolai di Jihad laica, non meno di quanti ne esistano di interni
al mondo religioso".
Tredici
capitoletti, tredici meditazioni laiche (non laiciste) e inquietanti,
un’angolatura meno consueta, e poco rassicurante, da cui
interpretare i nostri tempi.
Pubblicato
in Italia dalla casa Editrice Medusa, Milano, 2002, pp 61, €
6,50.